Il blog di Luigi Accattoli Posts

L’opera d’arte più bella, il capolavoro dell’essere umano è ogni suo atto di amore autentico, dal più piccolo, nel martirio quotidiano, fino all’estremo sacrificio. Qui la vita stessa si fa canto: un anticipo di quella sinfonia che canteremo insieme in Paradiso“: parole di papa Benedetto  dette venerdì a conclusione del concerto offerto dall’Eni. Mi piace proporle ai visitatori – su suggerimento di una visitatrice che si firma Corinna – come antidoto, dice lei, a “questo clima di odio, di rivendicazioni, di parolacce e frasi irripetibili”; e “nella speranza di partecipare un giorno a quella sinfonia lasciando qui giù tutto questo assordante e disarmonico rumore”. – Sono a Jesi per una conferenza e da qui saluto e auguro buona domenica.

Avendo qui criticato Belpietro, qui lo difendo. Disapprovo i titoli di LIBERO ma difendo il suo diritto a farli. L’episodio mostra l’utilità delle scorte.

«I santi sono l’unico messaggio cristiano che “arriva” davvero, dopo il Vangelo. Ma noi cristiani non li sappiamo raccontare. Facciamo i moralisti e il mondo sbadiglia»: intervistato dalla rivista Città Nuova, così straparlo a proposito di Chiara Luce Badano (vedi post del 26 settembre). E ancora: «I responsabili dei media ritengono noioso il cristianesimo, che invece, quando è vero, è di fuoco. Si tratta di un pregiudizio laicista e di una pigrizia culturale. Sono i nostri media a essere noiosi». Approfitto del microfono per buttare là alcune idee strampalate: «Se fossi un regista di cinema, il personaggio di Maximilian Kolbe lo farei interpretare da Roberto Benigni. Per Raul Follereau vorrei Antonio Albanese e una canzone su Chiara Luce la proporrei a Paola Turci: “Non è così che si fa – non è così che si fa”. Il dono che ha avuto Chiara Luce di guardare in faccia “sorella morte” potrebbe risultare dirompente se proposto con immediatezza a una generazione che con la morte gioca inconsapevolmente».

Capita che un amico ci faccia un’ultima telefonata, che ci appare serena e grata, tant’è che non ci avvediamo affatto che sarà l’ultima finchè egli – poco dopo – se ne va. Mi ricapita ora con Francesco Eleuterio Fortino, uomo di pregio, che ho avuto tra i più cari. Era un protagonista delle iniziative ecumeniche degli ultimi papi ma per me era soprattutto un coinquilino della vita, mai triste o svagato, ricco di sguardo, felice della fede. Lo ricordo nel sito Vino Nuovo.

Un aereo per un momento brilla al sole insieme a un gabbiano. Qui è la rotta per Ciampino. Felicità di averli alla finestra tutto il giorno, aerei e gabbiani. Ma più gli aerei che sono uomini in cielo. E donne con loro.

Siamo al secondo compimese del Feltri imberluscato e del Belpietro infeltrito: sono partite il 28 luglio le aperture a tutta pagina del Giornale sulla casa di Montecarlo, seguite a ruota da quelle di Libero. Dunque sessanta giorni di prime pagine coatte che oggi – 28 settembre – suonano così: TROVATA LA CUCINA DEI FINI (Il Giornale), LA CASA NON E’ CHIUSA (Libero). Anche questo oggi è giornalismo. In più commenti fintamente documentali a un post livoroso dell’11 settembre intitolato TITOLODIPENDENZA: FELTRI E BELPIETRO CONTINUATE COSI’ avevo riportato una quarantina di quei titoli. Ora riprendo l’abusato argomento nel primo e nel secondo commento a questo post con due malevoli retroscena sulle riunioni di direzione dei due quotidiani nelle quali si decidono quelle aperture.

Quando non ci sono leggi qui e mi trovi”: scritto a grandi lettere sul marciapiede davanti all’ingresso della scuola Di Donato di via Bixio, zona di Piazza Vittorio, Roma. – Il graffito dunque al posto della lettera. La corrispondenza era gelosamente privata e impegnativa nei contenuti. Il graffito è pubblico e appena evocativo. Non chiede che si corrisponda con altro graffito. La missiva era firmata, la scritta stradale è anonima. L’intenzione di porre un segno a rimedio della lontananza è la stessa, ma il mezzo è tutto diverso. Tranne per l’essere fatto di parole. E forse questa comunanza è più forte delle diversità.

Cari amici, solo l’Amore con la “A” maiuscola dona la vera felicità! Lo dimostra una giovane che ieri è stata proclamata Beata qui a Roma. Parlo di Chiara Badano, una ragazza italiana nata nel 1971, che una malattia ha condotto alla morte a poco meno di 19 anni, ma che è stata per tutti un raggio di luce, come dice il suo soprannome: “Chiara Luce”. La sua parrocchia, la diocesi di Acqui Terme e il Movimento dei Focolari, a cui apparteneva, oggi sono in festa – ed è una festa per tutti i giovani, che possono trovare in lei un esempio di coerenza cristiana. Le sue ultime parole, di piena adesione alla volontà di Dio, sono state: “Mamma, ciao. Sii felice perché io lo sono”. – Così all’Angelus Benedetto ha ricordato Chiara Luce Badano, splendida creatura che può aiutarci ad avere fiducia nei ragazzi di 19 anni. Trovi la sua storia nel capitolo 8, Celebrazione ecclesiale della propria morte, della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

Visti il Tg5 e il Tg1 il povero blogger esclamò con aria nivura: “Meno male che c’è Mentana”.

Renato Zero compie sessant’anni – gli hanno preparato una festa al motto SEI ZERO – e racconta la sua vita esagerata al Corriere della Sera: gli mando un augurio e dedico ai visitatori questo capoverso: “Ora vivo alla Camilluccia, con mio fratello Giampiero e mia sorella Maria Pia. Vicino a mio figlio adottivo, Roberto Anselmi Fiacchini. Andò così. Ero al cinema, e noto questo ragazzino. Era pettinato come Barth Simpson. E mi regalò un pupazzetto di Barth Simpson. Mi raccontò la sua storia: il padre era morto, la madre malata. Sono sempre stato vicino ai ragazzi degli orfanotrofi. Cominciai a seguire Roberto. Quando fu possibile, lo adottai: la legge consente anche ai single di adottare, se il figlio è maggiorenne e non ha più i genitori. Roberto si è sposato con Manuela e hanno due bambine. La grande si chiama Virginia, la piccola Ada, come mia madre. Fare il nonno è delizioso. Fare il padre è più difficile. Ma a poco a poco sono riuscito a ricreare una famiglia numerosa, come quella in cui sono cresciuto“.