Il blog di Luigi Accattoli Posts

“Siamo due persone con storie e vissuti estremamente diversi, eppure ci siamo riconosciuti in fretta. Un agnostico e un Papa, un ex comunista e un cattolico, un italiano e un argentino, un gastronomo e un teologo”: così nell’introduzione il gastronomo e scrittore Carlo Petrini presenta il libro “Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale” (pp. 234, euro 16.00), che Giunti-Slow Food Editore manda domani in libreria. Nel primo commento una scheda del libro e a seguire alcuni brani che a una prima lettura mi sono parsi più vivi.

Gianni Barone, direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’ospedale “Fatebenefratelli” di Napoli, colpito dal Covid, ricoverato al Cotugno e vicino a essere intubato, guarisce “misteriosamente e miracolosamente” – afferma egli stesso – nella notte tra il 31 marzo e il 1° aprile “entro il tempo di un paio d’ore”. In un’intervista a “Il Mezzogiorno” del 1° maggio 2020 – raccolta da Paolo Mesolella – narra la vicenda fornendo dettagli clinici e invocando la testimonianza del primario del reparto anticovid del Cotugno. Nei commenti riporto i passaggi essenziali dell’intervista e metto il link al testo completo.

“Non mi sono mai annoiato, anche per lo sforzo mentale di recuperare alla memoria il testo esatto degl’inni con i quali pregavo”: così scherza – intervistato il 1° maggio da Diego Andreatta per “Vita Trentina” – Giacomo Radoani, 70 anni, docente all’Università del Tempo Libero e libraio in Trento. L’intervista narra i 42 giorni di ricovero negli ospedali di Tione, Arco e Trento, tra il 12 marzo e il 23 aprile e la fortunosa guarigione. Nei commenti una traccia semplificata del colloquio con le sole risposte di Radoani.

Nel Vangelo che leggiamo domani [Matteo 18, 15-20] troviamo una delle parole di maggiore consolazione che ci ha lasciato Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Una parola che incoraggia a seguirlo pur nell’evidenza della nostra debolezza e del peccato del mondo. Una parola di consolazione paragonabile all’altra che è anch’essa in Matteo, nella chiusa del Vangelo: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (28, 20). Nel primo commento il contesto immediato della parola di Gesù, nel secondo un mio spunto di lettura.

Il 4 agosto una misteriosa esplosione nel porto di Beirut provocava 220 morti, seimila feriti e 300 mila sfollati. Ad oggi nulla si sa di che l’abbia provocata: attentato o incidente. Oggi, 4 settembre, a un mese dalla carneficina si tiene un “giorno di digiuno e di preghiera per il Libano”: in soccorso ai libanesi smarriti, per il futuro – che pare anch’esso smarrito – di questo straordinario paese. Da ieri è a Beirut, inviato dal Papa, il cardinale Pietro Parolin: ha incontrato i leader religiosi nella cattedrale maronita di San Giorgio e ha presieduto l’Eucarestia nel Santuario mariano di Harissa. Nel primo commento l’appello formulato mercoledì da Francesco. Nel secondo la cronaca dei primi atti della visita di Parolin fornita da Vatican.va.

“Benedetto XVI è il più anziano Pontefice di tutti i tempi: il quattro settembre [cioè domani]  supera di un giorno Leone XIII, che visse fino a 93 anni e quattro mesi. Ben 34.111 giorni al servizio di Dio, del mondo e della comunità ecclesiale”: lo scrive “Famiglia Cristiana”. Nel primo commento qualche curiosità aggiuntiva e la mia lode al longevo Benedetto.

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Prima udienza papale del mercoledì in presenza, dopo sei mesi di catechesi solo televisive: l’ultimo appuntamento con il popolo delle udienze c’era stato il 26 febbraio. “Dopo tanti mesi riprendiamo il nostro incontro faccia a faccia e non schermo a schermo” ha detto Francesco nel saluto iniziale. Nei commenti alcuni spunti sul Papa che torna a incontrare i pellegrini e sui tempi d’attesa ancora lunghi per la ripresa delle uscite in Roma e dei viaggi.

La sera di venerdì 27 marzo un’infermiera dell’ospedale Bolognini di Seriate chiama il parroco don Mario Carminati per comunicargli l’ultima volontà di un parrocchiano appena morto per Covid: “Dite a mia moglie che le ho sempre voluto bene”. Nel primo commento il racconto che ne ha fatto don Mario con un videomessaggio pubblicato sul sito della parrocchia.

Ho sempre pensato che la maggiore ingiustizia con la clausura della pandemia l’abbiamo fatta ai morenti costretti ad affrontare la morte in solitudine e trovo ora un riscontro a questo mio pensiero in un’intervista del cardinale Pietro Parolin segretario di Stato Vaticano, che segnala tra i “limiti” del comportamento collettivo, civile ed ecclesiale, in questa stagione cattiva, l’aver ostacolato “la prossimità dei familiari e l’accompagnamento spirituale dei malati e dei moribondi”. Nel primo commento riporto questo passo dell’intervista e metto il link alla fonte.

Il Vangelo che leggiamo domani [Matteo 16, 21-27] ci presenta un Simone, appena appena divenuto Pietro, che scongiura Gesù dall’inoltrarsi sulla via della Croce e Gesù – che l’aveva detto ispirato dal Padre – stavolta lo chiama Satana e lo accusa di pensare secondo gli uomini: nel primo commento riporto il dialogo dei due e nel secondo segnalo la rapidità con cui in sei versetti il primo degli apostoli passa dal “beato te” al “Satana”.