Mese: <span>Giugno 2016</span>

“Fu una sorpresa vedere i tedeschi (i tedeschi!) solitamente contenuti e seri, ridere a crepapelle, persino cadendo a terra dalle poltroncine, mentre sullo schermo si vedevano le girandole di pugni e corse, di lanci di una sacca di denaro come in uno scatenato incontro di allegro e folle rugby”: così Gianni Gennari su “Avvenire” ricorda oggi Bud Spencer e il successo che i suoi film con Terence Hill hanno avuto e hanno in Germania. “Il buon Bud Spencer, che nella vita ha fatto sorridere anche tanti bambini, riposi in pace, là dove il sorriso è eterno per tutti” scrive ancora Gennari.

“Grazie soprattutto a Lei, Santo Padre! La Sua bontà, dal primo momento dell’elezione, in ogni momento della mia vita qui, mi colpisce, mi porta realmente, interiormente. Più che nei Giardini Vaticani, con la loro bellezza, la Sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto. Grazie anche della parola di ringraziamento, di tutto. E speriamo che Lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio”: così ha parlato stamane Benedetto in risposta a Francesco durante la festa per il 65° della sua prima messa. Nei commenti alcune parole dette da Francesco e un mio commentuzzo.

Ho visto appena prima che chiudesse la mostra “Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento” alle Scuderie del Quirinale e mi sono appuntato una forte immagine del Parmigianino, che già m’aveva attirato in San Petronio a Bologna, dov’è abitualmente: San Rocco con il donatore Baldassarre della Torre di Milano. Parmigianino sensitivo e veggente: qui prega l’uomo, prega il santo e prega anche il cane.

“Qui prego, col dolore nel cuore, perché mai più vi siano tragedie come questa, perché l’umanità non dimentichi e sappia vincere con il bene il male; Dio conceda all’amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione. Dio custodisca la memoria del popolo armeno. La memoria non va annacquata né dimenticata; la memoria è fonte di pace e di futuro. Francesco 25 giugno 2016”: parole scritte dal Papa sul Libro d’Onore al Memoriale di Tzitzernakaberd, Yerevan, questa mattina.

«Ho saputo dell’esito finale qui sull’aereo, perché quando sono uscito di casa ho solo sfogliato il Messaggero e non era ancora definitivo. È stata la volontà espressa dal popolo e questo chiede a tutti noi una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del Regno Unito e anche il bene e la convivenza di tutto il continente europeo»: così Francesco ai giornalisti sull’aereo che lo portava in Armenia dov’è arrivato verso le 13.00.

Cammino per via Cavour, in direzione Termini, quando vedo un pastore tedesco che se ne va gajardo e libero per il mio marciapiede, sguardando qua e là. – Continua nel primo commento con finale a sorpresa.

Sabato a Villa Nazareth – che festeggia i 70 anni di vita – Papa Francesco ha risposto a sette domande che gli sono state fatte dai ragazzi e dagli ex alunni. Una – che ha definito “sfacciata” – gli chiedeva se si fosse mai trovato in crisi con la fede. Nella risposta, che riporto nel primo commento, Francesco ha invitato a non temere le crisi e a viverle come rischio e come opportunità, chiedendo la “grazia” di andare avanti. Ha detto anche che chi non va mai in crisi è “uno che si accontenta” e “gli manca qualcosa”.

Giovani amici sono eletti sindaci e anche un parente è tra loro. Nelle settimane della campagna per il voto ero venuto invocando lo Spirito Santo sui candidati e ora metto insieme le invocazioni che avevano accompagnato quelle giornate rumorose. Vedile al primo commento.