Mese: <span>Ottobre 2009</span>

Non ho trovato graffiti alla Verna (vedi post dell’11 ottobre A CENA CON CARDINI PARLANDO DI SILVIO E DI BENITO) ma solo questo monito su una parete del Quadrante, che è il piazzale centrale del santuario: “E’ proibito lo scrivere nei muri“. Ho apprezzato l’ottima lingua toscana e ho detto: “Già”. E poco dopo: “Ma chissà quanti slanci ci siamo persi”. Sono restato invece dubbioso davanti al motto scolpito sul portale di ingresso: “Non est in toto sanctior orbe mons“. E cioè: “Non c’è in tutto il mondo un monte più santo”. E il Calvario, il Monte degli Ulivi, il Tabor, il Sion, il Sinai, il Nebo, il Carmelo? E Camaldoli e Vallombrosa e Fonte Avellana? Non mi fermavo più e non mi fermo ancora. Pur essendo certo che alla Verna bisogna andare una volta nella vita.

Ad Arezzo (vedi il primo post dell’11 ottobre) ci si va anche per incantamento davanti alle tavole e agli affreschi. Ed ecco che vedo per la prima volta il Cristo di Cimabue in San Domenico e per la decima volta – forse – la Maddalena di Piero in Duomo, accanto alla porta della sacrestia. Ma stavolta, in San Francesco, ho fatto una scoperta che vale tutti i miei viaggi nella città del Petrarca, che sono tanti perchè ad Arezzo devi passare per salire a Camaldoli e alla Verna: una Pentecoste con Maria di Magdala al centro della Chiesa nascente. Una scoperta solo per la mia ignoranza, si capisce, chè l’affresco è lì, alla giusta altezza e in piena luce, attirante l’occhio anche più svagato. Ma nella fretta mai l’avevo colto. Dico dunque al visitatore dove si deve girare: a metà della parete sinistra della basilica, tra la seconda e la terza cappella, sotto alle due alte bifore. Ci sono i dodici ben allineati, sei di qua e sei di là, con al centro Maria di Nazaret e Maria di Magdala, e sopra la colomba dello Spirito. Maria di Nazaret ha il manto azzurro sul vestito rosso, Maria di Magdala le sta accanto a rima alternata: con il manto rosso sul vestito azzurro. Le mani aperte della nazarena e quelle accostate della magdalena. Due donne forti, pari in dignità e quasi a specchio l’una dell’altra. Bella immagine di Chiesa con le donne al centro. L’unica che io conosca. Chi sa me ne segnali altre che le voglio raccogliere. Il motivo del mio entusiasmo lo trovi spiegato nei post del 27 e 30 marzo di quest’anno.

Sono una sopravvissuta al genocidio del Rwanda del 1994. Gran parte della mia famiglia è stata massacrata nella nostra chiesa parrocchiale. La vista di questo edificio mi riempiva di ribellione, come l’incontro con alcuni detenuti. È in questo stato d’animo che mi accadde un fatto che ha cambiato la mia vita“. – Così Geneviève Uwamariya – delle Suore di Santa Maria di Namur (Rwanda) – ha introdotto sabato al Sinodo africano il suo racconto di riconciliazione con l’uccisore del padre. Il seguito nel primo commento a questo post.

Alla Verna per un convegno del Circolo di Arezzo VERSO L’EUROPA ho la fortuna di sedere a cena, nel refettorio dei frati, accanto a Franco Cardini che mi regala il suo ultimo volume di saggi francescani NELLA PRESENZA DEL SOLDAN SUPERBA (Fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo – Spoleto). Parliamo di tutto in libertà. In Cardini ammiro l’uscita dagli schemi per passione e intelligenza. Io sono più timorato ma anche a me piace provarci. Insieme facciamo faville. “Ma che sta succedendo”, ci chiediamo. “Il Berlusca dà di matto? O è solo lo stress della gogna mediatica? Il migliore capo di governo dellì’Italia unita: ma te lo dici da solo? Aspetta che te lo dicano gli altri. E Cavour e Giolitti e De Gasperi? Ma anche Fanfani e Moro. E Mussolini dove lo mettiamo? Ha fatto errori madornali ed è arrivato alla dittatura, ma ha governato eccome e per vent’anni. Dunque il nostro sta pazziando, non c’è rimedio. Ma è verissimo che nel panorama attuale giganteggia. Dove sono gli antagonisti? Magari Fini e Tremonti dalla sua parte, ma certo Casini, Franceschini, D’Alema stanno assai più in basso – e come e dove sono finiti Fassino e Prodi?” Ci siamo sfogati dando sulla voce l’uno all’altro e alla fine – mezzo brilli – ci siano augurati che Silvio rinsavisca e che i media lo rispettino e che gli avversari crescano: “Perchè questo è il problema”. Bella serata.

