Mese: <span>Agosto 2013</span>

Mi verrebbe da chiamarli “Minima papalia” con riferimento ai “Minima moralia” di Adorno: oggi ne sono arrivati due, gesti minimi ma che dicono qualcosa dell’uomo che il 13 marzo è stato chiamato a fare il Papa. Ieri ha fatto una privatissima e non preannunciata visita ai lavoratori della “zona industriale” del Vaticano: qui l’intervista a un operaio della centrale elettrica. Qualche giorno addietro aveva telefonato a uno che gli aveva scritto per l’uccisione di un fratello: e l’aveva fatto senza preannuncio di un ufficio, dicendo “ciao Michele sono il Papa, ho ricevuto la tua lettera e ho pensato di chiamarti“.

Mamma e bimbo ridono sul letto in attesa che lui dorma: Gabriele ha quattro anni. Lei si fa seria, lo guarda negli occhi e domanda: “Ma tu da dove arrivi?” E lui serio di rimando: “Dal mondo dei Gabrielani”. La mamma si chiamava Lina, era una visitatrice del blog e una volta l’ho ricordata qui.

San Gaetano vi ama molto! Vi chiede soltanto una cosa: che vi incontriate! Che andiate e cerchiate ed incontriate i più bisognosi! Però non da soli, no. Con Gesù e con San Gaetano! Vai a convincere un altro che si faccia cattolico? No, no, no! Vai ad incontrarlo, è tuo fratello! E questo basta. E tu vai ad aiutarlo, il resto lo fa Gesù, lo fa lo Spirito Santo“: parole di Papa Bergoglio consegnate a un videomessaggio per la festa di San Cayetano, San Gaetano da Thiene, che ricorre oggi e che è molto popolare in Argentina.

Cornacchie e papaveri sulla cimasa sfrangiata delle Mura Aureliane tra Porta San Sebastiano e la Cristoforo Colombo. Seduto sulle stoppie del greto stradale che fronteggia il muro con le sue dieci torri e dieci cortine, penso a quanti barbari saranno morti qui di giavellotto nell’assalto alla Caput Mundi. Ora invece i gabbiani trasvolano leggeri di qua e di là nel dopo Schengen.

Ma da dove venivano quel palloncino e quella maglietta con i colori del Brasile che il Papa, lunedì 29 luglio, al rientro da Rio de Janeiro ha portato sull’altare della cappella della Madonna, in Santa Maria Maggiore? Uscito Francesco in automobile dall’aeroporto di Ciampino, nell’attesa del semaforo verde per l’immissione sull’Appia, un gruppo di ragazzi appena rientrati da Rio lo circondano e lui abbassa il finestrino e loro gli offrono il palloncino e la maglietta che avevano tra mano: due pezzi del “kit del pellegrino” che a Rio era stato distribuito ai partecipanti. Il Papa li ha accolti come uno dei segni della sua vicinanza ai giovani e ha voluto farli arrivare – a suo modo – alla Salus Populi Romani. Era andato a pregare nella Cappella Paolina prima della partenza per Rio e vi è tornato a ringraziare al ritorno. Non avendo fiori, le ha “passato” quei gadget che aveva avuto dai ragazzi. Non sono mancati i mugugni ma è tutto qua ed è semplice per chi è semplice. “Credo che Dio ci chiede in questo momento più semplicità” ha detto Francesco a Rio parlando a “Tv Globo”.

Sono stato ieri alla Notte dei Fori e ho camminato in mezzo a una tipica folla delle “estati romane”, solo più fitta, da Piazza Venezia a via Labicana, per festeggiare la chiusura – da ieri – al traffico privato di una metà della via dei Fori: da largo Corrado Ricci al Colosseo. Mio entusiasmo per il Colosseo dove si poteva entrare gratis, finalmente libero dall’assedio delle marmitte. Mio timore che a settembre con il ritorno della ferie la circolazione nella zona ne resti paralizzata: io abito a un chilometro e 100 metri dal Colosseo. Entusiasmo, timore e sentimenti minori spintonati dagli applausi e dai fischi al sindaco Marino, che ha percorso avanti e indietro la via dei Fori, raggiante come la sua fascia tricolore, scortato da vigli e poliziotti.

Scrivo per servire la vita e il suo Creatore, per cantarla, lodarla e valorizzarla anche di fronte alla mediocrità del mondo e agli abissi più neri in cui ogni essere può sprofondare“: parole di Luisa Lanari, scrittrice e blogger provata da molti malanni. Conosco Luisa (40 anni, mamma di due bambini, impiegata al Comune di Perugia) solo dal blog, dove lei si presenta con immediatezza ma non narra le prove che sta affrontando. Da una comune amica apprendo che ha un tumore alla tiroide, un disturbo bipolare e problemi al cuore. Le mando un bacio di gratitudine e la saluto con un bicchiere di VINO NUOVO.

Ai musulmani nel mondo intero. È per me un grande piacere rivolgervi il mio saluto in occasione della celebrazione di ‘Id al-Fitr’ che conclude il mese di Ramadan, dedicato principalmente al digiuno, alla preghiera e all’elemosina. È ormai tradizione che, in questa occasione, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso vi mandi un messaggio augurale, accompagnato da un tema offerto per la riflessione comune. Quest’anno, il primo del mio Pontificato, ho deciso di firmare io stesso questo tradizionale messaggio e di inviarvelo, cari amici, come espressione di stima e amicizia per tutti i musulmani, specialmente coloro che sono capi religiosi. Come tutti sapete, quando i Cardinali mi hanno eletto come Vescovo di Roma e Pastore Universale della Chiesa cattolica, ho scelto il nome di «Francesco», un santo molto famoso, che ha amato profondamente Dio e ogni essere umano, al punto da essere chiamato «fratello universale». Egli ha amato, aiutato e servito i bisognosi, i malati e i poveri; si è pure preso grande cura della creazione. – E’ l’attacco del messaggio del Papa ai musulmani per la festa di fine Ramadan. Segnalo la firma papale del messaggio e l’evocazione di Francesco d’Assisi che è guardato con rispetto nel mondo dell’Islam.

La sentenza è calda quanto la stagione in cui cade, ma proprio per questo è necessario darne una lettura fredda. Di una tale lettura gli avversari di Berlusconi hanno bisogno quanto lui: l’autorità di una sentenza dipende anche da come la difendi o l’invochi. Io confido in una difesa e in un’invocazione pienamente coerenti, cioè piene e coerenti. Ma perché come tali possano essere intese dalla maggioranza del Paese – che è un’esigenza essenziale per la salute del nostro ordinamento – vedo importante che non vi siano esultanze o recriminazioni aggressive. Voglio dire: è inevitabile che vi siano, di sicuro vi saranno, ma è bene che siano minoritarie.