Mese: <span>Febbraio 2014</span>

“Democrazia / soft”: grande scritta sulla muraglia in travertino della stazione Termini, in via Giolitti. Le parole sono accompagnate dal disegno di una mano che impugna una banconota o una scheda. Forse sta a dire “democrazia fondata sulla corruzione”, o sul denaro, chissà. Chi sa mi aiuti. Vado interpretando i graffiti romanacci con la cura con cui altri decifrano i mosaici di Ravenna.

Passeggero in sonno dà un calcio alla ciotola del punkabbéstia femmina e del suo cane, a Largo Argentina, e ne sparge gli attesissimi spiccioli: “Abbiamo fame – aiutateci”. La borchiatissima femmina, alle labbra e alle mani, s’alza strascicata e cerca le monete, mezzo cecata dalll’alcool, guance accese. Il passeggero torna indietro e raccoglie qualche euro, la borchiata dice che “ereno de più” e il passeggero fa un altro giro e insieme guardano nel tombino dai due lati avvicinando le teste e poi allargano le braccia. Infine lui cava una carta moneta e racconsola la punk e la sua bestia, che per tutta la scena non s’è mossa dal tappetino seguitando i due con l’occhio comprensivo: ‘sti umani seconno me so’ annati.

Occhio dilatato e barbetta bianca: mi è sembrato ieri di somigliare al Sanctus Sebastianus che occhieggia dal secondo altare della navata di sinistra di San Pietro in Vincoli. E la illumina tutta, la navata. E’ un mosaico bizantino del VII secolo e dunque “il pezzo più antico della Basilica”, concludo con la signora dei souvenirs. Sono stato le cento volte in quelle navate che sono a 150 metri da casa mia – sempre a cercare il Mosè del testo Michelangelo – e mai mi ero visto in parete.

“Non è la prima volta che ambienti dell’Onu criticano il Vaticano e viceversa, ma quello esploso ieri è il più clamoroso tra questi incidenti ed è anche, probabilmente, quello con minore contenuto concreto: esso a una prima lettura appare dovuto per metà all’invadenza dell’ideologia e per metà al peso della storia. Ma forse lo scontro non risulterà inutile se spingerà gli ambienti Onu a prestare maggiore attenzione alla nuova politica vaticano-cattolica in materia di abusi sui minori e se stimolerà il Papa e i suoi a dare compiti adeguati alla “Commissione per la protezione dei fanciulli” annunciata il dicembre scorso”: è l’attacco di un mio giudizioso commento pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” a pagina 15 con il titolo Ma la Chiesa ha da anni cambiato la sua rotta.

Nel Messaggio per la Quaresima Papa Francesco distingue la povertà dalla miseria e afferma che tre sono le miserie umane: una materiale, una morale e la terza spirituale. Il linguaggio è forte, com’era da prevedere: “A imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza”. Nei primi commenti i brani sulle tre miserie e altri due passaggi brucianti.

“Il potere è logistico / blocca tutto”: una scritta verde su due righe in via dei Lucani, sulla destra di chi scende verso la sopraelevata. Ha sapore anarchico sebbene a me oscuro. Ma suona bene.

“Ci sono sorprese di soprannaturale nel quotidiano, anche se non te n’accorgi. E tu non sai mai chi puoi incontrare per la strada. Un uomo o un angelo o anche Qualcuno che è più grande di un angelo. Perciò stai sempre attento a chi viene”: parole di Domenico del Rio, consegnate a un libretto [Oh, Nazareno! Parabola per la società del 2000, Paoline 1999] che sto rileggendo a undici anni dalla morte dell’autore. Le festeggio – quelle parole – con un bicchiere di Vino Nuovo.

Anche nella vita consacrata si vive l’incontro tra i giovani e gli anziani, tra osservanza e profezia. Non vediamole come due realtà contrapposte! Lasciamo piuttosto che lo Spirito Santo le animi entrambe, e il segno di questo è la gioia: la gioia di osservare, di camminare in una regola di vita; e la gioia di essere guidati dallo Spirito, mai rigidi, mai chiusi, sempre aperti alla voce di Dio che parla, che apre, che conduce, che ci invita ad andar vero l’orizzonte. Fa bene agli anziani comunicare la saggezza ai giovani; e fa bene ai giovani raccogliere questo patrimonio di esperienza e di saggezza, e portarlo avanti, non per custodirlo in un museo. No, no, no! Per portarlo avanti con le sfide che la vita ci pone“: così il Papa poco fa nell’omelia della Candelora, “festa della vita consacrata”. Ma oggi è anche la giornata per la vita: nei primi commenti l’appello dell’Angelus e quello che Francesco ha detto ieri ai Neocatecumenali.

Hanno preso lo speditore delle teste di maiale che avrebbe detto: “Volevo offendere gli ebrei”. Ha 29 anni – che tenerezza – ed è già al livello culturale di Calderoli, detto l’orango, che ricorre ai maiali per offendere i musulmani. Mi dicono che alla Borghesiana – dove abita lo speditore – da ieri impazza il gioco, importato da Lodi: “Testa di rapa o testa di maiale?”