Dibattito con Rusconi alla Sapienza e se io sia in affanno

Eccomi al sesto dibattito con Rusconi su Francesco: sarà alla Sapienza il 27 giugno. Dandone notizia nel suo blog, il collega sportivamente afferma che nell’ultimo incontro io sarei andato “più volte in affanno” per i suoi “affondi”: glielo lascio credere, magari ne ha bisogno. Nei commenti la logistica del nuovo appuntamento, i rimandi agli altri, una domanda al collega.

17 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Dialogo senza censure su Papa Francesco
    Conducono i vaticanisti
    Giuseppe Rusconi e Luigi Accattoli
    Cappella Universitaria della Sapienza
    Martedì 27 giugno 2017 – ore 18.30

    19 Giugno, 2017 - 12:43
  2. Luigi Accattoli
    19 Giugno, 2017 - 12:44
  3. Luigi Accattoli

    Domanda a Rusconi. Dando nel suo blog un apprezzabile resoconto dell’ultimo incontro, Giuseppe Rusconi ricorda d’aver in esso “riconosciuto il valore della presenza fisica solidale del Papa” in Egitto (28 e 29 aprile) nonché la “potenza psicologica di gesti quali l’abbraccio tra Francesco e il Grande Imam di al-Azhar”; ma segnala anche di essersi chiesto “se tali gesti non rischino di restare nel concreto solo dei ‘bei gesti’, senza ricadute positive nella quotidianità di popoli come quello egiziano”. Ripeto qui al collega una domanda che gli avevo già posto in altro dibattito per analoghe sue affermazione a riguardo della giornata milanese del Papa (25 marzo), quando si era chiesto “che cosa resta dopo la visita”: che senso hanno quelle sue interrogazioni? Domando perché non riesco a intenderne la finalità. Il collega è contrario ai viaggi papali, o ritiene che quelli di Francesco siano impostati male? – Le domande continuano al commento seguente.

    19 Giugno, 2017 - 12:45
  4. Luigi Accattoli

    Un viaggio vale poco. Per me è pacifico che l’efficacia di una visita papale sia modesta, almeno nella generalità dei casi. La prima visita di Giovanni Paolo II in Polonia (1979) ebbe grandi conseguenze, ma c’erano circostanze irripetibili. D’ordinario e con qualsiasi Papa resta un messaggio, un segnale, uno stimolo, un incoraggiamento. Raramente qualcosa di più. La visita di Francesco a Milano va paragonata a quelle dei Papi Wojtyla e Ratzinger: allora che era restato più di adesso? La visita al Cairo va paragonata a quella che vi fece Wojtyla nel 2000: quella fu più feconda? Nel rievocare il dibattito che aveva a tema il viaggio di Francesco al Cairo il collega mi attribuisce l’affermazione che esso sarebbe stato “un grande successo”. Sono sicuro di non avere usato quest’espressione: sono quarant’anni che seguo i viaggi papali (iniziai con Paolo VI a Pescara nel settembre del 1977) e non ho mai fatto ricorso al parametro del “successo”. Una visita papale è un seme. Che ne venga qualcosa non dipende più che tanto dalla mano che lo sparge.

    19 Giugno, 2017 - 12:45
  5. Luigi Accattoli

    La domanda su “ciò che resta” avrebbe senso se io avessi enfatizzato il significato della presenza del Papa al Cairo, o a Milano, o chissà dove. So che c’è in giro chi ritiene che le uscite di Francesco in Italia e nel mondo siano di straordinaria rilevanza e più efficaci di quelle dei predecessori: ma io non sono in quella schiera. Anzi non ho difficoltà a riconoscere che a volte – e più spesso di quanto non capitasse ai predecessori – le visite del Papa argentino hanno il carattere dell’improvvisazione: vedi Caserta (luglio 2014), vedi Carpi (2 aprile). Un carattere che può favorire l’impatto ma può anche renderlo ancora più superficiale. Con Francesco non abbiamo affatto un Papa che risolve tutti i problemi, con svolta epocale; e rende più efficaci anche i viaggi per il mondo. Io sostengo che abbiamo un Papa che tenta qualche via nuova e anche azzarda qualche novità nelle uscite per il mondo, che è stato eletto per questo e che il tentativo di riforma che sta conducendo è urgente ed è arrivato anche troppo tardi. Obiettare che dopo una sua visita resta poco non è pertinente.

