Mese: <span>Gennaio 2011</span>

Vivere come minoranza fra credenti di un’altra fede aiuta anche noi oggi a purificare il nostro giudizio, imparando a vedere noi stesse e l’Islam con lo sguardo di Dio”: lo scrivono in una lettera di aggiornamento ai loro benefattori le monache trappiste di Valserena (Pisa) che hanno aperto un “monasterino” in Siria per “accogliere l’eredità” dei sette monaci martiri dell’Atlas, Algeria, trappisti anche loro, uccisi nel 1996. Ad Aleppo dal 2005, l’estate scorsa si sono trasferite nel territorio del villaggio maronita di Azeir, su un colle vicino al confine con il Libano, nella fascia centrale della Siria. Ne abbiamo parlato qui con un post del 18 gennaio del 2010. Allora erano quattro, ora sono sei. Le saluto con un bicchiere di Vino Nuovo.

«Nessuno chiede di tacere episodi, fatti, denunce, indagini che riguardano quanti sono chiamati ad animare e a guidare il Paese e dai quali tutti attendono esemplarità, nel pubblico e nel privato. Ma, mi domando: giornali e tv contribuiscono davvero a costruire e a promuovere la pubblica opinione quando si lasciano contagiare dal clima avvelenato e violento causato da una politica che dimentica o sottovaluta i bisogni reali e concreti delle persone? I problemi veri del nostro Paese non sono certo quanto da mesi leggiamo nelle cronache politiche»: parole del cardinale Dionigi Tettamanzi nell’incontro di oggi con i giornalisti. E’ una settimana abbondante che sono in giro per questi incontri dei vescovi con la stampa che avvengono intorno alla festa di Francesco di Sales, 24 gennaio. Ovunque – Rimini, Modica, Macerata – ho sentito le stesse parole: che media abbiamo, che politica abbiamo, che paese abbiamo? Vedi qui le altre sagge parole del vescovo Dionigi.

Ho chiesto alla mia gente: “Che succederebbe se sua figlia sposasse un tedesco e se una seconda figlia volesse sposare un francese?” Uno rispose: “Beh! Signor Vescovo bisogna andare incontro alla volontà delle nostre figlie”. “E che succederebbe se la terza sposasse un indio?” Non feci in tempo a dirlo che saltò su dalla sedia e io “Perché nessun problema con gli altri due? Questa è discriminazione! – Venne un indio con il suo padrone: era lì per chiedere una messa ma non parlò mai con me, parlava sempre il padrone. Nonostante io gli parlassi nella sua lingua, rispondeva per lui sempre il padrone. Io rimasi traumatizzato. – Ho duecento diaconi indigeni e quando diamo la comunione vi sono persone che cambiano fila per non ricevere la comunione dalle mani di un Indio. – Lunedì 24 è morto a 85 anni il vescovo messicano Samuel Ruiz Garcia, grande difensore degli indios del Chiapas, vescovo di San Cristóbal de las Casas dal 1959 al 2000. L’avevo incontrato durante la visita di Giovanni Paolo II nello Yucatan, nell’agosto del 1993. Lo saluto clon un bacio di fratello. Ho riportato qui tre passaggi di una sua conferenza, tenuta a Ferrara il 15 febbraio 1998, Nel primo commento riporto un ringraziamento di don Samuel a papa Wojtyla per la predicazione che svolse in Messico nel 1993.

Sono stato in Sicilia, c’erano mandorli in fiore tra Rosolini e Modica e volevo farvelo sapere. Arrivo domenica sera all’aeroporto di Catalia, due gentilissimi mi portano alla casa del vescovo di Noto, Antonio Staglianò. Egli è poeta e mi dà un suo poemetto intitolato MORTE DOV’E’ LA TUA VITTORIA (Edizioni Santocono 2010). Ricambio con un abbraccio. Una notte nella sua residenza, che è sulla destra del duomo di Noto, che a vederlo ti sembra di sognare. Ora poi che è ripulito, e col mattino in faccia. Su quella scalinata. Poi in automobile verso Modica, lungo la Cava d’Ispica. Con intorno il bianco dei mandorli. A Modica lo splendore di San Giorgio visto quinci e quindi. Cioè andandoci dentro e uscendone fuori, cercandolo infine dalla collina di fronte. “De enfrente” come diceva quello. Un bel dibattito nel giorno di Francesco di Sales “sulla sfida educativa e la cultura digitale”. A pranzo dalle Benedettine. Un articolo improvvisato su Bagnasco e Berlusconi e il rientro a Roma. E’ tutta vita.

Vado molto in giro e mi fanno domande e io rispondo. Le mie risposte sono più secche quanto la questione mi trova incompetente. Eccone cinque.

Berlusconi si deve dimettere per le risultanze provvisorie sulle feste di Arcore e il caso Ruby? No, ma deve accettare la convocazione che ha avuto dai magistrati.

“Chiediamo che si rispetti una vera presunzione di innocenza nei suoi confronti, finchè il processo di accertamento dei fatti sarà completato” hanno scritto i cattolici del Pdl. Giusto. [Segue nel primo commento]

Il 15 gennaio ho ricevuto per posta, in omaggio, un libretto del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi – amico di tanti anni – intitolato Verbi all’infinito. 365 sms per ogni giorno dell’anno, pubblicato dall’editrice il Ponte. Ho subito letto il messaggino di quel giorno che dice così, nel linguaggio dei ragazzi: “Dio non ti ama xké ha bisogno di te, ma ha bisogno di te xké ti ama”. Mi è piaciuto e gli ho dedicato un bicchiere di Vino Nuovo.

Adesso affronterò la pena come è giusto che sia, questo è un insegnamento che lascio come esempio ai miei figli che devono avere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni. Sono stato un uomo delle istituzioni e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede“: così ha parlato oggi Totò Cuffaro, ex governatore della Sicilia, mentre partiva da casa per il carcere di Rebibbia dopo che la Cassazione aveva reso definitiva la condanna a sette anni per “favoreggiamento aggravato” a Cosa Nostra e “rivelazione di segreto istruttorio”. Gli mando un abbraccio di ringraziamento per le parole che ha trovato e detto. Parole rare ai nostri giorni.

Ieri la barbona francese sdraiata sottocasa beveva e cantava mentre il cameriere filippino del vicino ristorante le gridava in romanesco: “Se non stai zitta te mollo n’a secchiata d’acqua”. Stamane la commessa cinese dell’agenzia di viaggi incalzava la barbona traballante con rapidi getti d’acqua da un suo secchio, a un centimetro dai piedi di lei, per cacciarla come si fa con i bacarozzzi. E lei che a ogni passo indietro diceva: “Merde merde”.

Una procedura irrituale e violenta, indegna di uno stato di diritto e che non può rimanere senza un’adeguata punizione“: così il premier nel video messaggio di ieri. Il capo del governo che chiede la punizione dei magistrati che indagano su di lui: credo siano le parole più gravi mai pronunciate da Berlusconi. Non sembra di essere in Europa. Quel videomessaggio è peggio dei festini di Arcore.

Leggo nei giornali che tale Carlo Ferrigno in una telefonata a “un altro uomo” racconta che “c’erano orge lì dentro” dopo la cena [ post del 17 gennaio]. Dice anche di “una tale Maria mezzo araba” che “animava la serata facendo la danza del ventre” e che fu ricompensata dal Cavaliere “con un anello e un bracciale”. [Segue nel primo commento]