Alberto Debbi: “Ora il mio altare è il letto del malato”

“Ora il mio altare è il letto del malato” disse alla sua comunità don Alberto Debbi tornando a fare il medico che era stato prima di farsi prete. Originario di Salvaterra (Casalgrande), 44 anni, pneumologo, prete dal 2018, aveva prestato servizio per sette anni nell’ospedale di Sassuolo nel quale è rientrato nei giorni più duri della pandemia. Nei commenti alcune sue parole che prendo da messaggi e interviste. Infine un link a una bella intervista di TV2000.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Un modo per spezzarsi. Messaggio di don Alberto Debbi inviato il 18 marzo all’Unità pastorale di Correggio “Beata Vergine delle Grazie, dove svolge il suo servizio pastorale: “Penso che in questo periodo difficile e di sofferenza sia anche questo un modo per spezzarsi e mettersi a disposizione con tutto quello che abbiamo. Era una parte di me ancora viva e ora più che mai mi spinge a donarmi. Ringrazio il Vescovo e don Sergio che mi danno la possibilità di farlo. Continuerò a pregare e a celebrare la Messa per tutti voi. Ora il mio altare diventa il letto del malato. Un abbraccio a tutti! Coraggio!”

    https://www.acistampa.com/story/coronavirus-don-alberto-debbi-torna-a-fare-il-medico-13595

    30 Luglio, 2020 - 23:24
  2. Luigi Accattoli

    Ho anche dato i sacramenti. Intervista di don Alberto Debbi a Enpam – 29 aprile. “Dopo giorni di grande impotenza, abbiamo iniziato a incidere sulla malattia, grazie anche al consiglio di colleghi della Lombardia e delle zone più colpite. Adesso la situazione è molto migliorata. Sono diminuiti i ricoveri per Covid, le terapie intensive liberano posti, purtroppo anche a causa dei decessi. Ora è da capire se nella nuova fase ci sarà un ‘rimbalzo’ del contagio. Ho visto pazienti tornare alla vita ma anche situazioni impensabili nella normalità, come intere famiglie ricoverate per la stessa malattia. Ho dovuto dire ad una coppia che la figlia era morta nella stanza accanto. Con i colleghi ho celebrato la messa, con molti pazienti ho pregato. Ai malati ho dato i sacramenti, l’eucaristia, l’unzione degli infermi. A fine febbraio ho deciso di mettermi a disposizione quando i colleghi medici mi hanno raccontato di un ospedale stravolto dal Covid. A metà marzo siamo diventati zona rossa e sembrava di essere in guerra. I pazienti che arrivavano in ospedale avevano una sola malattia e anche due colleghi sono stati infettati. I colleghi mi hanno aiutato a rientrare nel ruolo del medico e ad affrontare una patologia che tutti abbiamo imparato a trattare sul campo. In una prima fase, con poche armi a disposizione: farmaci, presidi, ventilatori, dovevamo trattare persone che non respiravano più”.

    https://www.enpam.it/2020/medico-e-prete-tornato-in-camice-contro-il-coronavirus/

    30 Luglio, 2020 - 23:24
  3. Luigi Accattoli
    30 Luglio, 2020 - 23:31

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