All’Angelus il Papa ha chiamato alla preghiera perchè siano allontanati i venti di guerra. Ieri aveva affidato a un tweet la stessa invocazione. Nel primo commento riporto l’appello di oggi, nel secondo il tweet di ieri.
Il blog di Luigi Accattoli Posts
Come già ho narrato in un post del 1° gennaio, Francesco martedì 31 dicembre ha partecipato privatamente alla celebrazione della messa di addio della storica del cristianesimo e sua amica Maria Grazia Mara, che era morta il giorno prima a 95 anni. Interrogando qualche partecipante alla celebrazione e visitando il sito dell’Istituzione Teresiana in Italia [una pia unione alla quale Maria Grazia apparteneva] ho acquisito alcune foto e qualche informazione su quella messa e su Maria Grazia. Le propongo nei commenti.
Su Francesco strattonato che perde la pazienza e poi chiede scusa il Corsera pubblica oggi due miei articoli: una cronaca e un’intervista all’arcivescovo Fisichella. Non riuscendo a fornirne un link affidabile, per i limiti dell’accesso libero al Corsera online, riporto i due testi nei commenti. Il “Corriere Roma” ha poi – sempre oggi – un mio commento all’omelia del Papa durante la celebrazione del Te Deum di fine anno. Anche quello riporto dopo gli altri due testi. La frase di Francesco che ho posto a titolo del post è citata da Fisichella, che la riprende da una conversazione in aereo.
Maria Grazia Mara è stata mia professoressa di Letteratura Cristiana Antica alla Sapienza. Le ho voluto bene per l’indomita libertà di parola e giovinezza di spirito delle quali ha fatto dono a tanti e a me fino a questi ultimi anni. Se ne è andata il 30 dicembre a 95 anni. Mi ha commosso il Papa che ha voluto partecipare, ieri pomeriggio, alla messa di addio che si è tenuta nella chiesa di San Giuseppe al Nomentano. Nei commenti dico qualcosa di me e di Maria Grazia e soprattutto della gratitudine che Francesco aveva per lei.
La rivista dei gesuiti “Civiltà Cattolica” compie 170 anni e per l’occasione il Papa gesuita manda alla redazione un messaggio autografo. Lo riporto nel primo commento, segnalando con il titolo del post la punta pungente del testo: “La civiltà cattolica è quella del buon samaritano”. Nel secondo commento metto una mia noticina.
Ho letto l’intervista di “Repubblica” all’amica di una delle ragazze travolte da un’auto mentre attraversavano Corso Francia fuori dalle regole: un’intervista che vi propongo nei commenti come preghiera di fine anno. In essa trovo parole da tenere con me avendo avuto per due volte un figlio e per tre volte una figlia di sedici anni. Volendo farmi padre dei sedicenni che vedo per via.
Mando ai visitatori un saluto di fine anno con questo gheppio che sorvola una foresta delle Dolomiti bellunesi: foto di Giacomo De Donà da me ritagliata e sobriamente illuminata. Uccello predatore. Luce di rapina. Freccia dell’anno.
Per una manciata di motivi stavolta dico qualcosa del pellegrinaggio a Loreto. Perché sono nato là vicino e vi ho sempre pellegrinato. Perché un’amica eritrea vi è andata ora da Roma nel fine settimana, con altre 7 eritree, nere tutte come la Vergine lauretana e tra loro c’erano 3 ortodosse, una protestante e una musulmana. Perché l’8 dicembre è partito il giubileo lauretano che andrà fino all’Immacolata del prossimo anno: è l’attacco di un mio testo pubblicato ora dalla rivista Il Regno. Nei commenti il racconto del pellegrinaggio delle mie amiche di Eritrea e quale altro spunto.
Questo post è nel segno della varietà applicata al Papato: prende spunto da francobolli tunisini dedicati ai tre Papi africani che avemmo nei primi secoli e segnala alla buona quanta mai storia e geografia siano restate intrecciate alle vicende dei vescovi di Roma, nonché quanto vario sia oggi l’atteggiamento dei paesi musulmani nei confronti del cristianesimo. La varietà giova alla salute, come l’aprire le finestre e l’uscire di casa.
Tornati dalla messa di mezzanotte abbiamo messo il Bambino e l’angelo. I pastori hanno acceso il falò e il presepe ora è pieno di colori.
2 Commenti