Il blog di Luigi Accattoli Posts

Rilievo dell’Arco di Tito con i legionari che nel 70 dopo Cristo portano in trionfo a Roma il Candelabro a sette braccia che avevano saccheggiato dal Tempio di Erode: immagine con cui introduco la registrazione audio dell’ultima serata di Pizza e Vangelo, nella quale leggemmo da Marco 13 le parole di Gesù sul Tempio: “Non sarà lasciata qui pietra sopra pietra”. Nel primo commento giustifico il richiamo del titolo a Pompeo e a Tito. Nel secondo dico perchè alla traduzione “pietra su pietra” preferisco quella del Tommaseo “pietra sopra pietra”
Questa foto l’ho scattata tra le rovine di Cartagine lo scorso 11 febbraio: vedi ai post del 13, 14, 24 di quel mese
Papa Francesco al Muro del Pianto il 26 maggio 2014 – per introdurre la scheda della lectio di Pizza e Vangelo che faremo via Zoom domani, lunedì 4 marzo 2024 alle 21.00, sul capitolo 13 del Vangelo di Marco, dove Gesù dice del Tempio di Erode il Grande che di esso “non resterà pietra sopra pietra”. Nei commenti riporto la scheda e metto l’invito a collegarsi che rivolgo a tutti i visitatori del blog
Evangelario d’Avorio del V secolo – Museo dell’Opera del Duomo di Milano – per presentare la registrazione audio della serata di pizza e vangelo di lunedì 19 febbraio, quando leggemmo nel Vangelo di Marco il conturbante episodio che invita a guardare alla vedova che offre “tutta la sua vita” come a un’immagine di Cristo e insieme della chiesa. Qui il link alla registrazione e nel primo commento una mia lettura dell’immagine dell’Evangelario Ambrosiano
Mare nel quale nuotano pesci, molluschi e anatre – Cartagine IV secolo: è la didascalia che ho fotografato a lato di questo mosaico di grandi dimensioni, prende tutta la parete di un salone del Museo del Bardo di Tunisi, dal quale ho preso altre foto che ho postato qui nel blog lungo le ultime due settimane. Quel Museo è stata la scoperta di un fine settimana che uno dei figli ha regalato a me e a mia moglie in occasione del mio ottantesimo compleanno. Lui prenotava, pagava e portava le valigie, noi nuotavamo come anatre in un mare di meraviglie
l’obolo della vedova – mosaico di Sant’Apollinare nuovo – Ravenna – per introdurre la scheda della lectio che faremo domani alle 21.00 via Zoom per la lettura degli ultimi tre paragrafi del capitolo 12 di Marco, dove la parte del leone la farà l’insignificante offerta al Tempio venuta da una “povera vedova” e il forte elogio che ne fa Gesù: “Ha gettato nel Tesoro più di tutti gli altri”. Nei commenti il testo della scheda e l’invito di tutti a collegarsi

“Trasporto di materiali per la costruzione di una chiesa”: è il titolo dato dagli archeologi a questo frammento di mosaico paleocristiano che ho fotografato nel Museo del Bardo di Tunisi. Nei commenti descrivo la scena rappresentata e riferisco il concitato dialogo che ho avuto con quel trasportatore di colonne del V secolo dopo Cristo

Un fine settimana familiare mi ha portato a Tunisi dove ho potuto vedere il Museo del Bardo con la sua incredibile collezione di mosaici romani e dove ho scelto per i miei visitatori questo fonte battesimale detto Battistero di Demma dal nome della località dove è stato scavato dagli archeologi. È un fonte di epoca bizantina, VI secolo, donato dai coniugi Aquilinus et Iuliana con i figli Villa et Deogratias. Viene ricordato anche il loro presbitero Adelfius e tutti si pongono, fiduciosi, sotto la protezione del santo vescovo e martire Cipriano. Mentre leggevo i loro nomi mi sembrava di vederli che mi venivano intorno festanti, questi fratelli e queste sorelle di 15 secoli fa. Non mi staccavo più da quella vasca coloratissima, così antica e così a me familiare. Nei commenti altre foto del settore paleo-cristiano di quel museo pieno di sorprese #luigiaccattoli #museodelbardo #battisterodidemma #tunisi #ciprianodicartagine #aquilinusetiuliana #villaetdeogratias
Giovanni Allevi a Sanremo l’altro ieri ha parlato della sua malattia, di quanto con essa “ha perso” e degli “inaspettati doni” che gliene sono venuti. Nei commenti metto il link al testo integrale e la parte finale del monologo, dove il maestro accenna alla speranza che qualcosa di noi “permarrà in eterno” e ci segnala il suo modo di suonare “con tutta l’anima” quando il corpo più non ci basta. Lui dice “suonare”, noi possiamo dire “vivere”