Il blog di Luigi Accattoli Posts

Non l’avessi intitolata all’ira dell’Agnello [vedi post del 22 febbraio] questa sagra degli ossimori poteva avere come motto la “felice colpa” – felix culpa nell’originale latino – che è al centro dell’Exultet pasquale del Rito romano e che lo fa ardere come un falò di paradossi. Si tratta dell’annuncio liturgico della risurrezione di Cristo che svolge con solennità il tema del combattimento tra la luce e le tenebre – “la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo” – e così celebra la vittoria della vita sulla morte: “Felice colpa che meritò di avere un così grande redentore! La notte splenderà come il giorno e sarà fonte di luce per la mia delizia. Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace. O notte veramente gloriosa che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore!“.

Sul Corsera di oggi il cardinale Martini così risponde alla domanda di un lettore sul Parkinson che gli sta togliendo la parola: “Mi trovo in una condizione che non è ancora di totale afonia. Grazie all’aiuto di terapisti e con l’ausilio di mezzi tecnologici posso ancora comunicare, seppur con molta fatica. Non riesco quindi a descrivere bene ciò che sto vivendo, se un chiudersi della comunicazione verbale o lo sforzo di parlare ancora malgrado tutto. Non ho paura del silenzio. Mi vado chiedendo tuttavia cosa voglia dirmi il Signore con questa crescente difficoltà che da un lato sto combattendo, dall’altro sto accettando. Invoco il patrocinio di Papa Wojtyla, perché il suo gesto più umano fu quello di battere il pugno sul tavolo quel giorno in cui ebbe l’evidenza di non poter più comunicare a voce con la gente. Lui sa quanto sia faticoso non poter esprimere verbalmente ciò che si ha nel cuore. Sono ancora, quindi, in viaggio e come ogni viaggio vedo e sperimento cose nuove. Sento che si tratta di una condizione che apre a orizzonti misteriosi“.

A piazza San Lorenzo in Lucina cane bassotto che cammina rasoterra e si pesta le orecchie. Quanto gli somiglio.

La comunità monastica di Deir Mar Musa el-Habasci in Siria – fondata dal gesuita romano Paolo Dall’Oglio – segnala un’irruzione di armati simile alle prima due irruzioni subite dai Trappisti di Tibhirine, in Algeria, nel 1996 e narrata nel film Uomini di Dio: Mercoledì 22 febbraio, verso le 18, una trentina di uomini armati hanno fatto irruzione nello stazzo del gregge del monastero dove si trovavano alcuni impiegati. Hanno messo a soqquadro gli ambienti chiedendo del padre responsabile e cercando armi e denaro. Uno dei pastori è stato costretto a condurre un gruppo degli armati fino a un’altra ala del monastero, dove sono state trattenute, in una stanza sotto sorveglianza, quattro sorelle, proprio al momento in cui si preparavano a scendere per la preghiera. Subito dopo, alcuni degli aggressori si sono avviati alla chiesa e vi sono entrati. La comunità monastica, riunita per la meditazione, ha ricordato loro che il luogo è consacrato alla preghiera e merita rispetto. Leggi qui l’intero comunicato. Ho conosciuto il padre Paolo il 6 maggio 2001 nel cortile della Moschea degli Omayyadi a Damasco, durante la visita di Giovanni Paolo. Il mio abbraccio a quell’uomo coraggioso, ai suoi “fratelli” e alle sue “sorelle”. Per una presa di contatto con la loro esperienza vedi il volume di Paolo Dall’Oglio, La sete d’Ismaele (Gabrielli 2011).

