Mese: <span>Aprile 2009</span>

Caterina è una bambina romana di quattro anni che mi è cara. I genitori hanno una casa a Lucoli, paesino in provincia dell’Aquila dove ha infuriato il terremoto. Papà e mamma le spiegano che a Lucoli ora ci sono bambini con la casa rotta e lei fa la sua proposta: “Possiamo dirgli di andare nella nostra! Così hanno anche lo slittino”.

Ho appena ascoltato su Canale 5, Frontiere dello Spirito, la cara amica Cecilia Sangiorgi che colloquiava con il cardinale Carlo Maria Martini – spirito sveglio e parola affannata – sulla “note oscura”, in vista di un nuovo appuntamento per trattare della “notte luminosa” tra sette giorni, il mattino di Pasqua. Ha parlato, il cardinale, della notte di Gesù nell’Orto degli Olivi e di quella di Abramo che deve sacrificare Isacco. Di quella “da cui Dio trae il mondo”, cioè la notte della Creazione. Di quella in cui gli Ebrei sono liberati dall’Egitto. Ha detto d’aver appreso a vivere l’esperienza del buio ricordando che “la notte è sempre seguita dal giorno”. Ha confessato di aver avuto “molta paura da bambino” e poi ha detto con gratitudine: “In questo momento non ho paura”. Una pausa, per un sorriso. Ha concluso facendo sua l’invocazione al Padre – Abbà – che Gesù pronuncia nell’Orto: “Perché so che avrei di nuovo paura se dovessi essere sorpreso dalla notte della sofferenza, o da quella della morte, o da quella più terribile della fede”. – Dedico ai visitatori del blog le parole del carissimo cardinale come augurio di Pasqua. L’anticipo alla domenica dell’Olivo per farlo durare sette volte.

“Ti amo di più io”: letto sulla recinzione in lamiera di un cantiere in piazza Cittadella, a Verona. Lo immagino detto sportivamente, da una sicura di sè, che non si sta lamentando. Competition is competition.

Sono a Sacile, Friuli, per una conferenza al Centro di studi biblici su un tema impossibile: “Oltre la morte. L’orizzonte di una nuova vita”. Ma come fa un cristiano a rifiutarsi di parlare della sua speranza nella “vita del mondo che verrà”? Provi a dire “io non sono un teologo e non sono un biblista” ma se quelli insistono con un perentorio “vogliamo lei” devi andare [http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=1281]. Sono dunque qua e approfitto di un’ora libera per visitare il Duomo (gotico, del 1480-96) che undici anni addietro – in occasione di altra conferenza – non ero riuscito a vedere. Mi attira una lapide che segnala il luogo della sepoltura di un figlio del sultano turco Murad II che qui morì nel 1435 dopo che si era fatto cristiano e aveva preso il nome ebraico di David. Girando il mondo uno quasi si convince che l’umanità abbia già sperimentato tutto quello che potrebbe capitargli.

Il Corriere della Sera: “Berlusconi e la crisi globale. Venti milioni di posti a rischio”. La Repubblica: “Crisi. Gli operai assediano i manager”. La Stampa: “Lavoro. L’allarme di Berlusconi”. Il Messaggero: “Berlusconi: patto sociale globale”. Il Giornale: “Candidati. Tutti i nomi città per città”. Avvenire: “Vite perdute nel Mediterraneo. Sarebbero 200 i dispersi al largo della Libia”. Il titolo di apertura della prima pagina tiene d’occhio l’andamento delle borse o può essere un grido per l’umanità. Oggi solo Avvenire ha scelto di gridare.