    19 Giugno, 2017 - 12:58
  6. Victoria Boe

    “che senso hanno quelle sue interrogazioni? ”

    Non hanno nessun senso.
    Come non hanno senso, proprio NESSUN SENSO, i suoi rilievi circa il fatto che il Papa amerebbe mostrare al mondo gesti di amicizia (abbracci e simili) con chi professa altre religioni, cercando visibilità. Il che è ormai diventato un luogo comune inconsistente e anche abbastanza usurato e meschino.
    Rusconi insiste molto su questi temi di nessuna importanza.
    E sbaglia di brutto.
    Solo chi ha dei preconcetti su un Papa che non piace può costruirsi dei cavilli di nessuna importana e sostanza per farne dei pretesti per attaccarlo.
    Mi meraviglio sempre quando chi dovrebbe mostrare intelligenza per la professione che svolge, la riduce a lumicino per sostenere una causa che gli sta a cuore.

    19 Giugno, 2017 - 14:38
  7. Lorenzo Cuffini

    A meno che non si finga di essere dei venusiani, quando si tratta di papi , non solo i viaggi, ma tutti i gesti rischiano sempre di restare nel concreto solo dei ‘bei gesti’, senza ricadute positive nella quotidianità , tanto per usare le parole di Rusconi.
    Questa è una costante che si ripete.
    Lo stesso pontificato di GPII che per lunghezza, particolarissime condizioni geopolitiche e forse anche zampino della Provvidenza, è stato anomalo ed eccezionale se non altro per lunghezza di periodo e intensità di accadimenti , è farcito di gesti rimasti grigiamente tali, senza uno straccio di conseguenza pratica. Ricordo le continue esortazioni e lo spendersi per evitare al guerra degli Usa contro l’Iraq, o in casa nostra, la grottesca visita in parlamento.Tanto per citarne due.
    Non si vede per quale motivo Francesco (che non è Superpope) dovrebbe fare eccezione.
    E’ successo a Gesù Cristo ( Dio) , apparentemente transitato nella storia senza modificarla di un plissé al momento della sua morte, perché dovrebbe essere diverso con i suoi vicari?
    Quello che semmai potrebbe stupire ( ma fino a un certo punto) è che oggi ci sono alcuni ( sparuti ) cattolici CHE SI FANNO UN VANTO E BASANO IL LORO ESSERE CATTOLICI SULL’IGNORARE, ANZI SULL’ACCUSARE il papa. Non solo, in questo caso i gesti rimangono senza ricadute, ma, al contrario, generano A BELLA POSTA RICADUTE OPPOSTE.
    La questione è : come possono convivere nella stessa persona una manifestazione di cattolicità doc e la ribellione perpetua al papa di Roma?!
    La risposta sembrerebbe nei fatti: il papa di Roma esiste ed è legittimo e in piena carica, dunque è la manifestazione di cattolicità doc che appare farlocca?
    Toh guarda, guarda, guarda…….
    🙂 🙂 🙂

    19 Giugno, 2017 - 18:28
  8. maria cristina venturi

    Il papa di Roma esiste ed e’leggittimo e
    ed in piena carica…
    E questo che significa?che ogni papa leggittimo e in piena carica e’un buon papa? Anche Bonifacio VIII,anche papa Borgia, anche papi simoniaci,papi corrotti,papi lussuriosi ,sono esistiti ed erano papi leggittimi,ma non erano buoni papi.
    Si vuol.forse sostenere che non possono esistere cattivi papi?Eppure la storia ne e’piena!Che i pa pi non abbiamo mai fatto errori?
    Noi cattolici adoriamo Cristo non adoriamo il papa.
    Il papismo esagerato di alcuni da quando e’stato eletto Bergoglio e’ridicolo: Dante ha messo alcuni papi all’Inferno,non era forse un buon cattolico?
    Gli esseri umani che diventano papi non sono per questo esenti da difetti,da peccati,da ambizioni,da preferenze,da ingiustizie,da errori. Non diventano angeli.
    Criticare il papa e’perfettamente lecito,quando il papa stesso si discosta dall’insegnamento di Cristo.
    Prima Cristo poi il papa,non il contrario!
    E i cattolici non sono sudditi privi di ragione di un monarca assoluto,ma hanno tutto il diritto di dissociarsi da certe scelte politiche,da certe umane debolezze dei loro papi,che sono infallibili solo con dei limiti ben stabiliti e non per tutto cio’che fanno o dicono!