Una sessantina di manager pubblici superpagati avranno gli stipendi “ridotti” ai 294 mila euro stabiliti come tetto dal decreto Salva Italia. Finalmente. Abbiamo poliziotti malpagati e un capo della Polizia, Antonio Manganelli, che nel 2010 ha guadagnato 621.253,75 euro. Manganelli è il più pagato di tutti. Ma si vada avanti, dico io. Con i dirigenti delle società partecipate, tipo Rai. E con i funzionari di Quirinale, Camera, Senato. E con le regioni. I redditi e gli stipendi on line sono un elemento importante per la trasparenza della vita pubblica e per l’educazione di tutti a occuparsene. Questo è l’insegnamento che ne viene: uno Stato che rischia il fallimento e fa appello a tutti – compresi i pensionati poveri – per risanare i conti pubblici non può sperperare denaro pagando smodatamente chi è a capo della cosa pubblica. Se vi sarà trasparenza e moralizzazione – almeno simbolica – nella sfera pubblica, si fornirà uno strumento a chi si batte perché qualcosa di simile si abbia in quella privata.

Ho la passione degli ossimori, ne ho i cassetti pieni. Il più bello è “L’ira dell’Agnello” che è nel sesto capitolo dell’Apocalisse. Parto da lì per una sagra che potrebbe essere intitolata L’IRA DELL’AGNELLO. LIBRETTO DEI PARADOSSI E DEGLI OSSIMORI. La sagra la svilupperò qui, nel pianerottolo e i visitatori sono invitati a portare qualche paglia o fascina come per un falò sul prato al quale partecipi l’intero villaggio. Questo è il brano dal quale prendo il mio ossimoro principe che chiamo anche “ossimoro apocalittico” e che bene si adatta alla giornata di oggi, Mercoledì delle Ceneri: “Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello” (Apocalisse 6, 15s). [Segue nel primo commento]

Ha insultato il collega Aldo Grasso, ha detto che Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi. E ha parlato così perché Grasso, Avvenire e Famiglia l’avevano criticato. E’ dunque indifendibile. Ma ha pure detto che i cristiani dovrebbero parlare innanzitutto della incomparabile felicità che si attendono dalla vita futura: e questo era giusto. Ora non ho tempo di approfondire, lo farò spero domani. Ma volevo dirlo subito.

Attenzione: l’approfondimento lo trovi linkato al commento numero 62.

Piangevo per la disgrazia di aver procurato involontariamente la morte di una persona in autostrada e voi avete detto che mi stava bene”. “Non conoscevo la lingua e voi che eravate allo sportello mi avete detto: torna al tuo paese”. – In un post del 2 febbraio avevo abbozzato un mio aggiornamento all’era globale della Parabola del Giudizio detta anche delle pecore e delle capre ma in verità avevo svolto solo la prima parte, riguardante le pecore. Ora tocca alle capre e qui puoi leggere un mio testo pubblicato dalla rivista Il Regno con il titolo “Ero senza documenti e mi avete rimpatriato”.

“Alla proposta di matrimonio ho provato paura per il compito gravoso a cui sarebbe andato incontro Salvo” dice lei che si chiama Lorena ed è spastica. “Anche fra normodotati si rischia. La disabilità accade” dice lui che non è disabile e si chiama Salvo. Qui è la loro storia che aiuta.

In una roulotte poco più avanti c’è Romolo: lui non se la passava male, aveva una casa, una donna e un lavoro, poi improvvisamente (forse vittima di usura) perde tutto. Una sera stava ascoltando la radio: “Avete sentito che nel Corno d’Africa i bambini muoiono perché non c’è acqua. Questa notizia mi ha fatto rabbrividire. Io ringrazio il Signore dieci volte al giorno per quello che ho perché sono accudito” (sic). C’è dunque un uomo a Roma che vive del soccorso dei volontari, senza corrente elettrica, bagno, riscaldamento – e ringrazia. E’ un brano del racconto che ha scritto per questo blog uno dei 1.500 volontari che a Roma sfamano i barboni per strada. Lo leggi con il titolo Gianni Colaiocco e le cene per strada con i barboni nel capitolo 11 IL GENIO DELLA CARITA’ della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.