Mese: <span>Ottobre 2015</span>

Sulla fronte del Teatro dell’Opera di Roma c’è una scultura con cinque muse danzanti: così le chiamo io che passando là davanti sempre osservo a che punto sia la danza. Abito a 200 metri e non so chi siano, che nome abbiamo, chi le abbia fatte così belle. Tre volte sono entrato nell’androne a chiedere, ma gli uscieri mi hanno dato risposte vaganti: “Dottò che vole che sieno, so’ le ninfe”. Chiedo aiuto. Chi sa mi dica.

“Se il sindaco Marino non coglie la gittata della sua mossa – e mi pare evidente che così sia – sarà bene che quanti la colgono s’impegnino a sottrarre al più presto la scacchiera al temerario scacchista”: è un brano pieno di penose metafore ludiche con cui commento, in un fondo del “Corriere Roma”, il penoso gioco delle dimissioni inscenato dal noto chirurgo.

“Moltiplicare la presenza delle donne tra i docenti dei seminari, valorizzare il loro apporto culturale nei campi teologico e biblico, fare un Sinodo sulla donna; inserire donne nel ‘Gruppo dei nove’ che aiutano il Papa nel governo della Chiesa [sono cardinali], nelle Conferenze episcopali, nei livelli alti delle Congregazioni romane e sempre con diritto di voto: sono le proposte che Lucetta Scaraffia – docente di Storia contemporanea alla Sapienza ed editorialista dell’ Osservatore Romano – farebbe al Papa per aiutare la Chiesa a vincere la sua ‘irreale e surreale’ misconoscenza del mondo femminile”. E’ l’attacco elencatorio di una mia intervista a Lucetta Scaraffia pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”. Vedi altro nei commenti.

A mezzogiorno sono state annunciate le nomine – anticipate dai media ma spiazzanti – di un parroco di Modica, Corrado Lorefice, ad arcivescovo di Palermo e di un ausiliare di Roma, Matteo Maria Zuppi, ad arcivescovo di Bologna. Spiazzanti come già le nomine a cardinali degli arcivescovi di Perugia, di Ancona e di Agrigento. O la chiamata al Sinodo di due parroci. Spiazzamenti nel segno dell’uscita dalle cordate ecclesiastiche e dell’avvicinamento alle “pecore”. Ne dovrò scrivere: datemi spinte.

Aggiornamento al 28 ottobre. Qui si può leggere una mia intervista al nuovo arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”

Qui la mia interpretazione delle due nomine pubblicata dallo stesso “Corriere”

Immagino che Papa Francesco si aspettasse di più dall’insieme dei due Sinodi sulla famiglia; ma io no, non mi aspettavo di più e ritengo che la conclusione sia buona. Trovo ottima la decisione del Papa di pubblicare la relazione finale accompagnata dall’esito degli scrutini. Ho scritto per il Corsera un commento volante: domani lo posterò. Per il momento, buona notte a tutti.

Aggiornamento al 25 ottobre. Qui è il mio commento volante che il Corsera ha intitolato I tre fronti dei cardinali.

Terzo e ultimo tempo della mia antologia di voci sinodali. Parto dal teologo domenicano Giovanni Cavalcoli, da me conosciuto a Bologna quando andavo a incontrare – a San Domenico – il padre Casali: “Non è lecito il metodo di certi cattolici di appellarsi direttamente alla Tradizione per criticare il Magistero del Papa e della Chiesa, come per esempio le dottrine del Concilio Vaticano II, perché il Magistero della Chiesa, per volere stesso di Cristo, è custode supremo, infallibile e insindacabile della Tradizione e quindi non ha senso voler correggere il Papa o il Magistero in nome della Tradizione, la quale, per la scorrettezza di questa operazione, viene con ciò stesso falsificata”.

Ho avviato con il posto di ieri un’antologia delle voci venute dal Sinodo che oggi e domani porterò avanti senza cedere alla tentazione della polemica. Metto per prima un’opinione di Adolfo Nicolas, preposito della Compagnia di Gesù, che ha la data del 7 ottobre e inizia con queste impegnative parole: “Si tratta di ricavare uno spazio di misericordia nel diritto”. Vai ai commenti.

Ultimi giorni del Sinodo, mi preparo alle conclusioni ripassando gli appunti che ho preso a partire dalla tumultuosa vigilia. Metto per primi due passi della relazione del Cardinale Péter Erdo, che è del 5 ottobre: sono parole che mi hanno dato da pensare e non sono sui temi della polemica. Le metto nei commenti per prime. La mia mini rassegna è un invito a cercare oltre la disputa più vulgata. L’antologia continuerà domani e dopo, in attesa del testo finale che mi immagino il Papa farà pubblicare sabato, come l’anno scorso.