Mese: <span>Novembre 2009</span>

Il cardinale Ersilio Tonini ha proposto l’avvio della causa di canonizzazione per Benigno Zaccagnini, ricordandolo a vent’anni dalla morte (1912-1989): “Avevamo in mezzo a noi una creatura santa, dalla coscienza nitida, in ascolto della Parola di Dio“. In un post del 14 giugno avevo elencato OTTO SANTI ALLA COSTITUENTE: Alcide De Gasperi, Giuseppe Dossetti, Igino Giordani, Giorgio La Pira, Giuseppe Lazzati, Enrico Medi, Aldo Moro, Costantino Mortati. Ora aggiungo Zaccagnini, contento che il mio conto fosse arrotondato per difetto.

Da sedici anni convivo con una emiplegia sinistra che considero ormai un’inseparabile amica. Guardando indietro ringrazio Dio che con quella prova mi ha guidato a scoprire il profumo della vita che forse altrimenti non avrei mai colto nella sua fragranza. Queste parole suonano strane ai miei genitori, che si sono visti portar via il ragazzo promettente che ero, ma io le canto con tutta la voce ben sapendo che senza quell’incidente alla vita non avrei saputo guardare con occhi limpidi perché preoccupato da altre cose. Per i ragazzi spensierati quale ero io ogni futilità è più importante della vita, quella vera“: è l’attacco di un racconto di vita che si può leggere nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto – lo trovi al capitolo 4 LA REAZIONE ALL’HANDICAP, intitolato Alessandro Ranieri: “La disabilità mi ha messo a nuovo”. Alessandro ha scritto il suo racconto in collaborazione con me e in risposta alle mie domande per quella “pagina”. Egli è il primo visitatore del blog che collabora a rendere efficace e praticabile la mia scommessa di raccogliere FATTI DI VANGELO nella blogsfera. Di ciò lo ringrazio e invito tutti i visitatori a fare altrettanto, con racconti propri e altrui, o con segnalazioni di fatti che potrebbero essere raccontati.

Ai visitatori romani segnalo che domani 15 NOVEMBRE a Roma alle ore 11.00 al Nuovo Sacher verrà proietato “Via della Croce”, un film documentario singolare e bellissimo della regista Serena Nono, realizzato con la collaborazione degli ospiti della “Casa dell’Ospitalità” di Venezia. Attori di strada interpretano la Via Crucis e narrano le proprie storie di “poveri cristi” per le calli e i campi di Venezia. Il biglietto sarà di tre euro e ci sarà un rinfresco. Saranno presenti la regista, il produttore e alcuni degli interpreti. Cinema Nuovo Sacher – Largo Ascianghi 1 – Trastevere, Roma – tel 06.5818116 (per invito) – www.viadellacroce.itwww.viadellacroce.org – Vedi anche, in questo mio blog, un post del 20 settembre 2009: “Via della Croce” dove i matti di Venezia recitano Gesù.

Forbes ogni anno ci dà la classifica degli uomini più potenti, come fosse fatto suo stabilirne l’esatta numerazione: il primo stavolta è Obama, il secondo il cinese Hu Jintao, il terzo Putin e fin qui siamo nel già visto. Ma l’undicesimo posto assegnato a Benedetto XVI e il dodicesimo a Berlusconi mi riempiono la mente di vespe ronzanti. Immagino l’ironico sorriso del papa teologo, meditante quel rigo di Luca 9 che dice: “Chi è il più piccolo tra tutti, questi è grande“. Vedo poi un sorriso dei migliori sulla faccia del nostro premier, contento tra tante amarezze di vedersi definire “pittoresco” dal magazine che – senza allusioni al conflitto di interessi – lo premia perchè riesce a essere “allo stesso tempo politico, monopolista dei media e proprietario della potenza calcistica Milan”. Egli è l’unico italiano sui 67 “signati”. Consoliamoci: senza la sua colorita personalità e i suoi pittoreschi elettori nessuno di noi figurerebbe nell’insaccato di Forbes.

Stefania Venturino – cara amica – ha realizzato un sito intitolato a Elena Bono, allo scopo di restituirle nella Rete una parte della visibilità che le è stata negata dall’industria culturale: www.elenabono.it. Invito i miei visitatori a visitarlo. Trovo bellissimo il volto di Elena con cui si apre il sito: ricorda Cristina Campo per i lineamenti ed Edith Stein per lo sguardo. In questo blog abbiamo parlato spesso di Elena e della sua poesia familiare e alta, libera dalle mode. Richiamavo il suo nome anche in un commento all’ultimo post, a proposito di Salomè che è tra le persone del dramma in tre atti LA TESTA DEL PROFETA (1965).

Il nuovo Rito delle Esequie – appena approvato dai vescovi ad Assisi – avrà anche “un formulario per quanti scelgono la cremazione”. Un’introduzione a questo “formulario” chiarirà che la Chiesa “pur preferendo la sepoltura tradizionale, non riprova tale pratica, se non quando è voluta in disprezzo della fede, cioè quando si intende con questo gesto affermare il nulla in cui verrebbe ricondotto l’essere umano”. Viene anche affermata l’intenzione di “contrastare la dispersione delle ceneri”. Parole sagge che a me ne richiamano altre lette con brividi nei libri di storia. Nel 1155 a Roma Arnaldo da Brescia viene processato come eretico, impiccato e arso e la cenere gettata nel Tevere “ne a furente plebe corpus eius venerationi haberetur”: per evitare che il popolo le venerasse come reliquie di un santo. Nel 1431 a Rouen Giovanna d’Arco fu bruciata viva che non aveva ancora compiuto i suoi umili 19 anni e al boia fu ordinato di “riunire le ceneri e tutto ciò che restava di lei e di gettarle nella Senna”. Nel 1498 a Firenze altri cristianissimi inquisitori bruciarono vivo Girolamo Savonarola in piazza della Signoria e “subitamente ordinarono che fussero prese, e ben raccattate tutte quelle ceneri, et ossa e gittate nel fiume Arno”. E chissà quanti altri fiumi sono stati così benedetti. Di questi tre mi accontento avendoli ricordati per dire la mia contrarietà alla dispersione delle ceneri.

