Il blog di Luigi Accattoli Posts

Trasferta a Povegliano Veronese dove ho tenuto ieri un incontro con il collega Lorenzo Fazzini di Avvenire su VIVERE DA CRISTIANI OGGI – tema che va oltre la mia portata – e richiesto di qualche suggerimento su come parlare ai giovani che non praticano più ho lodato le occasioni conviviali straparlando di “tavolate sotto gli alberi” e possibili primi approcci alla Bibbia dopo una pizzata collettiva. Credevo di aver detto un’idea insolita, ma stamattina don Osvaldo, l’ottimo parroco – accompagnandomi al Santuario della Madonna dell’Uva Secca e poi alla stazione di Verona Porta Nuova – mi ha descritto il Pranzo della Comunità che si farà domenica, non so se sotto gli alberi, con tavolate che raccoglieranno 400 persone, cento delle quali immigrate: “Perchè non vogliamo festeggiare da soli”. Salendo sul Frecciargento mi sono detto: “Se non c’ero io a buttare là quell’idea, mo’ che ci arrivavano!”

Modella anoressica fuma accigliata davanti a una sarinesca con graffiti in via Cavour. Mi fermo a guardare come tutti. Vent’anni e gambe nude ma così spolpata non mi va. Trovo più vivo il fotografo che le dice a gesti di intrecciare gli stivali e di piegare a squadra il braccio con la sigaretta.

Il nostro primo pensiero, la nostra prima attenzione è nei confronti delle vittime [degli abusi sessuali da parte di appartenenti al clero cattolico]: ancora una volta esprimiamo a loro tutto il nostro dolore, il nostro profondo rammarico e la cordiale vicinanza per aver subito ciò che è peccato grave e crimine odioso“: così due ore addietro il cardinale Angelo Bagnasco ad apertura dell’assemblea della Cei. Ed è il primo passo che merita consenso. Il secondo è questo, riferito al papa: “Noi Vescovi sappiamo di dover ringraziare il Papa per quanto ha fatto e sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri. Egli è il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; è il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità sugli uomini; è il testimone della carità, come della trasparenza che la carità esige. Non c’è cedevolezza in lui nei riguardi di pressioni esterne, ma un’assunzione di responsabilità proporzionata al suo mandato“. A queste due lodi aggiungo un consiglio che riguarda l’urgenza per la Cei di costituire un referente unico nazionale e di avviare un’operazione verità prima che sia troppo tardi: sviluppo l’idea nel primo commento a questo post.

Tuono e vento e fuoco in questo giorno unico. Buona Pentecoste ai visitatori del blog, con un detto di Gesù – citato dal papa nell’omelia di questa mattina – che non è nelle Sacre Scritture ma è tramandato da Origene: «Chi è presso di me è presso il fuoco» (Omelia su Geremia L. I [III]).

Segnalo un nuovo blog di dibattito tra cristiani intitolato al Vino Nuovo e nel quale sono anch’io. Auguro buon vento alla ciurma scriatella che l’ha messo in piedi e gli dedico un aforisma: con il vino nuovo ci si ubriaca facile ma quello vecchio produce dipendenza.

Per due giorni dopo la nascita dei cuccioli (vedi post del 18 maggio) Lucciola non permetteva a nessuno di avvicinarsi alla cuccia. Circondava con le zampe i neonati, stando sdraiata su un fianco e ringhiava se poco poco un gatto o un piccione si azzardavano ad arrivare alla distanza di tre metri. Cacciava via con il ringhio anche la sua mamma Luna, che girava sempre all’intorno e moriva dalla voglia di vedere i cuccioli. Al terzo giorno Luna li ha potuti vedere, ma brevemente e sempre tra le braccia di Lucciola, che la controllava severamente. Al quarto giorno Lucciola ha deciso di sgranchirsi con un po’ di stretching e un paio di corse all’interno del recinto della fattoria, lasciando i piccoli in custodia a Luna che finalmente ha potuto fare la nonna, sdraiarsi accanto a loro e prenderli tra le zampe.

“Sei la mia stella” e sotto “Lucifero” come fosse una firma: è scritto sull’asfalto di Via Ernesto Monaci, dietro le Poste di Piazza Bologna, a Roma. E vi è il disegno di una stella. Lucifero è la stella del mattino, portatrice di luce e dunque io attribuisco la scritta a un corteggiatore pratico di mitologia greca. Ma Lucifero è anche l’angelo caduto che diviene il principe dell’abisso: e che verrebbe a dire qui, questo nome che si rovescia da luce in tenebra, se non fosse l’appellativo di lei ma la firma di lui?

Sono una paladina della gioia e sono riuscita a non perderla neanche di fronte a un lutto gravissimo, la morte di un figlio bellissimo di 28 anni, avvenuta una decina di anni fa quasi all’uscita della A1 per Roma: Lorenzo (questo è il suo nome) è morto mentre prestava soccorso a un automobilista sulla corsia di emergenza: un camion ha sbandato e lo ha preso in pieno, agganciandolo e sbattendolo sull’autostrada. L’investitore è fuggito lasciandolo senza soccorso. L’enorme folla che è accorsa ai funerali è stata per noi una grande manifestazione di affetto: sì, Lorenzo conosceva tanta gente, anche a noi sconosciuta, soprattutto i barboni della stazione Ostiense. Alle molte persone che mi hanno chiesto perché non mi disperavo e non urlavo, la mia risposta è stata: «Perché ho la serenità nel cuore e mi consola il sapere Lorenzo nella braccia del Padre”: così Teodora Ciampa, romana, scrive in una lettera ad Avvenire pubblicata il 9 maggio 2010 a p. 35. Sulla testimonianza di serenità e di speranza che oggi come sempre vengono dai cristiani che vivono grandi prove, vedi il testo Afflitti ma sempre lieti nel capitolo 16 “Qui è perfetta letizia” della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

Ero ieri a Macerata a un dibattito sul mondo giovanile con don Antonio Mazzi (Exodus) e Domenico Simeone (Università di Macerata): SONO GIOVANI ERRANTI? I GIOVANI MACERATESI TRA VALORI, ILLUSIONI E DELUSIONI. Sono presenti seicento ragazzi delle scuole medie superiori della provincia. “Se vedete un compagno che si droga ditelo ai genitori e farete il suo bene” afferma il coordinatore del convegno Giuseppe Bommarito, promotore dell’Associazione CON NICOLA, OLTRE IL DESERTO DI INDIFFERENZA [Nicola è un ragazzo vittima di overdose]. Un’insegnante chiede un parere a don Mazzi che risponde: “No: quella di ‘fare la spia’ è l’ultima risorsa. La prima è quella di andare da lui e di parlargli e di aiutarlo dandogli compagnia e amicizia. Ma non ci andate da soli: mettetevi insieme, fate un gruppo e andate a convincerlo in quattro. Da soli non salverete nessuno. Se sarete un gruppo ce la farete”. Io sto con don Mazzi.

Gran trambusto nella vecchia fattoria: Lucciola, la bastardina del contadino cacciatore, ha fatto cinque bastardini. “Te lo dicevo io di non andare in giro che poi restavi gravida” la sgridava la contadina – esperta di parti – ogni volta che la sentiva guaire. “Ma è possibile che la devi tormentare con questi ragionamenti?” la redarguiva il contadino cacciatore accarezzando la cagnolina. A ogni guaito una carezza, a ogni carezza un cucciolo: “Quando una bestia si sgrava, gli fai compagnia e stai zitto”.