Mese: <span>Novembre 2013</span>

Dalla Rete mi arriva questa foto: dove l’hanno scattata?

Da noi, le figlie non sono le benvenute. Io, diciannovesima di ventitré fratelli, fui abbandonata da mia madre sotto il sole cocente dell’Afghanistan affinché morissi. Malgrado le numerose bruciature sono sopravvissuta, diventando la sua figlia preferita“: Fawzia Koofi, 38 anni, è la mia candidata alle presidenziali dell’Afghanistan 2014. Ho letto con diletto il suo libro Lettere alle mie figlie [Sperling & Kupfer 2011, pp. 313, euro 18.00] che suggerisco per le scuole ai visitatori che insegnano. Nel primo commento un’immagine dell’infanzia vissuta da Fawzia tra le sette mogli di suo padre e i 22 tra fratelli e sorelle.

Stasera parlo di Papa Francesco alla parrocchia di San Roberto Bellarmino che dà su Piazza Ungheria ed è per me un appuntamento di grande impegno, che comunico ai visitatori che vivono a Roma: qui sono venuto a parlare più volte su invito dei padri gesuiti che tenevano la parrocchia fino a pochi anni addietro (Roberto Bellarmino era gesuita); qui venni da cronista di “Repubblica” il 14 febbraio 1980 per la messa di addio a Vittorio Bachelet; Papa Bergoglio da cardinale aveva il titolo di questa chiesa e dunque qui un poco lo conoscono. Mi preparo ruminando le parole dette ieri da Francesco all’udienza generale e che ho ascoltato dal vivo, nel freddo cane di piazza San Pietro, lacrimando pietosamente e non per l’emozione ma per il freddo: “Chi pratica la misericordia non teme la morte. Pensate bene a questo! E perché non teme la morte? Perché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo“.

– Oggi voto per la decadenza di Berlusconi da senatore.
– Ma che dici? Tu non sei senatore…
– Esprimo il mio voto. Votum meum: cioè voto, promessa, preghiera, desiderio.
– Che cosa ti convince di più nell’esprimere questo votum?
– La manifestazione di via del Plebiscito: chiamare a manifestare contro l’accoglimento di una sentenza definitiva, come prima aveva fatto contro la stessa sentenza; e l’aver chiamato i parlamentari pdl a dimettersi e poi l’ordine ai ministri di dimettersi e l’azzeramento delle cariche del Pdl e la sua rifondazione, decidendo tutto da solo, in forza della signoria sulla propria “creatura”…
– Il peggio tra tutto questo?
– Gridare al colpo di stato mentre si contrasta lo stato di diritto.

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”: inizia così l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” [La gioia del Vangelo] con cui Papa Francesco conclude l’Anno della Fede, sviluppa quanto emerso dal Sinodo del 2012 sulla nuova evangelizzazione e presenta il programma del suo Pontificato. Un documento personalissimo, tutto di mano del Papa, lungo, appassionato, che mira a porre l’intera comunità cattolica in un “stato permanente di missione”, perché recuperi la “freschezza originale del Vangelo” e trovi “nuove strade” per proporre Cristo all’umanità di oggi. E parla anche di “conversione del Papato”. – Seguono mie considerazioni nei primi commenti. Più avanti riporterò brani da memorizzare.

Aggiornamento al 27 novembre. Il Corsera pubblica oggi a pagina 42 un mio commento all’Esortazione che puoi leggere anche qui: La scommessa del Papa che mira lontano.

Sto leggendo l’esortazione Evangelii gaudium [La gioia del Vangelo] che a noi giornalisti è stata data oggi pomeriggio alle 14,30 e sono felice di questa lettura. Sempre, nei decenni della professione, ho considerato un regalo trovarmi a passare molte ore a leggere testi dei Papi dati in embargo. Ma finché ero in attività c’era la pressione del giornale che diceva “non possiamo anticipare qualcosa?” Ora nessuno rompe la pace di questo momento profittevole. Domani dopo le 12 – termine dell’embargo – vi dirò.

“Ho avuto la fortuna di partecipare alla Messa mattutina del Papa e ho ringraziato lo Spirito Santo che ci ha dato il pastore di cui abbiamo bisogno in questo momento, vicino non solo spiritualmente, ma anche fisicamente”: parole di Maridelma Canova Piccione, una mamma di Bologna che ha portato alla messa del Papa il 12 novembre due figlie, una delle quali resa invalida da un incidente stradale. Non c’è nulla di straordinario nei gesti di accoglienza compiuti da Francesco e nelle parole del racconto, che ci parlano di una nuova modalità di manifestazione del potere di consolazione della figura papale, che è stato grande nella storia e dura e si rinnova. Saluto Maridelma con un bicchiere di Vino Nuovo.

Mi è chiaro d’istinto – essendo io lontano dal giure – che Berlusconi sia colpevole di ciò per cui è condannato, ma trovo anche ineccepibile che nella vicenda Ruby e in altre egli sia stato oggetto di un’attenzione giudiziaria insolita, straordinaria, che ha aspetti di persecuzione: per me li ha. Perché nessuno oggi in Italia è perseguito in quel modo per una segnalazione-concussione, o per aver approfittato di una minorenne attirata con il denaro. Perseguito confina con perseguitato: è un effetto del conflitto di interessi, lo so, ma è comunque un monstrum. Il delitto di abuso sessuale su ragazzine, chiamiamolo “tratta delle minorenni”, è vastissimo e la magistratura e i media non lo vedono. Per l’altro versante mi pare inevitabile, logico, augurabile che sia condannato chi paga per anni le decine di ragazze che chiama a deporre a suo favore. – Nel primo commento la mia surreale conclusione.

“Nel pomeriggio gli alunni del Primo Anno Teologia e quelli che non hanno esami faranno la racconta delle olive”, annuncia il vicerettore al termine del pranzo nel refettorio del Leoniano di Anagni, dove ha sede il Seminario regionale per il Lazio Sud e per le Diocesi Suburbicarie. Ho ascoltato quell’avviso mercoledì, essendo lì per un incontro sull’uso dei media nella vita ecclesiale. “Sulla collina che è dietro il seminario abbiamo 150 ulivi” mi ha detto il rettore don Gianni Checchinato. “Qualche anno abbiamo ottenuto 400-500 litri di olio ma la previsione di questa raccolta è minore perché le nevicate dell’anno scorso ci hanno costretto a potare tantissimo tutte le piante”. I seminaristi coltivano un orto e allevano due maiali. “Dobbiamo essere normali” direbbe Bergolius.

Grandine su Roma. Fa partire gli allarmi delle automobili e delle vetrine. Come ieri i notav.