Il blog di Luigi Accattoli Posts

Chiedo aiuto ai visitatori per un articolo che sto scrivendo per la rivista IL REGNO sulla beatificazione di papa Wojtyla: di segnalarmi persone convertite alla fede cristiana, o aiutate a non abbandonarla, o soccorse nella fatica di vivere dalla testimonianza di Giovanni Paolo. Non mi servono i nomi ma solo mini-storie di tre o cinque righe utili a intendere l’accaduto. L’idea è venuta sentendo di non cristiani, o di non credenti, o di cristiani dubbiosi, non praticanti, conviventi, divorziati risposati e simili che raccontano di essere stati aiutati a credere dalla fede del papa polacco. Il volume “Vivi dentro di noi” di Aleksandra Zapotoczny (Mondadori 2011) documenta una ventina di questi casi attestati nel processo di canonizzazione. Ne cerco altri in campo aperto. Partendo magari dalle mini-storie di chi è venuto a Roma per la celebrazione del 1° maggio non essendo o non sentendosi un praticante regolare, o di chi – vivendo ai margini della comunità ecclesiale – già era venuto per l’ultimo saluto a Giovanni Paolo nell’aprile del 2005. Si tratta di un’inchiesta sulla santità diffusiva di papa Wojtyla.

C’era una figlia unica di tre anni e mezzo di nome Federica che chiedeva alla mamma: perchè io sono sola? – Sola? rispondeva la mamma: no, tu non sei sola, con te ci sono i tuoi genitori e per loro sei unica come una principessa. – Uffa mamma, replicava Federica: che me ne importa di essere unica se sono sola?

Ho letto qua e là le inchieste dei giornali sul gran numero di candidati sindaco, di liste e di presenti in lista che si sono sbattuti in queste elezioni e che ora scaldano i ballottaggi. Girando per l’Italia, ovunque si votasse ascoltavo il lamento: “L’amministrazione uscente lascia un disavanzo di cento milioni di euro”. Ma nessuno si intimoriva e tutti confidavano di poter sanare bilanci, strade e monumenti. A Napoli li ho visti che attaccavano i manifesti scavalcando i cumoli della monnezza. E c’erano a suo tempo a Palermo i candidati a prendere il posto del prefetto Dalla Chiesa nel 1982 e dei magistrati Falcone e Borsellino dieci anni dopo. Che straordinario che è l’uomo, nella sua audacia, incoscienza e provvida ambizione.

Credo che non riuscirò mai a spiegare che cosa provo nel fare volontariato all’Ostello Caritas della Stazione Termini: non è solo il rendersi utile per qualcuno che ti fa sentire bene con te stessa, ma ho sopratutto compreso quanto sia facile aprirsi con degli sconosciuti, fidarsi dei tipi “loschi” che di solito per strada si evitano, e ascoltare le loro storie senza pregiudizi. Mi sono iscritta all’attività di volontariato appena l’età me lo permise e non per i crediti o per un buon voto, perchè inizialmente la pensai come un’attività che avrei affrontato solo una volta per esperienza. poi me ne innamorai. E’ l’attacco di un racconto che una mia amica romana – Violeta, 18 anni – ha scritto su mia richiesta. Puoi leggere il seguito nei primi due commenti.

“Se ci votate portiamo i ministeri e togliamo le multe” dice il centrodestra milanese sballottato dagli elettori. Sui ministeri non so dire ma sulle multe sì, chè ogni tanto le becco. Poniamo che la promessa l’avesse fatta Pisapia e proviamo a immaginare il coro degli antagonisti: demagogo, mancanza di senso civico, la sinistra dei centri sociali vuole distruggere quel minimo di disciplina che ancora sussite in città – immagino la musica. Ma se la proposta la fa chi le multe le ha messe? “Se ci aveste votato al primo turno, vi restavano sul groppone, com’era giusto. Ma se ci votate al secondo turno le cancelliamo”. “Come può essere – chiedeva Candido a Pangloss – che in questa città lo stesso voto a quindici giorni di distanza produca effetti così diversi?” – “Codesta si addimanda eterogenesi dei turni, mio caro Candido” fu la risposta di Pangloss pronto come sempre a spiegare ogni come e ogni perchè.

