Mese: <span>Gennaio 2013</span>

Siamo in cinque e insieme mettiamo su un minestrone di tre continenti, due religioni, tre colori, quattro nazioni, storie e abitudini apparentemente inconciliabili da incastrare per vivere le prossime ore in un clima diverso […] mettendo da parte qualsiasi pregiudizio perché in una sera come questa sedersi attorno allo stesso tavolo aiuta ad avvicinare mondi che non si conoscono e quello che si conosce fa meno paura […]. Far stare sedute cinque persone in poco più di sette metri quadrati già affollati da un letto e dal bagno è dover sistemare gli incastri alla perfezione […]. Mangiamo e parliamo, forse sono proprio le parole la cosa di cui più avevamo bisogno, il tempo adesso scorre veloce e il fatto che il cancello della cella sia chiuso diventa un dettaglio […]. I nostri occhi hanno visto cieli diversi, stelle che speriamo di poter rivedere un giorno accanto alle persone che amiamo“: sono frammenti di un testo intitolato CIELI DIVERSI – scritto da Massimiliano Maiocchetti – che ha vinto il primo premio di un PREMIO CASTELLI riservato ai carcerati. Come accennato una volta nel blog, io sono il presidente della giuria di quel premio. Chi volesse saperne di più, vada nel sito del premio, linkato qui sopra e clicchi su I testi in pdf dove potrà leggere i tre lavori premiati. I prossimi giorni darò brani del secondo e del terzo premio. E’ un mio segno di solidarietà con gli uomini e le donne che sono nelle celle.

Certo che mi candido. Finché sono vivo, continuerò a candidarmi. Non lo farò più solo da morto“: parole di Marcello dell’Utri al Corsera: Dell’Utri: mi candiderò fino alla morte. – Ho un debole per dell’Utri e per il suo humor esistenziale, non so come altro chiamarlo, che è raro. Una volta che lo carcerarono, non ricordo più l’imputazione, e stette dentro almeno un mese, uscendo disse ai giornalisti che erano stati trenta giorni “di pace, senza telefono, senza affari, passati a leggere libri che mai altrimenti avrei portato a termine”. Lo stesso ora con questa fresca del candidarsi: altri non sanno come dirla, a lui basta la bocca: mi candiderò sempre. Del resto, se si candidano i magistrati, perché non gli indagati?

Sono credente e sentivo di non potermi avvicinare ai sacramenti se non avessi pagato il mio debito con la giustizia terrena prima ancora che verso quella divina. Sono responsabile di sette omicidi. Non chiedo perdono a nessuno perché non merito il perdono di nessuno“: parole di Antonino Calderone, boss “pentito” della mafia di Catania, morto a 77 anni il 10 gennaio in una località segreta in cui risiedeva sotto falsa identità. Saluto le parole di Antonino con un bicchiere di Vino Nuovo.

Un buffo personaggio con un vestito azzurro a righe, scarpe con una lunga punta e un cappello con la piuma avanza la sua offerta impugnando un piffero magico: “Con la mia musica posso condurre con me cose, animali e uomini”. La lepre intanto corre avanti e grida a sinistra “non c’è posto non c’è posto”, e a destra “magari fosse ora del pranzo”. “Cri-cri-cri fa un grosso grillo salendo a balzi su su per il muro: “Mi fate proprio compassione perché avete la testa di legno e perché finirete tutti in prigione”. Pifferaio, narratore del pifferaio e lepre gridano in coro con il naso all’insù: “Chètati, grillaccio del malaugurio!”

Riccardo Dalisi – inventore buonissimo di oggetti e di immagini – firmava ieri la copertina de LA LETTURA, supplemento domenicale del Corsera, con l’immagine di una sirena dal viso appuntito persa nel vortice di se stessa e di un uomo incontrato nelle onde della vita. Amo Dalisi e la sua regola: “Il motore di ogni racconto è l’amore”. Mi ricorda una delle letture estive, la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, al libro XXXV, dov’è il mito del vasaio di Sicione che narra l’origine dell’arte di ritrarre il volto dell’uomo: “Butade di Sicione scoprì per primo l’arte di modellare i ritratti in argilla; ciò avveniva a Corinto ed egli dovette l’invenzione a sua figlia che era innamorata di un giovane. Poiché quest’ultimo doveva partire lei tratteggiò con una linea l’ombra del suo volto proiettata sul muro dal lume di una lanterna; su quelle linee il padre impresse l’argilla riproducendone il volto; fattolo seccare con il resto del suo vasellame lo mise a cuocere in forno”. Ritrarre, cioè trattenere.

Stanotte ho fatto un sogno……. del lavoro non ho bisogno“: scritta tracciata sulla parete interna di una vettura della Metro B, letta ieri da un amico romano che si chiama Pasquale Vilardi mentre percorreva il tratto Termini-Rebibbia. L’amico la trova di “straziante ironia” e la ritiene “attribuibile probabilmente a un giovane o disoccupato o cassintegrato”. Un grazie a Pasquale e un saluto ai visitatori che sognano il lavoro.

Berlusconi vuole un duello in tv con Bersani “il vero avversario” e non lo vuole con Monti “che fa il gioco della sinistra”. Bersani non vuole la sfida con Berlusconi perché si incontrerà soltanto con i “candidati premier” e Berlusconi non lo è. Mio piccolo parere: incontratevi tutti senza artificiose esclusioni. Il confronto è utile alla scelta.

Ho sempre cercato di fidarmi di Dio e sono certo che non mi imbroglierà! La vita ha portato in superficie tanti perché, difficili da decodificare. Avevo sognato tante cose belle e grandi nella vita, ma sul più bello tutto svaniva senza un motivo. Ho avuto l’impressione che una mano misteriosa mi seguisse per incoraggiarmi e aiutare“: parole testamento di padre Bruno Cisco, missionario saveriano morto a 91 anni l’ottobre scorso. Festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo il mirabile combattimento del padre Bruno tra la fiducia in Dio e i perchè della vita che restano senza risposta.

Il senatore Stefano Ceccanti – al quale più volte in questo blog mi sono rifatto nel commentare i fatti politici – annuncia con un comunicato di essere stato escluso dalle liste del Pd, protesta per il “silenziamento dell’area liberal” di cui la sua esclusione fa parte, informa di aver successivamente respinto la proposta di entrare nella lista Monti del Senato: Ringrazio il professor Monti, ma non ci sono le condizioni politiche per una mia candidatura. In un comunicato di ieri aveva argomentato la sua protesta per l’esclusione dalle liste pd: Non sono candidato. Amarezza e stupore per la compressione del pluralismo. Molti elementi biografici e di cultura mi legano a Ceccanti: gli dico la mia solidarietà e protesto con lui per il restringimento di orizzonti che nel Pd si è manifestato nelle ultime settimane, con le “primarie parlamentari” e con la scelte dei nomi da inserire nel “listino”. Sono state inserite personalità delle più varie appartenenze, ma sono stati posti paletti anti-Renzi e anti-Monti che a mio parere costituiscono un passo indietro. Con la punta di uno di quei paletti è stato cacciato il mio amico Ceccanti.