Mese: <span>Novembre 2012</span>

Gentaglia del pianerottolo che ognisempre baruffate piatosamente, prendete infine essempio da me che non offendo niuno, unquanco mi offendo checché mi dicano pirla e piromani miei coetanei o di me dimolto più verdi, e nondimeno tuttodì dico la mia. Prendete essempio e memorate pur anco che pirla et piromani sortono dalla stessa radice, o radica. Ovverosia ovile.

Venerdì andrò a Firenze, nel Battistero di San Giovanni, per l’ostensione dei tre crocifissi di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo. Vivo con felicità questi giorni di attesa. Come se andassi a Firenze per la prima volta.

Per le Chiese cristiane questo tempo sta sotto il segno della crisi ma non mancano risorse e slanci che incoraggiano ad affrontare l’impresa di una nuova evangelizzazione: è questa l’idea venuta dalle tre settimane del Sinodo dei Vescovi che si è concluso domenica. Ma dal Sinodo è venuto anche un altro messaggio altrettanto importante: che per la leadership episcopale mondiale la crisi che stiamo vivendo nonché la reazione a essa non sono una novità degli ultimi anni, ma risalgono ambedue agli anni ’50 del secolo scorso; e che dunque lo stesso Vaticano II fa parte della risposta cattolica ai tempi nuovi del mondo e della cristianità. Anche questa seconda idea ha un portato liberante: aiuta a evitare che ci si fermi alla diatriba sul ruolo del Concilio in rapporto alla crisi. – E’ il passabile avvio di un mio articolo sul Sinodo pubblicato da LIBERAL il 30 ottobre alle pagine 14 e 15 con il titolo Contagiati dal Vangelo, del quale articolo non si potrebbe dire né bene né male.

“È la luce di Dio quella che illumina questi affreschi e l’intera Cappella papale. Quella luce che con la sua potenza vince il caos e l’oscurità per donare vita: nella creazione e nella redenzione”: parole di Benedetto XVI nell’omelia dell’altro ieri per i 500 anni degli affreschi di Michelangelo sulla volta della Sistina. Bevo alla salute della Sistina e della sua luce un bicchiere di Vino Nuovo.

Non approvo l’agenda anti-Monti di Vendola e non lo voterò alle primarie del centrosinistra ma trovo buono il suo comportamento in attesa della sentenza sull’abuso di ufficio, quando dichiarò che in caso di condanna avrebbe abbandonato la vita politica: sarebbe un buon punto se tutti i politici ne seguissero l’esempio. La legge sulla corruzione attende la sentenza definitiva per sancire l’ineleggibilità, ma ritengo che per via di persuasione si debba arrivare alla rinuncia spontanea dei condannati in primo grado.