“Il mio primo figlio inspiegabilmente ha deciso di togliersi la vita a soli 15 anni. Ha trascinato nella tomba anche me, la mia mente, la mia anima. Ma Dio mi ha impedito di impazzire”: così Giovanna Pellegrino ha raccontato la sua storia di madre dolorosa durante la veglia giubilare del 5 maggio “Per asciugare le lacrime” in piazza San Pietro. Nel primo commento il video della sua testimonianza e quello dell’intera veglia.
Mese: <span>Maggio 2016</span>
“Abscondite elemosinam / in sinu pauperum / et ipsa orabit pro vobis”: iscrizione letta stamane nella chiesa di Santa Maria in Cappella, quartiere Trastevere, scolpita sulla pietra con feritoia per l’introduzione delle monete. Traduco: “Nascondete l’elemosina in grembo ai poveri ed essa pregherà per voi”. Non conoscevo questa massima che subito mi ha preso. Nel primo commento una possibile fonte.
Alla messa delle nove c’è poca gente anziana ma don Ermanno la ringiovanisce con la sua voce di leone.
Santo Padre, mi chiamo Qaiser Felix. In Pakistan sono stato un giornalista per molti anni. Appartengo alla minoranza cattolica e la mia fede è stata al centro del mio lavoro. Volevo dare voce alle sofferenze della minoranza cristiana perseguitata. Ed è per questo che sono dovuto espatriare: è l’attacco di una delle storie di vita presentate al Papa giovedì nella veglia “Per asciugare le lacrine”. Nei commenti la storia da me abbreviata.
“Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita”: così il Papa ieri in risposta al conferimento del Premio Carlo Magno. Nei commenti altre parole dette da Francesco nell’occasione.
“Se Dio ha pianto, anch’io posso piangere sapendo di essere compreso”: parole dette dal Papa poco fa, durante la veglia giubilare in San Pietro “per asciugare le lacrime”, forse la celebrazione più originale che abbiamo avuto fino a oggi in questo Anno Santo. Nei commenti il cuore dell’omelia di Francesco e altre informazioni sulla veglia.
“Ogni Giovedì santo mi muovo dal banco e vado verso la balaustra per vedere che piedi si usano”: è un frammento di una mia divagazione sulla riforma bergogliana della lavanda dei piedi pubblicata dal “Regno” redivivo che a gran fatica sta rimettendosi al passo con la sua programmazione quindicinale. Lo segnalo perché a più riprese avevo coinvolto i visitatori del blog nell’indagine che venivo conducendo. Questo mio testo è apparso nel numero 4/2016 che ha la data del 15 febbraio ma è arrivato agli abbonati solo a metà aprile: le vicende del cambio di editore, di sede e di tipografia hanno provocato un ritardo che verrà recuperato di mese in mese. La mia solidarietà ai redattori a tempo pieno che stanno vivendo l’arduo traghetto dal vecchio al nuovo.
“Come il fiume che scorre nulla ha fine”: scritta rossa in campitura verde su un muraglione dell’Isola Tiberina, leggibile dal Lungotevere Ripa. Forse Eraclito o forse Paulo Coelho. Ma una cosa è leggere quelle parole in un libro e un’altra inseguirle a pelo dell’acqua che scorre nella direzione della scrittura.
Giubileo come “tempo di riconciliazione per tutti”, purché vi sia “pentimento per il male compiuto” e consapevolezza che il peccato è “un’espressione di rifiuto dell’amore di Dio”: sono i contenuti della catechesi giubilare tenuta sabato dal Papa. Nei commenti i passaggi utili a intendere come sia infondata l’accusa che gli viene mossa di predicare una misericordia a costo zero che non prenderebbe sul serio il peccato e la necessità del pentimento.
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