Bella sorpresa il Nobel della pace al presidente Obama! Devo coordinare alle 17 un dibattito all’Istituto Sturzo sul volume di Ruggero Orfei IL GIOCO DELL’OCA (Diabasis editore) e dovrò divagare domani mattina alla Verna sul domani dell’Europa: non ho dunque tempo per argomentare la mia contentezza, ma appena quello per dirla. Essa del resto è quella di sempre per il segno di novità rappresentato da Obama e per le idee sbloccanti che viene proponendo: vedi post del 5 e 11 novembre 2008, del 9 gennaio e 6 giugno 2009.

Sono amico di Rosy Bindi da una vita (vedi post del 10 febbraio, 4 aprile, 20 maggio, 9 ottobre 2007) e le mando un bacio in risposta all’insulto di Berlusconi: “Lei è più bella che intelligente”. Non dico nulla a Berlusconi che tanto non mi udirebbe in questo canaio, ma anche perchè sono sicuro che capisce da solo quanto siano brutte le sue parole.

Ieri sera a STRISCIA LA NOTIZIA fanno un servizio sulla romana Via Farini e le rotaie del tram che provocano cadute di bici e motorini. Interpellano un vigile che dice: “Ci penso io, domani sistemiamo”. Via Farini è a cento metri da via di Santa Maria Maggiore dove io abito e stamattina, andando alla questura che lì si trova per denunciare uno smarrimento, vedo un’impresa che lavora a riportare il manto statale al livello delle rotaie. Primo movimento: qualcosa dunque a Roma funziona! Secondo movimento: non sarà che funziona la propaganda televisiva? Un vigile può dire “domani aggiustiamo” come fosse “fatto suo”? Sono i vigli che aggiustano le strade? E come mai nella città eterna – dove buche abissali e cunette omicide sono parimenti “eterne” – si aggiusta un alcunchè dalla sera alla mattina? Chi ne sa più di me dica la sua o attivi un qualche controllo. Io sono contento per via Farini.

Con il titolo RIENZO COLLA CHE SI CIBAVA DI LOCUSTE. L’AVVENTURA DI UN EDITORE CORAGGIOSO il Regno ha pubblicato un mio piccolo studio sul fondatore della Locusta, qui ricordato in occasione della morte con un post del 20 luglio. Lo si può leggere nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto. In quell’indagine – che mi ha occupato per buona parte dell’estate – sono stato aiutato da Annarita Bartoli, Angelo Bertani, don Tarcisio Cesarato, Romina Gobbo, Paolo Marangon, Albino Morello, Mario Serafin, Giovanni Tassani. Tutti ringrazio.

E’ importante che il cristianesimo non sia una somma di idee, una filosofia, una teologia, ma un modo di vivere, il cristianesimo è carità, è amore. Solo così diventiamo cristiani: se la fede si trasforma in carità, se è carità“: sono parole dette dal papa stamattina in una meditazione a braccio ad apertura della prima congregazione generale del Sinodo africano. E’ un concetto – questo del cristianesimo interamente riconducibile alla carità – che egli non si stanca di ripetere. Nel blog ho segnalato tante sue affermazioni che vanno in questa direzione: vedi per esempio un post del 26 novembre 2008: “Benedetto: la fede se è vera diventa amore”. E un altro dell’8 giugno 2009 che dice: “Dio è tutto e solo amore”. A me sembrano parole preziose – centrali nella sua predicazione – e non mi stanco di riportarle.

Ragionando ieri a Parigi con i vescovi europei su come i media trattano il papa, il cardinale Bagnasco si è chiesto “se in alcune componenti della cultura e dei mezzi di informazione non si stia facendo strada un anticlericalismo interessato a nascondere il vero volto della Chiesa e a distorcere il significato del suo messaggio, così che questo risuoni come incoerente o anacronistico”. Sì eminenza, quell’anticlericalismo c’è e cresce e bisogna tenerne conto altrimenti si forniscono sassi alla sua fionda. Ma non ci sono solo gli interessati a “nascondere” il vero volto della Chiesa: ve ne sono altri e più numerosi che quel volto non lo hanno mai visto e trovano davvero la Chiesa incoerente e anacronistica. Se non si considera la loro lontananza non si risponde alla loro obiezione, che spesso non ha alcuna malizia. Già in un post del 24 marzo 2009 indirizzavo al cardinale un consiglio in questa direzione.