Mese: <span>Dicembre 2017</span>

Interpreto quella di oggi come una giornata della gratitudine, posta com’è tra la freccia dell’anno che parte e di quello che arriva. Ringrazio i visitatori che qui sono venuti ogni giorno e quelli che si sono anche solo affacciati una volta. Mando un bacio a tutti. Nei primi commenti metto le parole di gratitudine dette dal Papa oggi all’Angelus e stasera al Te Deum. Buon cammino.

Cerco l’origine dell’espressione “pensiero incompleto” amata da Papa Bergoglio: se qualcuno l’abbia usata prima, o sia sua. Se l’usasse prima del pontificato. Come intenderla per completo: vorrei intendere per completo che sia il pensiero incompleto. Una bella pretesa. E’ un passo forse spassoso di un mio articolo pubblicato dalla rivista “Il Regno” nel fascicolo 22/20217 per il quale avevo chiesto qui l’aiuto dei visitatori. Il «pensiero incompleto» del papa al posto dei «punti fermi»

“Dio non perdona Roma.07” è una scritta ritornante innamorata di un muro romano che s’apre indifeso in via Statilia, in vista della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Lo “07” sta a dire che il verdetto risale al 2007 e dunque sia la sindaca Raggi, sia Papa Bergoglio sono fuori questione. Nei giorni di pioggia l’umidità rende visibili le scritte pregresse cancellate dagli imbianchini comunali: se ne intravvedono quattro a diversa altezza. La variazione della campiture l’attribuisco alla disponibilità di scale o sgabelli di varia indole. Ma lo scriba è uno, come assicura la grafia; e non molla con il volgere degli equinozi, incurante della sopraggiunta assicurazione del Vescovo di Roma che Dio perdona tutti. Ma i romani sono figli di mignotta e uno di loro ritraccia negli anni e a nome di tutti quella scritta luterana.

“Preghiamo oggi per i bambini che non vengono lasciati nascere, che piangono per la fame, che non tengono in mano giocattoli, ma armi”: è il tweet papale di oggi (28 dicembre 2017). Sono in viaggio e mi limito a segnalate le parole di Francesco che nel giorno dei Santi Innocenti invitano a unire nell’invocazione e nell’affetto la vita nascente e quella già nata. Nel primo commento un’analoga più forte evocazione dei bambini impediti di nascere fatta dal Papa ai “medici cattolici” nel 2013.

Come dono ai visitatori, riporto per piccoli brani 15 omelie, catechesi, angelus, saluti occasionali sul Natale che Francesco ha svolto con ammirevole concentrazione dall’inizio dell’Avvento a oggi. A ogni commento metto un brano e il link. Con questa antologia rispondo a chi afferma che per Francesco Natale è solo attenzione ai migranti e che quest’anno non ci ha parlato d’altro. Nelle quindici predicazioni due volte s’incontra il riferimento ai migranti.

Ancora un’immagine del mio Natale che dedico ai visitatori: parcheggiando accanto al Mercato di piazza Vittorio per la spesa della Vigilia, ho ripreso quest’arcata dell’acquedotto Claudio che si trovava a passare di lì con dentro un leccio sognante. E io con lui.

IMG_20171222_162934

Siamo nell’atrio della Basilica romana dei Santi Apostoli. A sinistra si vedono quattro stazzi degli attendati, a destra il presepe, al centro un Re Magio che sono io. Nei commenti qualche grano di sale.

Buon Natale ai miei visitatori. Come già l’anno scorso, faccio gli auguri con un’immagine del presepe che abbiamo fatto in sala, nella casa romana che tra noi è detta “La Vecchia Fattoria”. Sono tornati i figli d’ogni dove, sono qua i nipoti. Saremo sedici a tavola. Mando un bacio a ogni visitante. Il Bambino benedica tutti.

Ultimativo monito di Francesco alla Curia: perchè cessi la “squilibrata e degenere logica dei complotti”, i “traditori di fiducia” cessino dal lagno, i devianti dalla fedeltà al Papa riprendano la “giusta via”. Nei commenti riporto i passi più salati del discorso alla Curia e concludo con una mia notula.

Il 14 dicembre a “Famiglia cristiana” hanno fatto una “giornata di digiuno e di sciopero” per salvare la testata. Bisogna andare ai tempi eroici del sindacalismo cattolico per trovare giornate altrettanto miste, con gli scioperanti che passavano in chiesa prima di mettersi in corteo. Ma pare che stavolta l’ibrido abbia una finalità pratica: se lo sciopero del lavoro non salverà la baracca, quello della fame aiuterà ad affrontare i futuri tempi di magra.