Mese: <span>Aprile 2011</span>

Dopo una vita assieme, sono morti a distanza di poche ore l’uno dall’altra. Prima si è spenta Bertilla, alle 9 dell’altra mattina; poi, alle 18, ha chiuso gli occhi Antonio. Saranno sepolti assieme oggi [11 aprile], dopo il funerale che sarà celebrato da don Guido nella chiesa parrocchiale di S. Maria Ausiliatrice a Saviabona […]. «Dopo tantissimi anni passati assieme, nessuno ha lasciato solo l’altro, ma se ne sono andati per mano. Papà non aveva saputo della morte della mamma, ma anche se lo avesse saputo probabilmente non avrebbe retto senza di lei. Sono stati un grande esempio di amore a cui dobbiamo ispirarci». – E’ l’attacco e la conclusione di un articolo del collega Diego Neri pubblicato oggi dal Giornale di Vicenza con il titolo MUORE NOVE ORE DOPO LA MOGLIE.

Batto le mani alla Corte costituzionale che giovedì ha dichiarato illegittimo il divieto all’accattonaggio quando sia posto dai sindaci, per loro iniziativa, in casi non previsti dalla legge e al di fuori di situazioni di emergenza. – Le mie scelte sono spesso nominali: legate ai nomi. La mia mamma si chiamava Saracini e io tifo tuttodì per i musulmani, i mori i moriscos e ogni sorta di immigrato legale o clandestino. Mio padre si chiamava Accattoli, donde la mia simpatia per gli accattoni d’ogni specie e sottospecie.

Le capre sono dispettose ma intelligenti. Si arrampicano, vanno sul bordo, saltano da una trave all’altra ma non cadono, non inciampano. Se si trovano in difficoltà ti chiamano. Fanno un belato basso, breve. Poi ascoltano ferme. Aspettano che arrivi o gli rispondi. Una era saltata contro il recinto ed era restata impigliata con il collare su un’asta di ferro e belava piano e attenta e non si muoveva. Un altro animale si sarebbe strozzato. I cani, i gatti, i cavalli sono intelligenti. Gli agnelli no, secondo me. Sono più tranquilli ma meno svegli. Vanno uno dietro l’altro. Le capre no”. – Sono a Recanati, dal contadino cacciatore. Mangiamo i fagiani che ha cacciato e mi godo i suoi racconti.

Sono in giro a trottola per l’Italia e mi capita di tutto. Martedì a Livorno ero a cena con il sindaco Alessandro Cosimi e il vescovo Simone Giusti che concertavano su come accogliere gli immigrati di Lampedusa. “Domani mattina alle sette sarò al Porto perchè a quell’ora ne arrivano altri duecento”, diceva Cosimi con il quale il pomeriggio avevo discusso della “morte dei giovani” al Centro culturale Piazza Grande. Ieri sera ascoltavo su La 7 il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che spiegava da Lilli Gruber le modalità di accoglienza in Toscana, con smistamento dei cinquecento arrivi in 22 centri, molti dei quali offerti dalle Caritas e altre strutture della Chiesa. Per la quota livornese avevo avuto un’anteprima dal vivo davanti a un vivissimo cacciucco da Beppino, alla Barcarola.

Tra lo stupore di molti il 1° gennaio scorso il Papa aveva annunciato una nuova Giornata delle religioni ad Assisi nel 25° della prima (27 ottobre 1986): oggi conosciamo lo svolgimento della nuova giornata e lo stupore forse resta ma ridotto di una buona metà. Vi sono infatti varie novità – tre o quattro – rispetto al 1986 e tutte nella direzione di un maggiore controllo dottrinale in modo da evitare contaminazioni e sincretismi. Una nota vaticana pubblicata sabato definisce l’iniziativa, gli dà un tema e ne articola lo svolgimento. Ci saranno il pellegrinaggio e l’affermazione del “comune impegno per la pace” come nel 1986; e come nel 2002 le delegazioni – Papa compreso – arriveranno in treno da Roma. Sanno nuovi: l’estensione dell’invito a “personalità” del mondo della cultura e della scienza, la mancanza di momenti pubblici di preghiera delle diverse religioni: la preghiera troverà posto in un “tempo di silenzio”. – E’ il didascalico attacco di un mio articolo pubblicato ieri da LIBERAL con il titolo LE NOVITA’ DELLA GIORNATA DI ASSISI INDETTA DAL PAPA.

Quando è incominciata l’insurrezione ci avevano proposto di fuggire. Ma io e i miei coadiutori – siamo in sei, cinque francescani e un salesiano – abbiamo detto no, abbiamo risposto che volevamo restare qui al nostro posto perchè il nostro primo scopo è stare vicino ai malati e ai sofferenti“: così Silvestro Magro, vescovo a Bengasi, che da quando è iniziata la rivolta celebra la messa nell’ospedale gestito da cinque suore e che ieri è stato intervistato da Avvenire.

«Bastava che ci guardasse ed eravamo guarite»: parole di una donna musulmana algerina che era stata curata nel monastero di Thibirine dal padre Luc e che va ancora lì per gratitudine. Le riferisce Jean-Marie Lasausse nel volume «Il giardiniere di Tibhirine» tradotto in italiano dalla San Paolo. Dedico un bicchiere di Vino Nuovo al giardiniere e alla donna musulmana.

«Ricordo che abbiamo 9mila comuni e dunque se restassero 9mila nuovi cittadini basterebbe distribuirli uno per comune e non sarebbe difficile trovare loro un’occupazione. Lo voglio dire perchè dobbiamo ricordarci di essere stati anche noi un Paese di migranti e perciò dobbiamo essere comprensivi e ospitali»: così Berlusconi sabato. Lodo quelle parole. – Ma come, non sei di centro-sinistra? – Sono di centrosinistra ma apprezzo una giusta parola, da chiunque venga. – Guarda che nella maggioranza di governo quell’affermazione del premier non è condivisa. – Se non è condivisa la lodo due volte.

Nella domenica “Rallegrati Gerusalemme” dedico ai visitatori la descrizione che il Libro di Samuele ci dà – nella prima lettura – di Davide adolescente: “Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto“. Quell’immagine aveva conquistato il Verrocchio, Donatello e Dante (Purgatorio 3, 107): “Biondo era e bello e di gentile aspetto“. Mi piace nominarli insieme e tutti lodarli per la luce nella quale hanno accolto e donato a noi la figura del più piccolo tra i figli di Iesse il betlemita.

Sono favorevole alle elezioni anticipate. Le risse in Parlamento e il sonno della politica bastano a dire la nostra disgrazia, mentre galoppa la disoccupazione dei giovani e i drammi del mondo sempre di più ci tirano nel vortice. Può anche capitare che il voto non risolva, ma credo che il tentativo vada fatto al più presto.