Il blog di Luigi Accattoli Posts

In tante parti si sente uno degli effetti di questa pandemia: tante famiglie che hanno bisogno, fanno la fame e purtroppo le “aiuta” il gruppo degli usurai. Questa è un’altra pandemia. La pandemia sociale: famiglie di gente che ha un lavoro giornaliero, o purtroppo un lavoro in nero, che non possono lavorare e non hanno da mangiare … con figli. E poi gli usurai gli prendono il poco che hanno. Preghiamo. Preghiamo per queste famiglie, per quei tanti bambini di queste famiglie, per la dignità di queste famiglie e preghiamo anche per gli usurai: che il Signore tocchi il loro cuore e si convertano. – E’ l’intenzione detta oggi dal Papa prima della messa a Santa Marta. Nel primo commento richiamo un versetto sull’incontro del povero e dell’usuraio che è nel Libro dei Proverbi.

Lasciar entrare in noi la luce di Dio per non essere come pipistrelli nelle tenebre” è il titolo che il sito vaticano ha dato all’omelia di stamane di Papa Francesco. La migliore, a mio vedere, di quelle che abbiamo ascoltato da quando la messa del mattino viene data in diretta e pubblicata per intero: cioè dal 9 marzo. Era a commento del colloquio di Gesù con Nicodemo. Riporto tre brani e concludo con una mia nota.

Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che hanno vocazione politica: la politica è una forma alta di carità. Per i partiti politici nei diversi Paesi, perché in questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del Paese e non il bene del proprio partito. – E’ l’intenzione di preghiera dettata stamane da Francesco. Bene rispondente alle necessità dell’Italia, dove c’è divisione all’interno della maggioranza e dell’opposizione, tra Stato e regioni. Si direbbe che Francesco legga i giornali. Nei commenti le precedenti sette intenzioni che qui nel blog non avevo registrato. I titoletti e la nota finale sono miei.

Amici belli, il gruppo di lettori della Bibbia che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” si rivedrà da remoto, via Zoom, domani lunedì 20 aprile per leggere la narrazione delle donne al sepolcro che è nell’ultimo capitolo del Vangelo di Marco. E’ la seconda “pizza e vangelo” da remoto, dopo la buona riuscita della prima, che abbiamo fatto il 6 aprile: avemmo 18 collegamenti, per un totale di una trentina di partecipanti: tanti presenti negli incontri ravvicinati non li avevamo mai avuti. Nei commenti la scheda che ho inviato ai partecipanti e il brano che leggeremo.

Francesco alle 11.00 celebra a Santo Spirito in Sassia, cioè nel Santuario romano della Divina Misericordia: è la sua prima uscita per una celebrazione da quando vigono le regole della quarantena. Lo seguirò in televisione: lo danno sia Rai1 sia TV2000. Credo che questo gesto del Papa abbia – già prima di sentirne le parole – un significato forte: che l’uscita celebrativa è possibile, sia per il celebrante sia per i destinatari della celebrazione. Poi toccherà alle autorità civili, alla Cei, ai singoli vescovi e sacerdoti e fedeli indicarne e rispettarne le modalità di sicurezza. Francesco dà un’indicazione d’urgenza e di possibilità. Nel primo commento metto l’orazione voluta dal Papa per l’avvio e la conclusione della preghiera dei fedeli, con riferimento all’apparizione del Risorto che – nel Vangelo di Giovanni: lettura del giorno – raggiunge i discepoli “mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano”. A seguire altri momenti della celebrazione.

Domani la Santa Messa sarà celebrata nella parrocchia di Santo Spirito in Sassia, alle 11. E lunedì riprenderemo qui, alle 7. La Messa è finita, andiamo in pace. Così stamane Francesco al termine della celebrazione a Santa Marta. Che gli piacesse fare il Papa con lo stile del parroco l’aveva detto e mostrato più volte, ma gli “avvisi” a fine messa fino a oggi erano mancati. Nei commenti tre richiami a sue battute sul Papa in modalità di parroco e una mia noticina.

Il virus costringe alla distanza e a relazioni virtuali: viralizza le comunità. E che ne è della Chiesa, delle liturgie in diretta streaming, o televisiva? “Questa non è la Chiesa” ha risposto deciso Francesco nell’omelia di stamane: “Questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti”. E “Chiesa, sacramenti, popolo di Dio sono concreti”, non possono essere virtuali, non possiamo finire viralizzati. Nei commenti riporto brani dell’omelia e li raccordo con l’annunciata prima celebrazione che Francesco farà dopodomani fuori del Vaticano, nella chiesa romana di Santo Spirito in Sassia.


Con questa foto ricordo il 93mo compleanno di Papa Benedetto, che cade oggi, e gli mando un bacio di figlio. L’immagine gira in Instagram. Non ne conosco l’autore ma a me pare autentica. Secondo una didascalia che prendo dall’Instagram di Lucio Brunelli essa risalirebbe ad alcuni anni addietro: diciamo, al Benedetto dei primi tempi dopo la rinuncia. Lo ritrae con gli amati gatti davanti alla Grotta di Lourdes che è nei Giardini Vaticani. – Nel primo commento alcune parole dell’arcivescovo Georg Gänswein su questo compleanno, riferite da Vatican News.

L’Annuario Pontificio 2020 innova sui titoli del Papa: Francesco viene presentato con il solo appellativo di Vescovo di Roma mentre gli altri sette titoli – tra i quali “Vicario di Cristo” – sono posti in calce alla pagina sotto la dicitura “Titoli storici”. Nei commenti metto il dettaglio della notizia, la reazione di protesta dei tradizionalisti e la mia opinione che rimanda a un suggerimento della Commissione Teologica Internazionale – sessione del 1970.

“Forse è il momento di pensare a un salario universale che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete, conseguendo l’obiettivo umano e cristiano che nessun lavoratore sia senza diritti”: così Francesco in una lettera inviata il giorno di Pasqua ai Movimenti popolari, nella quale si rivolge ai “lavoratori dell’economia informale, indipendente o popolare”, che non hanno “uno stipendio stabile per resistere alle difficoltà di questo momento”. Nei commenti alcuni passaggi della lettera riportati da Vatican News.