Mese: <span>Febbraio 2010</span>

Nevica su Roma che non succede mai. Spero duri per un poco e imbianchi bene. La barbona qui davanti fuma sotto l’ombrello. Correndo a scuola mia moglie ha detto: se nevica facciamo a pallate nel cortile. Ha una quinta dove mi ha chiamato a spiegare il lavoro del giornalista. Voglio che la neve sia tanta per lei e per loro.

Ho sempre pensato che un giorno cesseremo di mangiare gli animali e impareremo a comunicare con loro. Segnalo la nascita di un sito che si intitola CATTOLICI VEGETARIANI e che ha questo motto: “Amiamo così tanto il creato che lo rispettiamo. Amiamo così tanto la vita da non toglierla a nessuno“.

Che si possa fornire a Benedetto XVI un’informazione addomesticata non è verosimile: egli è uno degli uomini più svegli che esistano. So per presa diretta che legge personalmente i giornali. Inoltre il sistema vaticano avrà tanti difetti, ma non ha la vocazione a depistare il papa. Anche la necessità  di “parlare” era ormai acclarata. Oltre a una decina di pezzi sull’informazione “addomesticata”, sui giornali di ieri mattina c’erano titoli che descrivevano un papa “adirato” che avrebbe “ribaltato” il Vaticano per “vendicare Boffo”. – E’ un passaggio saccente del mio commento pubblicato oggi dal Corsera a pagina 5 con il titolo “Notizie nascoste al papa”. Le voci, e il capo della Chiesa decide che bisogna intervenire.

Questo è un avviso ai visitatori che vorrebbero registrarsi per lasciare un commento e non ci riescono: con un post del 5 febbraio avevo annunciato che l’ostacolo era superato, ma si è poi visto che non era vero. Chiedo scusa: i miei aiutanti informatici – che sono i figli – stanno lavorando per sbloccare il sistema di registrazione ma ancora non ci sono riusciti. In attesa che io possa dare un annuncio vero di una vera riapertura del cancello, chi volesse accedere al pianerottolo e lasciare un commento mandi un’e-mail e io la inserirò come “messaggio ricevuto”. Nella home page, sulla destra di questo post, c’è la mia bella faccia: scorrendo con il cursore sotto di essa, all’ottava riga si trova la dicitura MANDA UN’E-MAIL. Cliccando su di essa si evidenzia in automatico il mio indirizzo per inviare un messaggio. Sono almeno quattro mesi che non abbiamo nuovi commentatori a motivo di questo disguido e me ne duole. Siate pazienti e scrivetemi come suggerito.

Il caso Boffo è montato nelle ultime settimane arrivando a cambiare natura: da un episodio di giornalismo squadristico a emblema di una lotta interna al mondo ecclesiastico. Stiamo assistendo a uno spettacolo mediatico sganciato dalla realtà, alimentato da due fontane di fuoco comunicanti: il “Foglio” di Giuliano Ferrara e il blog “Settimo Cielo” del settimanale l’Espresso. I fatti – a essere rigorosi – sono solo due e miserelli: l’attacco di Feltri direttore de “Il Giornale” all’ex direttore di “Avvenire” Dino Boffo, costretto a dimettersi il 3 settembre e il loro riavvicinamento sancito da un incontro in un ristorante milanese il 1° febbraio, presente il giornalista e deputato pdl Renato Farina. Il resto è una montatura da cattivo giornalismo. – E’ il baldo attacco di un mio articolo pubblicato oggi da LIBERAL a pagina 11 con il titolo IL VATICANO E LA GUERRA CHE NON C’E’. TUTTE LE INVENZIONI NATE INTORNO ALLA SFIDA (E ALLA PACE IMPROVVISA) TRA FELTRI E BOFFO.

Il braccio nordafricano di Al-Qaeda sposta al primo marzo l’ultimatum per la liberazione di Sergio Cicala, rapito con la moglie Philomene in Mauritania il 18 dicembre: lo ucciderà se non ottiene la liberazione di suoi prigionieri detenuti in Mali. La notizia è di sabato. Il comunicato non nomina Philomene, che nella foto della coppia diffusa il 28 dicembre aveva il volto e le mani oscurati. Da quando ho visto quella foto vengo dicendo a Philomene: i sepolcri imbiancati ti hanno oscurata perché ritengono peccaminosa la tua bellezza e non invece la loro violenza. Rovesciano i significati e non sanno di farlo. La bellezza delle donne li oscurerà pacificamente.

“Quando sono tornata ho visto un’ambulanza sottocasa e mi sono detta: questo è papà”. Non c’è nulla come la libertà di parola dei figli a tenerti sveglio.

Leggo sul Corsera di ieri la cieca storia di Medine Memi, ragazza kurda di 16 anni sepolta viva dai familiari a Kahta, in Turchia, perchè aveva “amici maschi”. Mi interrompo per parlare al telefono con la mia figlia di sedici anni che sta andando al cinema con le amiche e bisticciamo sul ritorno a casa nella notte romana. Con due telefonate agitate decidiamo che andremo a prenderla all’uscita dalla sala. Pieno di confusione cerco Kahta sull’atlante e non la trovo. Immagino che non sia lontana dalla regione di Van, nella Turchia sudorientale, dove sono i miei amici Ugolini: vedi post del 14 gennaio. Li penso con amore e mando un bacio a Medine.

Ho visto il film L’UOMO CHE VERRA’ di Giorgio Diritti, che racconta le stragi tedesche dell’autunno del 1944 nella zona di Monte Sole, comune di Marzabotto, provincia di Bologna: sono contento che sia stato realizzato e invito a vederlo. Finalmente un film che descrive con realismo i partigiani e i tedeschi, senza l’abituale esaltazione ideologica della resistenza, con buona presa sui fatti. Mette in risalto il legame delle comunità contadine dell’Appennino bolognese con i suoi preti, che non le abbandonano e muoiono con loro. Il dramma è visto e narrato con gli occhi di una bambina muta che sopravvive con un fratellino allo sterminio di tutta la sua famiglia e che in un quaderno di scuola scrive: “Ho capito che ci sono tante persone che vogliono ucciderne tante altre ma non so perchè”. Chi ha letto il volume di Luciano Gherardi, LE QUERCE DI MONTE SOLE. VITA E MORTE DELLE COMUNITA’ MARTIRI FRA SETTA E RENO. 1848-1944 (Il Mulino 1986), ritroverà persone nomi luoghi gesti e parole che conosce. Nel primo commento un suggerimento di lettura all’interno di questo blog, nel secondo la lode di una recensione del film.

I miei figli – che mi aiutano nella gestione informatica del blog – hanno ripristinato la voce REGISTRATI che era scomparsa dalla home page, pare da alcuni mesi, non sanno dirmi come e perchè. Succedeva dunque che nessun nuovo visitatore desideroso di lasciare commenti riusciva a registrarsi: ringrazio chi, scontrandosi con questa difficoltà, non si è arreso e mi ha costretto a rimediare. Chiedo scusa a chi non è potuto entrare e lo invito – se mi legge – a riprovare: ora la funzione è riattivata. Io ero ben meravigliato vedendo che i visitatori aumentavano ogni mese ma non compariva da tanto nessun nuovo “commentatore”. Mi dicevo: vorrà dire che il pianerottolo ha perso la vecchia capacità di attirare i commenti. Invito i visitatori involontariamente respinti a mostrare che non è vero, tornando a bussare. Chi dormiva finalmente si è svegliato ed è pronto ad aprirvi. Luigi