C’è una piccola donna in Atti 12 che va alla porta, riconosce la voce di Pietro – che tutti sapevano in carcere – e “per la gioia” invece di aprirgli corre a darne l’annuncio mentre Cefa là fuori continua a bussare. Chi non ha negli occhi una ragazzina che per la gioia corre dalla parte sbagliata? E la prontezza della “servetta ebrea” della moglie di Naamàn il siro, malato di lebbra, nel Secondo libro dei Re? E la concentrazione della sorella di Mosè che in Esodo 2 osserva “da lontano” che cosa accadrà al cestello di papiro in cui la mamma ha sistemato il fratellino? Io vedo i suoi occhi che guizzano di qua e di là sull’acqua del Nilo. Cerco le somiglianze tra la nostra umanità più genuina – che traspare dai ragazzi – e quella che anima i libri della Scrittura. Esse mi aiutano a intuire il gesto di Gesù che si “mette vicino” un bambino per spiegare chi sia “il più grande”, o il suo cuore che non si trattiene quando gli portano un ragazzo che ha cinque pani e due pesci. Ci interesseremo anche a un giovanissimo nipote dell’apostolo Paolo che ha una parte breve ma brillante in Atti 23: è sveglio come i nostri ragazzi che partono con le borse Erasmus. – E’ l’attacco di un mio articolo sull’ultimo numero di Regno attualità: CERCO I MIEI FIGLI NELLA BIBBIA ED ESULTO QUANDO LI TROVO. Lo puoi leggere qui, nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto.

Io dall’inizio di gennaio e Marco Politi dall’inizio di questo mese non siamo più al Corsera e alla Repubblica, ma siamo in pensione e io collaboro a LIBERAL, Politi a IL FATTO QUOTIDIANO. Siamo passati con disinvoltura dai giornali più grandi ai più piccoli. Ci dev’essere un significato ma non so quale. – Nel primo post l’articolo con cui commento oggi su LIBERAL la buona accoglienza fatta dal papa agli anglicani.

Ho appena letto la costituzione apostolica ANGLICANORUM COETIBUS (gruppi anglicani) e vi dico a caldo che si tratta di un testo importante, forse epocale, che compie quattro passi – due dei quali audaci – in vista dei rapporti ecumenici in generale e del futuro assetto dell’intera comunione cattolica. Ritengo che qui vadano cercate le decisioni più aperte al futuro tra quante ne abbia prese fino a oggi Benedetto XVI. La più audace riguarda il celibato dei preti: si stabilisce che in deroga alla legge celibataria gli “ordinariati personali” anglicano-cattolici potranno chiedere al Papa “caso per caso” di poter ordinare “anche uomini sposati”. E’ audace perchè nella Chiesa di rito latino – e questi ordinariati faranno parte del rito latino – non vi erano più deroghe o tolleranze in tale materia dal Concilio di Trento. La seconda decisione per audacia riguarda la figura dell’ordinario, che è assimilabile al vescovo diocesano e che sarà nominato dal Papa “in base a una terna presentata dal Consiglio di governo dell’ordinariato”. Sarebbe come se il vescovo di Milano venisse nominato dal Papa su una terna fornita dal capitolo della cattedrale. La terza riguarda il fatto che “ordinario” potrà essere anche un sacerdote sposato e dunque avremo degli ordinari sposati che entreranno a far parte delle conferenze episcopali nazionali e dei Concili ecumenici. Infine la novità in campo liturgico: questi ordinariati saranno integrati nella Chiesa cattolica di rito latino ma continueranno a usare “i libri liturgici propri della tradizione anglicana”. Nel primo commento riporto un mio articolo pubblicato martedì 3 novembre da LIBERAL che discuteva dell’innovazione riguardante il celibato e la cui previsione risulta confermata dalla Costituzione pubblicata oggi.

Vorrei ricordare le parole che Paolo VI rivolse agli alunni del Seminario Lombardo il 7 dicembre 1968, mentre le difficoltà del post-Concilio si sommavano con i fermenti del mondo giovanile: ‘Tanti – disse – si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi. Il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesù Cristo, a cui preme la sua Chiesa più che non a chiunque altro. Sarà Lui a sedare la tempesta… Non si tratta di un’attesa sterile o inerte: bensì di attesa vigile nella preghiera. È questa la condizione che Gesù ha scelto per noi, affinché Egli possa operare in pienezza’“: l’ha detto stamane Benedetto a Brescia, nella parte finale dell’omelia nella piazza Paolo VI. In un post dell’8 febbraio 2008 avevo avuto occasione di applicare a papa Benedetto queste parole che egli da cardinale aveva detto per papa Montini: “Un intellettuale che rifletteva su tutto con una serietà incredibile”.