Anno: <span>2009</span>

“E’ l’amore divino, incarnato in Cristo, la legge fondamentale e universale del creato. Ciò va inteso in senso non poetico ma reale. Così lo intendeva Dante quando, nel verso sublime che conclude il Paradiso e l’intera Divina Commedia, definisce Dio ‘L’amor che muove il sole e l’altre stelle’. Questo significa che le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della sola materia”: così ha parlato il papa mercoledì, durante la celebrazione della festa dell’Epifania trattando – in riferimento alla stella dei magi – della “peculiare concezione cosmologica” del cristianesimo. Un’omelia bella e vertiginosa. Ha evocato i “padri” che vedono nella nascita di Gesù “l’apparire di una nuova stella nel firmamento”. Ha citato Gregorio di Nazianzo per il quale “la nascita di Cristo impresse nuove orbite agli astri” e ha quasi chiesto aiuto agli astronomi in vista di un aggiornamento epocale della simbologia cosmica cristiana: “Gesù è paragonato dagli antichi scrittori cristiani a un nuovo sole. Secondo le attuali conoscenze astrofisiche, noi lo dovremmo paragonare a una stella ancora più centrale, non solo per il sistema solare, ma per l’intero universo conosciuto“.  Una volta – a Colonia, il 21 agosto 2005 – Benedetto aveva  proposto un’audace similitudine tra il mistero eucaristico e la fissione nucleare (vedi post del 12 giugno 2006). E’ per il teologo che chiede aiuto alla scienza che di nuovo segnalo un’omelia del papa.

I bambini non hanno potuto decorare nulla nelle scuole perché non c’erano alberi, luci, festoni, e per loro il Natale è stato triste. Ma senza gioia come possiamo concepire la pace?“: così ha parlato al telefono con la rivista “Trentagiorni” padre Manuel Musallam, l’unico sacerdote cattolico di rito latino presente nella striscia di Gaza. Alla guerra tra Hamas e Israele il padre Manuel dà questa occhiata: “Lo sappiamo che i palestinesi hanno tirato i razzi contro Israele e che Israele ha risposto attaccando in modo brutale. Ma non sarà questa la soluzione della questione della Palestina! Se vedessimo i palestinesi lanciare i razzi gli diremmo no!, gli diremmo di fermarsi. Ma non è questa la sola pagina del libro: su un foglio sta scritto l’errore dell’uno, sul successivo le colpe dell’altro, in una spirale che non ci sta portando da nessuna parte, di sicuro non alla pace. Al contrario, attrae e prepara più violenza, liti, odio, rifiuto dell’altro, guerra“.

Venite a Fondi gemellata con Dachau“: scritto su un cassonetto della raccolta dei rifiuti in via di Santa Maria Maggiore a Roma. Lo sfogo – immagino – contro la camorra di un giovanotto di Fondi (città sulla via Appia un poco sotto Latina) in trasferta nella capitale per studio o per lo stadio. Oppure uno – sempre di Fondi – che straparla per vendicarsi della ragazza?

Morto come un topo. Era uomo come noi. Afghano cade da sotto il camion dove era aggrappato”: è un titolo di Avvenire del 13 dicembre. Gli do la palma come miglior titolo dell’anno 2008 da me letto in un quotidiano (vedi post del 25 aprile, 11 maggio, 8 luglio).

Da oggi – 1° dell’anno 2009 – non sono più un lavoratore dipendente: sono un pensionato, o forse un libero professionista. Finalmente posso vivere senza competizione. Ovvero, per essere più realista:  posso provare a spendere le mie giornate con uno spirito meno concorrenziale. Chiedo aiuto ai visitatori – se la cosa ha un senso – perché assecondino questo mio sogno. Avrò più tempo da dedicare al blog e immagino di svilupparlo nel segno delle storie di vita e dei “fatti di Vangelo” (vedi la pagina con questo titolo elencata sotto la mia foto) più che in quello del dibattito sull’attualità. Buon anno a tutti.