Anno: <span>2008</span>

Quando non bombardano, usciamo e aggiustiamo qualcosa: il muro, il tetto… Viviamo in quindici, qui dentro. Se piove, i grandi coprono i bambini per non farli bagnare“: parla così al collega Francesco Battistini del Corsera Hasan Abu Khusa, nonno delle bambine Hanin e Sabah, 5 e 13 anni, uccise il 26 dicembre da un razzo Kassan sparato dai miliziani di Hamas. I grandi che coprono i bambini per non farli bagnare sono forse tra i giusti che senza saperlo aiutano il globo a non uscire dall’orbita. 

Benedetto voleva andare al più presto in Terra Santa ad aiutare la pace e a confortare la piccola comunità cattolica triturata dal terrorismo palestinese e della repressione israeliana tra loro avvitati. Aveva fatto annunciare che ci sarebbe andato in maggio vincendo la titubanza dei collaboratori. All’obiezione che laggiù non c’era ancora la pace, chi era autorizzato a parlare a suo nome risponeva: il papa va per incoraggiarla. Ma ora è guerra e i profeti disarmati rischiano più che mai la rovina che sempre li apposta. Il Cielo aiuti la loro ostinazione.

“Buttamola in caciara”: scritta in vernice nera sul muro di una casa in viale Manzoni, poco dopo l’incrocio con via Principe Eugenio per chi vada verso via Labicana. La dedico – con la simpatia del romanesco – ai visitatori vogliosi di menare le mani su ogni argomento.

Auguro buon Natale ai visitatori del blog: a quelli che ho incontrato e a quelli che conosco attraverso i commenti, a quanti so che mi leggono ma non scrivono, nonchè ai più numerosi dei quali nulla indovino. A tutti offro un piccolo dono, o meglio una dedica: un mio testo sul presepio – tra Vangeli canonici e apocrifi, storia e geografia, curiosità, ricordi personali – appena pubblicato in un libro strenna: si può leggere nella pagina “Antologia delle pubblicazioni”, cliccando su “Civiltà del Natale” e poi su “testo”. Debbo a Giuseppe Vannucci, delle Edizioni del Credito Cooperativo, l’opportunità di occuparmi dei presepi – mia passione da sempre – e di pubblicare quelle annotazioni. Buon Natale e buona lettura!

Papà e mamma lasciano aperta la porta per fare compagnia ai bimbi che dormono nell’altra camera. Quando sono grandi i ragazzi chiudono la porta ma i genitori continuano a lasciarla aperta.

“Dichiarazione sui diritti umani, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” si intitola il testo che è stato letto questo pomeriggio (essendo in Italia le ore 21.00) dall’ambasciatore argentino davanti all’Assemblea generale dell’Onu a nome di 66 paesi. Altri 60 hanno presentato una contro-dichiarazione, le rimanenti 66 (nell’assemblea sono rappresentate 192 nazioni) non si sono espresse. Tra i 66 promotori spiccano i 27 Paesi dell’Unione europea guidati dalla Francia, che avevano preso l’iniziativa. Tra gli oppositori, molti paesi che applicano ancora aspre pene contro l’omosessualità, inclusa la pena di morte, con in testa  l’Egitto. “Condanniamo le violazioni dei diritti umani fondate sull’orientamento sessuale, in particolare il ricorso alla pena di morte, alle esecuzioni sommarie ed ai trattamenti inumani e degradanti fondati su queste motivazioni“. La Santa Sede, che già si era opposta al progetto di dichiarazione, ha riaffermato ieri la sua posizione favorevole alla depenalizzazione ma critica verso la formulazione adottata che potrebbe dar luogo a “incertezze giuridiche”, stante l’uso delle categorie “orientamento sessuale” e “identità di genere”. In pratica la diplomazia vaticana teme che il riconoscimento di una piena parità giuridica per le persone portatrici di orientamento omosessuale possa prestarsi alla rivendicazione del matrimonio tra due uomini o due donne. Nel suo commento c’è questo passaggio: “La Santa Sede continua a sostenere che ogni segno di ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali dev’essere evitato, e spinge gli Stati a metter fine alle pene criminali contro di esse“.

Il presidente Fini ha affermato che “neanche la Chiesa” svolse nel 1938 un’azione “particolare” di “resistenza” alle leggi razziali: ciò è vero. Tanto è vero che dieci anni addietro, in occasione del 60° delle leggi, la Conferenza episcopale italiana rivolse – per bocca dell’arcivescovo di Perugia Giuseppe Chiaretti, allora presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo – un messaggio di “pentimento” alle Comunità ebraiche italiane. Disse Chiaretti che si era trattato di “una pagina oscura della storia recente del nostro Paese” durante la quale “la comunità ecclesiale, anche per lunga acritica coltivazione di «interpretazioni erronee ed ingiuste della Scrittura» (Giovanni Paolo II), non seppe esprimere energie capaci di denunciare e contrastare con la necessaria forza e tempestività l’iniquità che vi colpiva“. Qui il testo: http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new/bd_edit_doc.edit_documento?p_id=2062

Il papa è una brava persona. Veramente. Ma c’è un sacco di gente insopportabile. Sono tutti bloccati in Vaticano. Non sono naturali. Come inamidati. Vivendo in questo ambiente ho cominciato a chiedermi se tutti, cardinali, vescovi, monsignori, insomma tutti, non abbiano bisogno di una famiglia e di sane preoccupazioni quotidiane da affrontare con affetti semplici e forti”: lo dice a pagina 287 il protagonista del romanzo autobiografico Il rigogolo del Vaticano (Edizioni Polistampa) del giornalista Bruno Bartoloni. Libro di felicità linguistica e di felice manipolazione del mondo vaticano da parte di un vaticanista di lunghissimo corso che quel mondo lo conosce da vicino e lo guarda da lontano. Un interminabile conclave elegge un papa nero che sceglie di chiamarsi Ireneo, si prende un segretario ebreo, fa cardinale una suora, indice un concilio per grandi riforme e si dimette. Questi sono i commenti  dei cardinali in concistoro al momento della “rinuncia” al pontificato: “Ma che dice, Santo Padre! – O Dio mio, ci mancava anche questa! – Ho sentito bene? – Ma porcaccia miseria! – Shit! – Oh putain! – Uee, ma chiss’è pazz! – Verdad, està loco, està loco!”

“Prima di tutto bisogna chiarire di che documento si tratti perché mi pare si stia parlando di un oggetto misterioso che non è stato presentato all’Assemblea dell’Onu, né penso sarà presentato. Per cui non è il caso di costruire polemiche su un oggetto non ancora chiaro”: così ieri il portavoce vaticano Federico Lombardi ha risposto a una domanda sull’atteggiamento della Santa Sede in merito alla proposta di depenalizzazione dell’omosessualità che dovrebbe essere presentata dalla Francia per conto dell’Unione Europea (vedi post del 2 e del 6 dicembre). Con riferimento a quanto affermato la settimana scorsa dall’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore vaticano all’Onu, Lombardi ha detto ancora: “La Chiesa è contro ogni ingiusta discriminazione, anche degli omosessuali; quindi è fuori discussione che possa essere favorevole a legislazioni che criminalizzano l’omosessualità. Ma una cosa è dire che non ci sia criminalizzazione, una cosa è aggiungere altri punti per cui orientamenti sessuali differenti vengono messi sullo stesso piano, in modo che se ci si oppone si diventa avversari dei diritti dell’uomo”.

La cornacchia invidiava all’usignolo il canto. L’usignolo invidiava alla cornacchia il becco.