Fede, perseveranza e coraggio. In questi giorni, nei quali è necessario pregare, pregare di più, pensiamo se noi preghiamo così: con fede che il Signore può intervenire, con perseveranza e con coraggio. Il Signore non delude, non delude. Ci fa aspettare, prende il suo tempo, ma non delude. Fede, perseveranza e coraggio. – Così ha parlato Francesco a conclusione dell’omelia di stamane. Nei commenti il brano sul coraggio e l’intenzione di giornata.
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Oggi all’Angelus, dopo la catechesi sul cieco nato [nella foto immagine di Marko Rupnik dalla Cappella Redemptoris Mater], Francesco ha invitato a due suppliche per la fine della pandemia: una preghiera dei cristiani di tutto il mondo per mercoledì 25 a mezzogiorno e una veglia che presiederà venerdì sera sul sagrato di San Pietro davanti alla piazza vuota. Sempre nel dopo-Angelus ha invitando a seguire le regole dettate dal governo “per il bene di tutti”. Nei commenti le parole del Papa con mie brevi annotazioni.
Oggi vorrei ricordare le famiglie che non possono uscire di casa. Forse l’unico orizzonte che hanno è il balcone. E lì dentro, la famiglia, con i bambini, i ragazzi, i genitori… Perché sappiano trovare il modo di comunicare bene tra loro, di costruire rapporti di amore nella famiglia, e sappiano vincere le angosce di questo tempo insieme, in famiglia. Preghiamo per la pace delle famiglie oggi, in questa crisi, e per la creatività. – E’ l’intenzione detta stamane dal Papa a inizio messa. Nel primo commento la fonte in video e testo. A seguire altre informazioni.
Guardo alle celebrazioni e ai messaggi del Papa in atteggiamento di gratitudine e di apprendimento. Oggi segnalo l’invito a pregare per quanti danno la vita per salvare quella degli altri, il suggerimento di parlare a Dio se non trovi il confessore, alcune parole dette ieri nel collegamento con il “Rosario per l’Italia”, altre che trovo nel colloquio pubblicato oggi da “La Stampa”.
Recluso da una settimana – “gli ultrasettantenni non escano di casa” – sono salito per sgranchirmi sul terrazzo condominiale dove non vado mai e ho scoperto che c’era un muretto crestato tutto da cattivissimi cocci di bottiglia e mi sono tornati i versi di Montale e vi ho letto un simbolo di questa Quaresima tagliente. Lo svolgimento della romanza prosegue nei primi commenti.
Nella celebrazione di stamane Francesco ha rivolto due inviti ai cristiani: alla comunione spirituale e all’adorazione. Per la comunione spirituale ha indicato anche una formula che ha letto mentre i dieci presenti nella cappella facevano la comunione sacramentale. Dell’adorazione ha parlato nell’omelia in riferimento a San Giuseppe e ha poi guidato la breve adorazione della benedizione eucaristica con cui da lunedì conclude la messa. Nei commenti riporto le parole e i gesti con cui ha proposto la comunione spirituale e l’adorazione, nonché l’intenzione di giornata per la pandemia che oggi è stata per i carcerati. Nel quarto commento una mia nota di tre righe.
“Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”: così il Papa in un’intervista a Paolo Rodari di “Repubblica” risponde alla domanda su che cosa abbia domandato domenica pomeriggio nelle visite a Santa Maria Maggiore e a San Marcello al Corso. Nei commenti riporto un’altra risposta di Francesco a Rodari e i riferimenti all’epidemia nella messa del mattino a Santa Marta e nella catechesi del mercoledì che ha svolto dalla Biblioteca privata.
Domenica 15 dopo l’Angelus pregato dalla Biblioteca Francesco si è affacciato dalla finestra dello Studio e ha benedetto la piazza vuota, metafora dell’orbe. La foto dell’Osservatore Romano dice la metafora. Nei commenti interpreto quel segno di croce senza confini, metto le intenzioni di preghiera che Francesco ha proposto ieri e oggi all’inizio delle messe di Santa Marta, segnalo la novità di stamane: cioè la benedizione eucaristica al termine della messa.
“Chi si prende cura dei fratelli è Cristo che si prende cura di Cristo”: così parla il vescovo di Cremona Antonio Napolioni dei medici e degli infermieri che l’hanno curato in ospedale: dimesso oggi dopo dieci giorni di cura intensiva contro il Covid-19. Parole di vivo Vangelo che ho preso da un’intervista data dal vescovo al sito della diocesi. Nei commenti ne riporto alcuni passaggi. E chiudo con un saluto d’amico.
Aggiornamento al 9 settembre 2020. Al commento numero 10 trovi un aggiornamento sul vescovo Napolioni in pandemia.
Oggi pomeriggio il Papa è andato pellegrino alla Salus Populi Romani e al Cristo della chiesa di San Marcello al Corso, invocato dai romani nelle calamità: è andato a implorare la fine della pandemia per l’Italia e per il mondo. Qui lo vediamo che cammina – in simbolico pellegrinaggio – per via del Corso. Nei primi due commenti altre due foto. Nel terzo la notizia come l’ha data il portavoce. Nel quarto un mio commento.
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