“Politica inguardabile” ridotta a un “litigio perenne” e a un “dramma del vaniloquio”: così poco fa il cardinale Angelo Bagnasco ad apertura dell’assemblea dell’episcopato. Poco prima aveva qualificato come “infame emergenza” quella della pedofilia nella Chiesa, che induce a levare un “grido amaro”, motivato da uno “strazio indicibile” e da una “umiliazione totale”. Come osservatore del linguaggio dell’episcopato sono contento di queste parole forti. So che il cardinale Bagnasco non soffre di alcuna smania di protagonismo e se ne starebbe volentieri defilato, se gli fosse concesso. Tanto più apprezzo le sue parole fuori dai denti. Dunque la politica è “inguardabile” e nella Chiesa si sta vivendo un’emergenza “infame”. Vedo che non si fanno sconti né a sé ne agli altri. Nel primo commento le parole sulla politica, nel secondo quelle sugli abusi sessuali del clero.

Anne Sinclair appassionatamente difende il poco difendibile marito Dominique Strauss-kahn. Camille, figlia di Domique, serenamente sostiene nell’impresa Anne che non è la sua mamma. Chiara Sciarrini scagiona il marito Lucio Petrizzi responsabile della morte della loro bimba Elena, 22 mesi, abbandonata per sei ore nell’auto, sotto il sole di Teramo: “Mio marito non è colpevole di niente. E’ un padre esemplare, doveva pensare a tutto in questi mesi della mia nuova gravidanza. Andiamo sempre di corsa, non ci fermiamo mai”. – Tre donne forti che incontro nelle pagine dei quotidiani. Un mio bacio a ognuna.

“Dopo essere stato accusato falsamente da Letizia Moratti di aver favorito un furto d’auto negli anni Settanta, Giuliano Pisapia ha invece effettivamente sventato il furto di un automobile e una tentata rapina”: così racconta il fattaccio il Corsera online. Commento di Pisapia: “Sono il più sveglio che ci sia”. Commento della Moratti: “Conosce quell’arte”. Commento di Umberto Bossi: “Il ladro era un suo elettore”. Commento di Berlusconi: “Ha copiato il mio salto sul predellino”. Commento di Beppe Grillo: “Basta con questa campagna auto-referenziale”.

Gli ultimi Vescovi di Roma hanno modificato l’immagine papale e gli artisti non sanno più come rappresentarli. I Papi sono scesi dal trono e hanno aperto e mosso i loro mantelli, Giovanni Paolo II lo faceva persino ruotare, con il tipico gesto di girare su se stesso per salutare le folle avvolgenti degli stadi. A Papa mosso, statua sfuocata“: è la conclusione minimalista di un mio mini-articolo sul monumento a papa Wojtyla inaugurato l’altro ieri a Roma, sul piazzale della stazione Termini, pubblicato oggi dal Corsera con il titolo a indovinello IL REBUS DEL MANTELLO CHE SI MUOVE.

Il popolo palestinese non ha ancora uno Stato. Per molti è impossibile un passo avanti, ma io non sono d’accordo. Siamo arrivati ad un momento in cui si stanno demolendo delle barriere ed è ora che avvenga anche per palestinesi ed israeliani. Il nostro impegno per la sicurezza di Israele è inossidabile, ma lo status quo è insostenibile. Una pace duratura è sinonimo di due Stati separati. Bisogna quindi negoziare sulle questioni chiave. Serve una Palestina aperta e un Israele sicuro. La linea di confine deve essere quella del 1967. I palestinesi devono avere uno stato sovrano. Bisogna evitare il terrorismo. Quindi le iniziative militari dovranno portare ad un Paese progressivamente demilitarizzato. Poi dovremo affrontare il futuro di Gerusalemme e quello dei profughi palestinesi. Dobbiamo quindi iniziare con i negoziati su sicurezza di Israele e formazione di uno Stato palestinese. Gli Usa faranno tutto quello che è necessario per andare oltre l’attuale empasse“. – Così oggi Barack Obama ai diplomatici americani. Aspettavo queste parole dal 1967.