Mese: <span>Giugno 2006</span>

I giornali scrivono che Francesco Camaldo, cerimoniere del papa, sarebbe implicato nell’inchiesta su Vittorio Emanuele e riferiscono queste parole del faccendiere Massimo Pizza, che “descrivono” l’importanza di Camaldo per il principe: “Il monsignore è il responsabile dei servizi di sicurezza del Vaticano, vox populi dice anzi che è il responsabile dei servizi segreti del Vaticano”. Il buon Camaldo è cerimoniere e basta e uno dei tanti, non “il” cerimoniere, che è Marini. Lo conosco e non lo ritrovo nelle cronache di questi giorni. Non ha nulla a che fare con la sicurezza del Vaticano: credo ne sappia meno di me. Ma come ha fatto a entrare in contatto con tipi come Pizza e il “maniaco sessuale” Vittorio? Quando Camaldo me lo spiegherà, lo raccontero ai visitatori del blog.

Il pubblico ministero del processo a Saddam Hussein ha chiesto la pena di morte per il raìs e Pannella si candida per “un incarico governativo straordinario” al fine di salvare l’ex dittatore dal boia. Intanto la presidente della Repubblica delle Filippine, Gloria Macapagal-Arroyo, firma la legge di abrogazione della pena capitale e porta in dono al papa il testo della legge rilegato in pelle rossa: «Well done» (ben fatto), commenta Benedetto XVI. Ci sono ancora 54 paesi nel mondo che hanno la pena di morte. Io non avrei difficoltà a dare quell’incarico a Pannella: per una battaglia giusta, è giusto utilizzare ogni risorsa.

“Ratzinger. Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore” è il titolo di un volume di Carlo Di Cicco – vaticanista dell’Agenzia Asca – pubblicato da Edizioni Memori, che viene presentato martedì 27 alla libreria Faltrinelli di via Orlando, a Roma, alle ore 18. E’ un libro fresco, che guarda senza pregiudizi all’avventura del cristiano Ratzinger che diventa Benedetto XVI: “un uomo ritrovato”, che punta sulla “centralità dell’amore” nel messaggio cristiano, per “riproporlo a tutti”, con nuovo linguaggio, “nel mondo globalizzato”. Di Cicco garbatamente polemizza con progressisti e conservatori che “continuano a leggere atti e parole di Benedetto con queste stesse categorie, quando egli da lungo tempo se ne è chiamato fuori”. La conseguenza è che tanti parlano “di un papa sognato ma irreale”. Per esempio lo dicono “angosciato”, mentre egli “appare gioioso e libero”. Lo presentano “arroccato”, quasi si trattasse di una persona “dalla fede debole”, mentre egli “ha una fede forte, trasparente, convinta”. Ho discusso più volte con Carlo la fisionomia del credente Ratzinger e oggi consiglio la lettura del suo libro come un vero aiuto a capire quanto sta avvenendo davanti ai nostri occhi. Da tempo considero decisivo, nella scommessa di interpretare un pontificato, che si parta dalla fede dell’uomo chiamato a fare il papa.  

Voto “no” al referendum sulla Costituzione, arrivo cioè alla stessa conclusione dell’amico don Athos di Monte Sole (vedi sopra, 19 giugno) ma non condivido la sua idea che quella di oggi sia una “scelta decisiva” per il futuro dell’Italia, davanti alla quale il cristiano non può “dichiararsi neutrale”. La pensavo così anche quando a parlare di scelta decisiva era Dossetti in persona. Io sono per allargare il campo delle libertà spettanti al cristiano e non per restringerlo. Non condivido neanche lo sforzo con cui da più parti si è tentato di interpretare la neutralità della Cei come copertura a un “sì” sostanziale. Prendo sul serio il cardinale Ruini: se dice che la Cei non ha una sua posizione, vuol dire che non l’ha. Egli si pronuncia volentieri in merito alla vita pubblica e che interesse dovremmo mai avere a presumere che parli anche quando tace?

“Non sai quante sono le persone che pregano” dice Geneviève, un’amica sorprendente: “Molte di più di quello che pensi”. 

I fratellini di Gravina scomparsi, una nuova retata di pedopornografi. La lettura dei giornali mi richiama alle parole terribili che sono in Genesi 6, 6: “E il Signore si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo”. Quell’uomo che poche pagine prima gli era parso, insieme al resto della creazione, “cosa molto buona”. A ogni pagina dei giornali ci sentiamo attraversati da questi trasalimenti di Dio.

