Il blog di Luigi Accattoli Posts

“Sospeso il Carnevale di Venezia – chiuso il Duomo di Milano”: dai titoli del Tg1 delle 20.00.

Francesco nell’esortazione “Querìda Amazonìa” ricorre all’arte della parola di sedici poeti e scrittori per narrare l’Amazzonia e aiutarci a intendere che il suo destino confina con il nostro. Ho già dedicato tre post alle loro voci ed ecco le ultime tre. Il mio grazie agli autori e al Papa che li ha voluti nel suo testo.


Eccomi al Divino Amore, alla tomba dei coniugi “beati insieme” Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Scatta la foto don Giampaolo Centofanti che dal 3 febbraio commenta qui nel blog il Vangelo del giorno. Lo potete vedere in mia compagnia in una foto che riporto nel primo commento.

“L’acqua abbaglia nel gran Rio delle Amazzoni” scrive Papa Francesco al paragrafo 44 di “Querida Amazonìa” e nel 43: “In Amazzonia l’acqua è la regina, i fiumi e i ruscelli sono come vene, e ogni forma di vita origina da essa”. Nel 45: “Il Rio delle Amazzoni è la colonna vertebrale che armonizza e unisce”. Jorge Mario Bergoglio conosce i grandi fiumi della sua Argentina: la memoria del Rio della Plata l’aiuta a intendere qualcosa dell’acqua regina dell’Amazzonia. Ma sente che la sua parola, pur mossa, non è bastante e allora ricorre ai poeti e agli scrittori “innamorati della immensa bellezza del Rio delle Amazzoni”, i quali – ci dice – al paragrafo 46 – “hanno cercato di esprimere quanto il fiume faceva loro percepire, e la vita che dona al suo paesaggio, in una danza di delfini, anaconda, alberi e canoe”. Ecco altri quattro autori – oltre agli otto che ho riportato nei post precedenti – chiamati da Francesco a narrare il grande abbaglio del re dei fiumi. Nei commenti riporto i loro brani che il Papa ha inserito nella sua esortazione.

“E’ un segno di speranza che i vescovi dei paesi mediterranei si siano dati appuntamento per trattare dei drammi dei loro popoli invece che per dibattere ancora e sempre le questioni interne alle Chiese”: è la conclusione di un mio articolo sul raduno episcopale di Bari dal titolo “Mediterraneo frontiera di pace”, raduno avviato ieri al Castello Svevo e che andrà fino a domenica quando sarà concluso dal Papa. L’articolo è pubblicato dal “Quotidiano del Sud” e lo riporto per intero nei primi quattro commenti.

Come promesso nel post del 15 febbraio, eccovi altri quattro scrittori e poeti evocati dal Papa nella “Querida Amazonia”. Quasi convocati a sinodo. Li riporto nei commenti, con titoletti miei, perchè mi hanno aiutato a vedere quella terra come una patria dell’umano. Ma li riporto anche per invogliare i visitatori del blog a leggere l’esortazione che ci fa vicino un mondo lontano.


Veduta a notte di Santa Maria Maggiore con la nuova illuminazione appena inaugurata. Sono passato di là per darvene un riflesso. 130 proiettori led, una nuova visibilità per la loggia e il campanile. Altre foto nei commenti.

“Querida Amazonia” è anche un’antologia di poeti e scrittori: riporta sedici brevi testi letterari, perchè Francesco è convinto che l’arte della parola ha la capacità di comunicare una più alta visione del reale. Nei commenti riporto i primi quattro testi, ripromettendomi di mettere gli altri in altri post, i prossimi giorni. Amo pensare che passerò un tempo e due tempi con questo messaggio del Papa che mi ha spiazzato e allietato. [Riporto i testi nell’ordine con cui appaiono dell’esortazione. I titoletti sono miei]

Nella disputa su “Querida Amazonia” ho sentito più persone paragonare l’attuale frenata riformatrice di Francesco a quella di Paolo VI nel biennio 1967-68, che riguardò molte materie ed ebbe la manifestazione più forte con Humanae Vitae. Nei commenti richiamo e critico questo paragone, argomentando che Paolo VI in quel biennio fermò tutte le riforme, mentre ora Francesco ne ha solo rinviate alcune.

Ho passato la giornata a rispondere a richieste di commenti al documento papale. Ora provo a tirare le fila di riflessioni che mi sono trovato a improvvisare in risposta a domande poste con le angolature più varie. A ogni interpellante spiegavo che non mi aspettavo un testo come quello che abbiamo avuto. Qui non ho bisogno di dare questa spiegazione, avendo già fatto due post che chiariscono come mi aspettassi altro. Il nocciolo della mia interpretazione, che svolgerò a passi cauti nei commenti, è il seguente: abbiamo a che fare con un’esortazione post sinodale assai diversa da quelle conosciute fino a oggi. Essa non dà risposta positiva alle richieste di riforma che sono state avanzate ma neanche le respinge. Dunque in sostanza le questioni poste restano aperte. E’ come se il Papa invece di dire “sì” o “no” abbia detto: aspettiamo. Nei commenti provo a dire meglio.