Mese: <span>Ottobre 2016</span>

La giornata di Lund è ricca di parole da memorizzare: come vuole il mio metodo, ne farò un’antologia e prendo il titolo dal primo dei due interventi del Papa. Nei commenti insieme ai testi darò i link alle fonti.

A Muccia, dove la statale della Valnerina sbocca nella 77 della Val di Chienti, è un bar dove sosto quando vado da Roma a Recanati: e ci andavo ieri per vedere i genitori e gli amici al cimitero di Bagnolo. Ma l’Hotel Ristorante Carnevali era chiuso, cintato da nastri con le scritte “Pericolo di crollo”. Sul piazzale, in un gazebo, la nuova sede del bar, ad accogliere i viandanti e a fare coraggio ai residenti. Nella foto il mio abbraccio alle coraggiose bariste.

No al proselitismo, allo spirito settario e alle strutture quiete. Avere il cuore inquieto e camminare insieme con i fratelli luterani. Sono affermazioni del Papa in un colloquio in vista della visita a Lund, in Svezia, per il 500° della Riforma, con la rivista dei gesuiti svedesi “Signum”, diffuso ieri in traduzione italiana dalla “Civiltà Cattolica”. Nei commenti alcuni brani.

Mio dono ai visitatori: è il volto di un crocifisso in legno della Basilica Vaticana, già attribuito a Pietro Cavallini, appena restaurato e presentato stamane ai giornalisti. Sono andato per voi alla presentazione. Ne è venuta una mattinata felice davanti al volto parlante. Nei commenti altre pagliuzze delle mia felicità.

In avvicinamento ai Santi e ai Morti propongo altre parole parlanti del Leopardi, simili a quelle dell’idillio “Il Sogno” che ho riportato il 22 ottobre: “Sei tu quella di prima?”. Anche l’attacco del canto “A Silvia” è mosso dalla corda dell’interrogazione a colei che non è più. Stavolta non si tratta di parole in sogno, ma di una diretta interpellanza rivolta da Giacomo alla persona amata. Nel primo commento la strofe d’apertura, che è la più intensa dell’intero volume dei “Canti”.

Nell’omelia di stamane al Santa Marta e parlando subito dopo alla Congregazione Generale dei Gesuiti [è andato a trovarli nella sede della Curia generalizia], Francesco ha lanciato nuovi moniti agli assonnati (Gesuiti) e ai rigidi (omelia). Riporto nei commenti i passi rosseggianti.

C’è un canto del Leopardi intitolato “Il sogno”, che viene datato 1819-1821, nel quale Giacomo è visitato in sonno dall’immagine di una donna che è morta e che forse ha amato, insomma una Silvia o una Nerina che canterà più avanti. Lei parla per prima e ne viene un dialogo che ricorda quello di Petrarca che in sogno è visitato da Laura nella canzone 359. Ma c’è un momento nel quale Giacomo si stacca dal modello e chiede inquieto a colei che gli fa visita: “Sei tu quella di prima?” Dedico ai visitatori le cinque parole, le uniche di questo canto che siano degne dei testi migliori del Leopardi. Le propongo in vista dei santi e dei morti ai quali ci avviciniamo. Nei commenti un aiuto a intenderle.