Mese: <span>Gennaio 2015</span>

“Quando fu ucciso mio padre mamma aveva 19 anni e restò sola con me. Successivamente l’uccisore di mio padre le disse che mi avrebbe mantenuto agli studi ma lei rifiutò l’offerta accompagnandola con una frase significativa: io non vendo il sangue di mio marito”: parole del collega di “Repubblica” Francesco Viviano che nel libro “Io, killer mancato” [Chiarelettere editore 2014, pp. 143, euro 14.00] racconta la propria storia di figlio della Sicilia più difficile: genitori analfabeti, padre ladruncolo, la miseria che gli impedisce di studiare. In mezzo a mille stenti arriva a fare il fattorino all’Ansa e da fattorino diviene telescriventista e poi giornalista. Gli offro un bicchiere di Vino Nuovo.


Lunedì e martedì sono stato a Monreale, ospite dell’arcivescovo Michele Pennisi, per un incontro del clero sull’Anno sinodale. Il momento più mio sono state le due ore del pomeriggio del 27 che ho passato nella cattedrale, potendo dire per un momento “io vivo altrove”. Ho scelto per voi l’immagine di Eva e del serpe che l’ammalia, a tiro di lingua e d’occhio. L’arcivescovo mi ha regalato un libro di Chiara Bonanno, Trascendenza ed esistenzialità nei mosaici di Monreale (Centro Studi Cammarata 2014), dove a pagina 135 leggo: “Sul volto di Eva, ipnotizzata dal serpente, si dipinge l’angoscia”. Andate a Monreale appena potete, a informarvi di quell’angoscia.

Mattarella, uomo probo, di centrosinistra pallido, proprio dove sono io: non posso non essere d’accordo. Se tutto il Pd lo vota, alla quarta chiama sarà eletto. So però che “tutto il Pd” è un ente fantastico che esiste pochissimo. Mi andrebbe meglio la Severino che è donna ed è fuori dai partiti ma non mi formalizzo e voto Mattarella fin dal primo scrutinio.

Sono per le chiese sempre aperte, come vorrebbe Papa Francesco. Il mio parroco la tiene aperta, nel Rione Monti, dalle 07.00 alle 22.00 lungo la settimana, nel fine settimana dalle 08.00 alle 24.00. Trovo utile quest’uso. Segnalatemi esperienze, tentativi, metodi. Voglio scriverne per la rivista “Il Regno”. Nel primo commento il testo nel quale Francesco fa quella richiesta.

Sono in partenza per Monreale dove parteciperò a un incontro del clero sull’anno sinodale della famiglia e mentre raccolgo le carte la mia testa è presa in un ventoso andirivieni con la Grecia, intimorito ma anche speranzoso per la vittoria di Tsipras. Parto da Roma, vado a Monreale e penso ad Atene: ma che cosa non è mai questa nostra Europa? Come possiamo ridurla a una mappa dei debiti? Sono tra quelli che ritengono irreale l’uscita volontaria della Grecia dall’Euro e dall’Europa, ma sono anche tra quelli che vedono necessaria una politica dell’Unione che permetta alla Grecia di restarvi. Diciamo che la situazione si fa creativa. Zeppa di precipizi ma aperta. Utile forse a noi.

“Molti si rallegreranno per questa tua nuova vocazione [chiamata al cardinalato] e, come buoni cristiani, faranno festa perché è proprio del cristiano gioire e saper festeggiare. Accettalo con umiltà. Solo fai in modo che, in questi festeggiamenti, non si insinui lo spirito di mondanità che stordisce più della grappa a digiuno, disorienta e separa dalla croce di Cristo”: così il Papa in una lettera ai cardinali annunciati il 4 gennaio. Nei commenti il resto della lettera.

Mollale tutte e vieni via con me: scritto a grandi caratteri di vernice nera su un marciapiede della via romana Virginio Orsini, all’altezza del numero civico 3. Ipotesi di lettura nel caso che lo scrivente sia donna: “Molla le tue insopportabili spasimanti e vieni con me”. Se sia uomo: “Molla quelle noiose delle tue amiche e vieni con me”. Non volendo discriminare le coppie gay, sono possibili altre letture, una più acrobatica dell’altra. Le lascio ai visitatori.

“Pippo [don Giuseppe Dossetti] è partito per Roma. L’abbiamo portato alla stazione. Solo, nero, magro, con una borsa non sua dove insieme a preziose scartoffie sua madre aveva cacciato un pacchetto di Pavesini[ …] Pino [Giuseppe Alberigo] dice che la lotta è il suo [di Dossetti] elemento naturale, come l’acqua per i pesci, ma non toglie che mi abbia fatto una gran pena e insieme abbia sentito la commozione profonda di essere dalla sua banda in questa strepitosa avventura del Concilio”: così Angelina Alberigo nel suo diario del Concilio. Riporto quella godibile vignetta di Dossetti al treno per ricordare Angelina che è morta il 13 dicembre. La conoscevo, le volevo bene. Ho negli occhi la vivacità del suo sguardo e dell’umore. Nei primi commenti indico la fonte della citazione e ringrazio chi me l’ha segnalata.

Un gruppo nazistello romano detto Militia negli anni 2010-2011 scrisse sui muri – anche nel mio rione – oltraggi sfusi e minacce di morte agli ebrei. Due giorni addietro il Tribunale di Roma li ha condannato a svariati mesi di carcere e a un risarcimento simbolico di  7.128,00 euro da versare alla Comunità Ebraica: 7.128 furono le vittime della Shoah italiana. La Comunità ha destinato il risarcimento “al reparto oncologico del Policlinico Gemelli”. Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di questioni ma segnalo la spiritosa tracciabilità di quei meschinelli settemila: dal nazistello all’ebreuccio al malatuccio.