Mese: <span>Marzo 2016</span>

“Immaginate che noi musulmani avessimo fornito a un numero infinito di gruppi stranieri carte d’identità, cittadinanze, visti, posti di lavoro, istruzione gratuita, moderna assistenza sanitaria gratuita, previdenza sociale e così via, e che poi sia uscito fuori un membro di uno di questi gruppi, consumato dall’odio, e abbia ucciso i nostri figli nelle nostre strade, negli uffici dei nostri giornali, nelle nostre moschee e nelle nostre scuole”: scrive questo sul quotidiano kuwaitiano “Al-Rai” la giornalista saudita Nadine Al-Budair. Invito a leggere l’intero testo della verace Nadine. Nei commenti un paio di miei spunti.

Domani alle primarie romane del Pd voto Giachetti. Alle primarie del 2013 avevo votato Gentiloni. Dell’opportunità che Marino si dimettesse avevo parlato all’inizio del giugno scorso. Nel primo commento i link a questi precedenti compromettenti.

“Il confessore è egli stesso un peccatore”: parole dette da Bergoglio ieri mattina ai partecipanti a un corso della Penitenzieria Apostolica e messe in pratica il pomeriggio in San Pietro confessandosi e confessando per più di un’ora. La lunga durata del tempo per le confessioni è stata la novità della celebrazione penitenziale di ieri rispetto a quelle di un anno e di due anni addietro nelle quali già Francesco si era confessato e aveva confessato. Nei commenti alcune direttive concrete date da Francesco ai confessori nel discorso del mattino, già citato, e nell’omelia del pomeriggio.

“Ieri abbiamo incontrato il Papa e gli abbiamo consegnato la lettera d’invito in Pakistan del premier. Il Santo Padre era felice per l’invito. Con cuore pieno ha inoltre aggiunto: ‘Amo venire in Pakistan, se Dio vorrà’. Di questo era veramente lieto”: parola del ministro per la Navigazione del Pakistan, Kamran Michael, cristiano, in un’intervista al Tg2000, in seguito all’incontro in Vaticano con Francesco nel quinto anniversario dell’assassinio di Shahbaz Bhatti. Sembra di sognare. La memoria del martire Shahbaz Bhatti. Il pensiero ad Asia Bibi e a tutti i fratelli pakistani nella bufera. La possibilità, remota, che Papa Francesco visiti quel paese come già il Santo di Assisi fece visita al Sultano durante la quinta crociata. Ce n’è abbastanza per sognare.

“Gli italiani sono bravissimi a mettersi a un tavolo e mettersi d’accordo salvo poi darsi i calci sotto il tavolo” avrebbe detto il Papa a un piccolo gruppo di intellettuali e parlamentari francesi di sinistra non comunista ricevuti il 1° marzo, secondo la narrazione che ne ha dato il costituzionalista Stefano Ceccanti, presente su invito dei francesi. Nello stesso incontro Francesco avrebbe sollecitato la Francia a una più “sana laicità” e l’avrebbe elogiata per la “politica familiare che consente una buona sostituzione tra nati e morti”, aggiungendo che “Italia e Spagna dovrebbero prendere esempio perché hanno tassi di natalità molto bassi”. Nei commenti il rimando alle fonti e a una polemica che ne è seguita.

“Combattere l’Isis si deve, si può, ma è difficile. Il vero combattimento che si deve sviluppare, che dovremmo aiutare a sviluppare, deve avvenire all’interno dell’Islam e lì è davvero arduo affrontarlo, come fu difficile combattere il nazismo all’interno della Germania e dell’Europa negli anni 30. Non lo facemmo tanto bene, non è vero?”: così parlava ieri nella mia parrocchia, alla Madonna dei Monti, il gesuita francese Laurent Basanese, direttore del Centro Studi Interreligiosi della Gregoriana. Nei commenti altre affermazioni dello studioso e qualche link per conoscere la sua posizione.