Mese: <span>Ottobre 2017</span>

Papa Bergoglio – dicono quelli che lo dicono eretico d’ogni eresia –
nega il giudizio, la necessità della conversione e della penitenza, il “non peccare più”, la possibilità della dannazione e dell’inferno. Affermerebbe insomma che tutti si salvano “a buon mercato”. Naturalmente non è vero: eccomi dunque a segnalare nei commenti i richiami del Papa a quegli elementi essenziali del credo e della vita cristiana. Mi scuso per la lunghezza, sono solo alcuni dei tanti che avrei voluto linkare.

“Bisogna chiedere al Signore che si faccia vedere” ha detto Bergoglio il 25 settembre esortando i fedeli a stanarlo con le buone: “Vieni Signore, vieni, vieni”. Ma non è una trovata del Papa venuto dalla pampa argentina, se già il cardinale Ratzinger che veniva dalla teologia tedesca aveva così pregato nella Via Crucis del 2005: “Signore Gesù mostrati di nuovo al mondo in quest’ora”. Si direbbe che i due Papi avvertano la necessità di un rilancio d’immagine.

Studentessa di Scienze Naturali discute alla Sapienza una tesi sulle modificazioni nel tempo della mandibola del “Rattus rattus” detto anche ratto nero, delle navi, dei tetti, degli alberi. Ascoltandone la presentazione apprendi che questo topo – che viene dall’India – l’abbiamo portato noi europei e italiani in tutto il mondo con le scoperte geografiche: “popolo di navigatori”. La prof che presiede la commissione in fase di proclamazione chiama “cara” la studentessa e poi spiega in privato che quell’appellativo era di lode: “Ho la fobia dei topi e che abbia ottenuto ch’io l’ascoltassi per dieci muniti senza svenire è un segno di bravura”.


Sono andato alla nuova Rinascente di via del Tritone, otto piani di vestiti calzature cosmetici gioielli ristoranti e io inappetente e inacquirente ma tirato in giù al piano interrato dalle dieci arcate dell’Acquedotto Vergine e portato in su, al terrazzo panoramico, dal tiburio e dal campanile di Sant’Andrea delle Fratte, che trovate nelle foto del primo e secondo commento.

“Senza Papa Francesco questo processo non ci sarebbe stato ma esso è stato condotto come se Francesco non ci fosse”: è la mia sentenza sulla sentenza che conclude il processo per la ristrutturazione dell’appartamento del cardinale Bertone. L’ho pronunciata ieri in un articolo pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” a pagina 16 con il titolo “Un anno a Profiti per l’attico di Bertone”. Nei commenti qualche ragguaglio.

Sulla via ch’è sotto le mie finestre, dove sempre ci sono passanti e commercianti sulle porte, da alcuni mesi abbiamo quattro bambini: uno della signora peruviana della Paninoteca e tre dell’egiziano del Kebab, e gridano e si rincorrono, come si faceva una volta. Che bello che riabbiamo i bambini grazie agli immigrati. Che bello che abbiamo gli immigrati.

“Ma il discernimento è nella Scrittura?” chiede il rude al maestro delle cose sacre. “Sicuro – risponde il maestro – lo trovi nella Prima ai Corinti 11 ed è detto proprio in riferimento al mangiare e al bere il pane e il calice del Signore”. Nel primo commento le parole di Paolo, nel secondo qualche altra battuta scambiata tra il rude – che sono io – e il maestro che è il mio parroco.

Bergoglio a Bologna ha narrato di un “vecchio gesuita furbaccione” che dava questo consiglio agli allievi: “Pensa chiaro, sempre; ma parla sempre oscuro”. E l’ha qualificata come “ipocrisia clericale”. Ineccepibile, almeno per noi che stiamo a guardare. Ma la parola “furbaccione” ci ricorda che una volta Francesco confessò: “Sono un poco furbo e un poco ingenuo”. Unendo i detti sparsi, non vi pare di conoscerlo, da qualche anno, un vecchio gesuita furbaccione?

Oggi Francesco ha battuto due colpi, uno leggero e uno forte. Quello forte riguarda la pena di morte: “E’ in sé stessa contraria al Vangelo perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana che è sempre sacra agli occhi del Creatore e di cui Dio solo in ultima analisi è vero giudice e garante”. Quello leggero è sull’idea che la fede cristiana comporti rassegnazione ai mali della vita e del mondo: “La rassegnazione non è una virtù cristiana”. Nei commenti le parole del Papa e infine un mio inutile commento.