Mese: <span>Febbraio 2018</span>

E’ la facciata di San Nicola da Tolentino, intesa come chiesa di Roma, a due passi da piazza Barberini: una delle tante macchine barocche di questa città. Tanto che vivendoci non senti più la voce della pietra. Che è stupenda. Nei commenti altre foto fatte da me oggi a metà del giorno. E altri stupori.

Nel mese di dicembre – ultima statistica disponibile – il Corsera ha venduto 208.495 copie: media giornaliera. Con questa diffusione minima, rispetto al passato, ha battuto di brutto gli altri quotidiani, distanziando di 37 mila copie La Repubblica e di 88 mila La Stampa. Nei commenti la statistica del fatto e la mia lettura del misfatto.

“Nel lento scemare delle forze fisiche, interiormente sono in pellegrinaggio verso Casa”: così Benedetto in una breve lettera al “Corriere della Sera” per ringraziare – a cinque anni dalla rinuncia – quanti desiderano sapere come sta. Mando un bacio a Benedetto e metto il suo biglietto nel primo commento.

«Povera vittima, povero assassino, povero giustiziere»: così il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, nomina i tre personaggi del dramma vissuto in questi giorni dalla sua città. «E povera società nostra che li ha generati. La ragazza caduta nella droga, il ragazzo che l’ha fatta a pezzi, l’uomo che ha sparato per vendicarla sono tre testimoni di una catena di fallimenti che ci riguarda tutti». E’ l’attacco di una mia intervista al vescovo di Macerata pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

Oggi a Vigevano viene proclamato beato con il titolo di martire Teresio Olivelli: comasco di 34 anni, già filofascista e volontario in guerra, poi internato in Germania e successivamente partigiano, fondatore del giornale clandestino “Il Ribelle”: muore nel lager di Hersbruck il 17 gennaio 1945, massacrato da un sorvegliante che lo sorprende a soccorrere un compagno malato. Nei commenti la mia lode e il link a un profilo che ne scrissi nel 2000. Nonché un festoso richiamo ai martiri italiani deli ultimi decenni.

E’ una bella chiesa antica nel cuore di Roma, praticamente invisibile perché all’interno di un complesso appartenente alla Camera dei Deputati e non ci arrivi se non hai un invito. Mi ci sono infilato sotto mentite spoglie, ho fatto foto e mi sono portato via la candela. Di tutto do conto nei commenti.

Con riferimento indiretto al dibattito sulla nuova traduzione del “Padre nostro” [vedi post del 25 e 27 gennaio] segnalo un motto di San Gerolamo che manda scintille a chi ama le Scritture: “Dove anche l’ordine delle parole è un mistero”. Nei commenti il latino di quel geniale linguista che fu il traduttore della Bibbia.