Mese: <span>Febbraio 2016</span>

Padre Pio è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, “l’apostolato dell’ascolto”. San Pio non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore. Si dissetava continuamente da Gesù Crocifisso, e così diventava un canale di misericordia: così il Papa ha parlato oggi ai Gruppi di Preghiera Padre Pio che ha incontrato in piazza San Pietro. Nei commenti altre utili parole del Papa.

Di sicuro Papa Francesco con la sua insistenza su Dio che “perdona sempre e perdona tutto” si trova meglio con Leopoldo Mandic che con Padre Pio, ma per il Giubileo li ha voluti ambedue e li ha voluti insieme, forse a segnalare che il confessore dev’essere a un tempo giusto e accogliente, ovvero misericordioso. Deve aver visto nei due santi cappuccini le due modalità che si offrono al confessore per farsi carico – realmente – della situazione di chi si confessa. E’ la conclusione di un mio volenteroso e lungagnato articolo pubblicato l’altro ieri dal Corsera in preparazione alla venuta a Roma dei due santi, che sono arrivati ieri e che ora vado a incontrare a San Lorenzo fuori le Mura.

Visitatori belli il blog è in cura per disfunzioni varie e tra esse c’è la non visibilità di parte dei vecchi commenti. Ma si può commentare. Avvertirò appena sciolto l’impiccio. Mi scuso per il disagio, come dice il capotreno.

Ecco l’omaggio alto di un ebreo al crocifisso, ovvero al portatore del crocifisso, ovvero agli uomini tutti che furono e che sono crocifissi: lo prendo dalla memoria di Auschwitz che ci è venuta qualche giorno addietro da Alberto Mieli e che ho già segnalato il 27 gennaio con un post intitolato Ucciso con la croce che si era costruito per pregare. Lo riporto al primo commento e lo dedico ai visitatori che nei giorni scorsi qui hanno discusso del tribolato rapporto tra gli ebrei e il crocifisso. Anche in questo caso vale la regola d’oro dell’ecumenismo del sangue: nei campi di concentramento e nelle persecuzioni d’ogni dove noi abbiamo imparato a onorare la kipà e gli ebrei hanno imparato la croce.