    19 Giugno, 2017 - 23:40
  9. Lorenzo Cuffini

    Ma pensa un po’, abbiamo una scopritrice della’acqua calda!!!
    “Prima Cristo, e poi il papa, non il contrario”!
    C’è pure un punto esclamativo, mica storie…..
    🙂 🙂 🙂 🙂
    Piantala di far ridere i polli, Maria Cristina.
    Solo tu, nella tua disperata ossessione, credi che qualcuno possa lontanamente pensare che il Bergoglione sia esente da difetti, da peccati, da ambizioni , da preferenze , da ingiustizie e da errori.
    Bergoglio presumo che ne avrà sicuramente, come tutti i papi e come tutti.
    Ma questo, che c’azzecca.
    La falsità grossa come una casa , e detta in lucida e profonda malafede, con l’aggravante della reiterazione, sta in questo: che “papa Bergoglio si discosti dall’insegnamento di Cristo”.
    Che squalifica tutto il tuo ragionamento e rende te squalificata come cattolica.
    Sempre per quello che scrivi in questo blog , ovviamente.
    Noi, qui, siamo quello che scriviamo.

    20 Giugno, 2017 - 0:32
  10. Victoria Boe

    “Criticare il papa e’perfettamente lecito,quando il papa stesso si discosta dall’insegnamento di Cristo.”

    Verissimo. Più che giusto.
    Mi permetta però di dire, signora Venturi, che il suo ragionamento non è condivisibile neanche di una virgola per quanto riguarda il Papa attuale.
    Infatti non c’è chi non veda che a lei e ai cattolici bigotti ( senza offesa) come lei, questo Papa non è piaciuto fin dagli inizi. E non per il suo insegnamento che ancora non era visibile come adesso; ma perché si discostava dalla tradizione nelle formalità a cui voi prestate una importanza ABNORME.
    Papa Francesco non vuole mostrarsi regale e distaccato dalla gente, non vuole apparire superiore, non vuole stare seduto in cattedra, non vuole baldacchini né ermellini, non vuole chiudere frontiere, non vuole recinti per i cristiani “perfetti”.
    A voi tutto questo dispiace assai.
    Il fatto è, però, che tutto ciò fa parte del linguaggio autentico di Gesù Cristo, per cui il Papa non si discosta affatto dall’insegnamento di Cristo; anzi, lo segue in pieno andando al cuore del Vangelo. E se viene ammirato da quasi tutti, anche da chi non è cristiano e anche da chi è ateo, lo si deve proprio ad un comportamento in perfetta linea con l’insegnamento di Gesù. Non si tratta di “papismo esagerato”, come lei continua a sostenere; né si tratta di venerazione o adorazione, come voi continuate a mistificare rispolverando termini ormai sepolti come “papolatria”.
    Si tratta invece di riconoscere il SACROSANTO MERITO di chi segue passo passo le parole del Cristo.

    20 Giugno, 2017 - 1:37
  11. Victoria Boe

    La vostra colpa, fuori da ogni dubbio e, soprattutto, fuori dalla logica cristiana, è proprio quella di non vedere questa sua sequela del Cristo.
    E la ragione si evidenzia da sola: voi avete sempre fatto una strana e inconcepibile confusione fra l’insegnamento di Gesù Cristo e il complesso di regole e regolette e formulazioni costruite nell’impalcatura della Chiesa. Sicché non adorate il Signore nella essenzialità del suo insegnamento, ma idolatrate la Chiesa, che con l’andar del tempo è andata appesantendosi di formule e di dottrine e di esteriorità non sempre aderenti alle parole del Cristo e invece partorite dalla volontà di uomini autoreferenti della Chiesa. Gesù Cristo non voleva una Chiesa così; certamente pensava ad una Chiesa semplice e limpida che predicasse l’amore fra tutti gli uomini della Terra. L’insegnamento era questo: diffondete fra tutti il Verbo di Dio, cioè l’Amore.
    L’assurdo è che a voi un papa come Francesco, che appunto va predicando Amore e Misericordia, apparirà sempre come “eretico”, magari anche “comunista”, da demonizzare ogni volta che si può, travisandone le parole.
    Siete del tutto fuori strada perché un certo tipo di Chiesa vi ha COLPEVOLMENTE fuorviato, e voi purtroppo non avete la capacità di usare la vostra intelligenza per vedere i grandi errori che quella Chiesa lì ha prodotto.
    Beninteso, c’è un altro tipo di Chiesa che aderisce pienamente e FELICEMENTE al Vangelo e alle indicazioni di papa Francesco.
    I tentativi di screditarlo sono perciò miseri e inconcludenti; approdano al nulla del nulla.

