Mese: <span>Agosto 2009</span>

Il desiderio del potere è la legge del Nemico. La combatte efficacemente solo chi ha la forza di rinunciare al potere, che in definitiva è il potere sulle coscienze e le volontà. In questa impresa suprema della rinuncia al potere di fare il male – cioè della rinuncia all’Anello che tutto comanda – i deboli hanno le stesse possibilità dei forti: perché magari dispongono di risorse più limitate, ma sono esposti a minori tentazioni e sono meno distratti da grandi scommesse. La questione è nodale ed è trattata nel capitolo IL CONSIGLIO DI ELROND della COMPAGNIA DELL’ANELLO, che è il primo volume della trilogia di Tolkien della quale mi sto occupando. Ecco due passi che si trovano alle pp. 339 e 340 dell’edizione già citata: “Egli [il Nemico] è molto saggio e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l’unica misura che conosce è il desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l’Anello, voglia distruggerlo”. Dunque il Nemico pur tanto potente può essere ingannato e battuto da chi sappia rinunciare alla tentazione del potere: “Né la forza né la saggezza ci condurrebbero lontano. Questo è un cammino che i deboli possono intraprendere con la medesima speranza dei forti. Tale è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove”.