“Città nuova” – la rivista del movimento dei Focolari – compie cinquant’anni e il collega Michele Zanzucchi mi chiede cinque righe per un numero speciale. Mando queste:
Sono un cultore di storie di vita e “Città nuova” ne ha sempre, per questo la leggo abitualmente. Confesso che sorvolo sul resto. Alcune delle storie sono straordinarie, ma anche quelle ordinarie mi incantano. Scoprire quella casa famiglia piena di “figli”, quella pensione o quell’agriturismo gestiti nello spirito dell’economia di comunione. Ma soprattutto le storie delle vite convertite: quando e come uno o una che hanno magari la mia età si sono aperti al mistero. Molti giornali oggi fanno questo. “Città nuova” lo fa con l’atteggiamento più ospitale che conosco: cioè più aperto alla varietà dei paesi, delle fedi e delle persone.

Mangio in trattoria e vedo sedersi, al tavolo accanto, una coppia con una bimba forse di cinque anni, tonda e gioconda, che ordina la sua pizza e l’aspetta impugnando le posate e battendo i pugni sul tavolo, mentre canta “che fame che fame”. “Beato chi sfama uno di questi piccoli”, dico fra me pensando ai papà e alle mamme di tutto il mondo, che siano sposati o coppie di fatto, compresi quelli che non sanno la differenza tra le due categorie –  e pensando anche alla gente dei forni. Ma beati due volte quelli che sfamano figli che non sono i loro.

Mi ha scritto da Monte Sole don Athos Righi, il superiore dei monaci fondati da don Giuseppe Dossetti, per mandarmi una dichiarazione con cui invita a votare “no” nel referendum di domenica prossima, confermativo della riforma costituzionale. Ne ho parlato sul Corsera di oggi, riassumendo le sue parole. Che qui riporto per intero:

DICHIARAZIONE PER IL REFERENDUM SULLA COSTITUZIONE
Con il Referendum sulla riforma costituzionale, il nostro Paese si trova oggi di fronte a una scelta decisiva per il suo futuro. Come ormai ampiamente dimostrato dai più insigni costituzionalisti, la riforma varata dalla maggioranza di centro-destra nella precedente legislatura, mette in questione i valori fondanti della nostra Comunità nazionale garantiti dalla Carta Costituzionale, scritta all’indomani della Seconda Guerra mondiale e della riconquistata libertà dal regime fascista.
La Costituzione del 1948 fu una risposta all’immane tragedia della guerra, frutto di un sentire generato dal sacrificio di tanti milioni di vittime innocenti e esito di un impegno comune e generoso di tutte le parti democratiche del nostro popolo.
È perciò gravissima responsabilità e impegno ineludibile di ogni coscienza respingere questo tentativo di stravolgere il Patto fondante della nostra nazione, e votare no nell’imminente referendum.
Chi poi si richiami a una coscienza cristiana non può dichiararsi neutrale: suggerendo così che un testo vale l’altro, e sacrificando strumentalmente valori irrinunciabili a propensioni politiche e interessi di parte.
Non posso non ricordare come don Giuseppe Dossetti, padre costituente e fondatore della nostra Comunità monastica, più di dieci anni or sono, prevedendo quanto oggi si sta puntualmente realizzando, abbia speso le ultime energie della sua vita, come vigile sentinella, nell’intento di svegliare le coscienze degli italiani di fronte al pericolo di un ritorno ad un regime autoritario.
don Athos Righi – Monte Sole, 16 giugno 2006

Leggo i giornali anche per cercare segni di speranza: oggi ho trovato la notizia dell’inaugurazione del centro “Progetto rinascere”, avvenuta ieri a Mulazzo, Massa Carrara, che accoglierà una quarantina di ex detenuti. Dietro ci sono la Chiesa locale e don Oreste Benzi, con il suo grande cuore. Dirigeranno il centro Norina e Mauro Cavicchioli, responsabili di una casa famiglia di venti persone: tre figli naturali, uno in affido e “una decina di detenuti” già in programma di recupero. Per chi fosse interessato a dare una mano, metto questo numero di telefono: 349.2655777.