    20 Giugno, 2017 - 1:40
  12. Beppe Zezza

    Alcune note
    Di “papolatria” ha parlato recentemente il sostituto Becciu.
    Si vede che il vocabolo sta “tornando di moda”!
    Lo stile di a papa Francesco è diverso da quello tradizionale. Questo può turbare qualcuno. Lo aveva preceduto papa Giovanni Paolo I ma non è durato molto.
    All’inizio del pontificato papa Francesco aveva adottato una iniziativa ” verticale ” : ha chiamato la Chiesa tutta a pregare perché Obama non bombardasse la Siria come si era ripromesso. L’iniziativa ebbe successo. L’AVATAR atteggiamento ” verticale ” ( rivolgersi verso l’alto ) è stato poi abbandonato per seguire atteggiamenti “orizzontali” ( rivolgersi a compagni di strada per perseguire aspetti condivisibili senza tenere conto degli aspetti non condivisibili) questi atteggiamenti ” politici ” possono irritare.
    La veemenza con la quale in questo blog alcuni replicano alle critiche – giuste o sbagliate che siano – suscita qualche perplessità.

    20 Giugno, 2017 - 9:11
  13. Victoria Boe

    “L’AVATAR atteggiamento ” verticale ” ( rivolgersi verso l’alto ) è stato poi abbandonato per seguire atteggiamenti “orizzontali” ( rivolgersi a compagni di strada per perseguire aspetti condivisibili senza tenere conto degli aspetti non condivisibili) questi atteggiamenti ” politici ” possono irritare.”

    Atteggiamento verticale e atteggiamento orizzontale si intrecciano e si completano, caro Beppe. Non sono inscindibili.
    Dio è, come già detto, lassù e quaggiù. E bene fa il Papa a ricordarci fattivamente questa verità.
    Definirli “atteggiamenti politici” è l’errore più grande che possa farsi. Anzi, è proprio una incomprensione del Vangelo, dove Gesù parla alla società del suo tempo. Questa incomprensione è davvero grave.
    Infine: la veemenza alle critiche è pari alla stolidità di certi commenti ripetuti fino alla nausea come dei dischi rotti; senza prendere in alcuna considerazione i pareri e le parole di chi contesta certe posizioni preconcette.
    Si tratta, in effetti, di dialoghi fra sordi, a quanto pare. Solo in questo senso si può parlare di “perplessità”.

    20 Giugno, 2017 - 15:26
  14. Beppe Zezza

    concordo pienamente che “verticalità” (orientamento verso Dio, verso il cielo) e “orizzontalità” (orientamento verso l’uomo, verso questo mondo) possono e debbono essere presenti entrambi.
    Sono i due elementi della Croce, simbolo principale della ns fede.
    Tuttavia……
    La croce ha un elemento verticale più pronunciato di quello orizzontale; il primo comandamento è Amerai il Signore Dio tuo, amerai il prossimo tuo è il secondo (che deriva dal primo).
    Se si privilegia l’orizzontalità rispetto alla verticalità si crea squilibrio.

    Io credo che Gesù non abbia tanto parlato alla “società del suo tempo” quanto “all’uomo di sempre” – per questo noi cristiani riteniamo che il Vangelo sia una Parola “eterna” : cambiano i tempi, cambiano le culture ma il problema profondo dell’uomo è sempre lo stesso: che significato ha la (mia) vita se è certo che un giorno o l’altro morirò?
    Questa domanda rimanda senza dubbio all’elemento “verticale”
    (Nota :lo AVATAR comparso nel mio commento precedente è frutto di questi diabolici correttori automatici!!)

    20 Giugno, 2017 - 17:24
  15. Victoria Boe

    Eccole le quisquilie di chi parla di cristianesimo volendo portare acqua al suo mulino tutto teorico:
    “La croce ha un elemento verticale più pronunciato di quello orizzontale; il primo comandamento è Amerai il Signore Dio tuo, amerai il prossimo tuo è il secondo (che deriva dal primo).”
    Infatti, Beppe, quando Gesù fu posto in Croce si pensava a questo assunto, vero?
    Elemento verticale più pronunciato di quello orizzontale; prima viene “amerai il Signore Dio tuo”, poi–in un secondo momento–“amerai il prossimo tuo”.
    Da chi ti vengono questi insegnamenti, Beppe?
    Stai sbagliando in pieno, e chi ti ha detto questo, ha sbagliato in pieno. Perdona la mia “veemenza”, ma certi convincimenti per me sono inconcepibili, soprattutto se espressi da persone con qualche acume intellettuale.
    Io dico:
    1) Dio lo si ama nel momento in cui si ama il prossimo; non si può amare un Dio che non si vede se non si ama il prossimo che, invece, è sotto i nostri occhi.
    2) Verticalità e orizzontalità hanno il medesimo valore in questo caso.

    Sì certo, Gesù ha parlato per l’uomo di tutti i tempi, incominciando però da quello del suo tempo; ché altrimenti non sarebbe stato possibile tramandare agli uomini del futuro quel che disse, allora, per il bene dell’Umanità tutta.
    C’è un passaggio di testimone di generazione in generazione.
    Oggi questo testimone lo ha in mano papa Francesco, caro Beppe, e lo porta avanti egregiamente. Come? Mostrando in prima persona come si deve agire. E parlando d’ amore agli uomini di oggi, alla Chiesa del nostro tempo, a tutti gli uomini di buona volontà e di qualsiasi religione, in qualsiasi luogo oggi vivano. Anche le sue esortazioni rimarranno nel tempo.
    E siccome la Chiesa non è un’Istituzione avulsa dalla Terra e relegata in una nuvola lassù nel cielo ( si fa per dire), ma deve interessarsi anche di ciò che avviene qui, nel nostro mondo, si rivolge alle varie società di oggi, invitando tutti gli uomini della Terra a operare per il bene di tutti. È “politica” questa? No, non lo è. È un messaggio di universale portata, proprio come lo era quello del Signore Gesù.
    Con ciò, a scanso di equivoci da parte degli ottusi, non si vuol dire che Francesco debba essere considerato un altro Gesù. Si tratta invece di riconoscere ancora una volta che questo Papa ha il grande merito di seguire passo passo, con grande evidenza, gli insegnamenti del Cristo; il Quale parlava poco e chiaro e mostrava fatti, e voleva che così facessero i discepoli. “Non chi dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre …”.
    La qual cosa gli viene addebitata come una colpa da chi professa un cattolicesimo teorico, fondato su proposizioni formulate a tavolino e presentate su un piattino d’argento a chi invece ama un cristianesimo sostanziato di concretezza.

    20 Giugno, 2017 - 19:11
  16. Beppe Zezza

    Perdonami Victoria ma che Amare Dio sia il PRIMO comandamento e Amare il Prossimo il SECONDO non l’ho detto io ma Gesu’. E l’affermazione “si ama Dio NEL MOMENTO in cui si ama il prossimo” è una forzatura. Il modo di intendere la cosa è piuttosto nell’ordine opposto: se ami Dio ALLORA ami anche il tuo prossimo. L’ordine degli “amori” non è casuale!
    Quale la differenza tra “valori universali” e “valori contingenti”? È la differenza tra “volare alto” e “volare basso”. È la differenza tra il “difendere la vita fin dal suo primo manifestarsi” e il dilungarsi “sulla necessità di fare particolareggiati studi di impatto ambientale quando si costruisce una strada” ( Enciclica Laudato si )
    E’ politica dire che bisogna mandare le navi a raccogliere i gommoni che lasciano la Libia, piuttosto che fare il possibile per eviatre che i migranti ci mettano sopra i piedi.
    Personalmente ritengo che anche questo Papa, come i precedenti, sia animato dal desiderio di servire il Signore e lo stia facendo secondo il suo stile personale.
    Sinceramente mi pare un po’ eccessivo questo insistere su una Sua “IMITATIO CHRISTI” più veritiera di quella dei suoi predecessori.
    Per me il Papa è un aiuto che il buon Dio mi dona nell’indirizzare il mio Amore verso di Lui. Un aiuto. Importante ma …un aiuto

    21 Giugno, 2017 - 12:59
  17. Beppe Zezza

    Un secondo commento: da dove deduci che Gesu “parlasse poco” ?
    Nei Vangeli, almeno, c’è scritto che la sua PRIMA Attivita’ consisteva nel PREDICARE e le azioni ( i miracoli ) li facesse perché gli dessero credito!

    21 Giugno, 2017 - 13:05

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