Il blog di Luigi Accattoli Posts

Rientro da una vacanza sulle Alpi con l’autostrada Parma-La Spezia e poi con la Genova-Roma che dopo Cecina diventa una superstrada e dopo Talamone torna a essere la vecchia Aurelia. Esco a Follonica Nord attirato da un’immagine di un altro viaggio che ha ormai diciotto estati e sosto in una piazzola della statale. Mia moglie scende dall’automobile e sento che dice “ce ne andiamo subito” a una signora svestita e truccata che si sporge da un camper lì posteggiato e grida verso di noi: “Che fa, si ferma qui? Guardi che io sto lavorando”. “Ci devi fare un post – è la consegna mentre ripartiamo – mettendo insieme questa donna e il pellegrino che abbiamo visto all’andata”. Era da quelle stesse parti. Anche allora eravamo usciti dalla superstrada per ritrovare i segni di una vecchia sosta. Un uomo camminava ai margini dell’asfalto con una croce di legno sulle spalle come nelle figurazioni della Via Crucis. La trascinava facendo poggiare a terra l’estremità del braccio più lungo. Uno straccio sulla spalla piagata, la faccia al sole. Chissà da dove veniva. Forse andava a Roma.

Della vacanza sul Monte Baldo porto con me il muggito del capobranco che raduna la mandria al tramonto sui piani di Novezzina. Voltato a levante, mentre le cento mucche pezzate camminano verso ponente incrociandolo docili sopra e sotto il mezzo pendio dove si è collocato. Un mugghio prolungato e cadenzato. Pieno d’autorità. Finchè tutta la mandria è avviata allo stazzo.

Mi auguro che il Governo Berlusconi regga per l’intera legislatura, secondo la volontà degli elettori che gli hanno dato una vittoria così grande. Io non l’ho votato e dunque non entro nella disputa interna alla maggioranza, ma parlo da cittadino interessato alla sorte del Governo della Repubblica. La crisi economica internazionale e la forte lacerazione interna all’Italia rendono importante la continuità di azione dell’esecutivo. Mi auguro dunque che il presidente del Consiglio trovi un accomodamento politico con il cofondatore del Pdl Gianfranco Fini. Se non ci sarà l’accordo e venisse meno la maggioranza, ritengo che si dovrebbe fare ogni sforzo per varare una nuova legge elettorale prima di andare al voto. Tra gli sforzi da fare includo la disponibilità dell’attuale opposizione a un patto per la nuova legge elettorale, che dovrebbe essere approvata a partire da un progetto condiviso da tutte le forze politiche. Il patto darebbe all’ex opposizione il vantaggio della nuova legge e all’ex maggioranza quello della permanenza tecnica di Berlusconi a Palazzo Chigi. Se una tale via non risultasse praticabile e fosse verificata la possibilità di una nuova maggioranza ritengo che si dovrebbe andare alla formazione di un nuovo Governo con il compito primario – ma non esclusivo – di promuovere una nuova legge elettorale. La possibilità per un tale governo di portare a compimento la legislatura dipenderebbe dalla tenuta della nuova maggioranza.

Sono in vacanza – ancora per due giorni – sul Monte Baldo, nel veronese, ospite del Soggiorno Fortunata Gresner. Si gode una bella pace come ad avere stanza in un bosco. Le facce della luna alla finestra e otto daini intorno alla casa. “Chiudere il cancello – daini in libertà” dice un cartello all’ingresso del Soggiorno. Sono tre femmine, tre maschi con i grandi palchi e due cuccioli. Spesso vediamo le femmine e i cuccioli, più raramente i maschi. Una sera li abbiamo sentiti fuggire verso la collina in un lungo fruscio di occhi e di zampe: si erano spinti fino al prato davanti alla cucina dove d’inverno attendono che la cuoca rovesci dalla finestra gli avanzi delle verdure. Se non trovano l’erba mangiano i fiori dai vasi e la corteccia degli alberelli. Il pascolo migliore è lungo il recinto della provinciale: i maschi stanno di vedetta a corna alzate mentre le femmine e i piccoli brucano veloci.

Quanto è bello potere dire agli uomini la novità che li restituisce a tutte le dignità e che indica le vere strade della vita”: sono parole di Alberto Ablondi, già vescovo di Livorno, 85 anni, che se ne è andato appena tre ore fa. Sofferente di Parkinson già da due decenni, ultimamente non era autosufficiente, aveva difficoltà a parlare e a scrivere ma non cessava dal predicare il Vangelo di Gesù Cristo. Si rivolgeva con intatta passione “a coloro che sono rimasti delusi dell’esperienza catechistica tradizionale”. Conduceva la sua missione con un sito internet intitolato A PASSO D’UOMO VERSO IL DIVINO. Mi ero occupato di lui in un post dell’11 dicembre 2009 e puoi vedere una sua lettera a una cugina vicina a morire nel capitolo 6, UNA RAZZA DI LONGEVI, della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto. Quando feci quel post e redassi quella storia il “vescovo Alberto” – come amava firmarsi – mi scrisse “bravo – grazie”. Gli ricambio quel bravo e quel grazie per l’insieme della vita che ha condotto e attraverso la quale mi si è fatto conoscere come vero uomo e vero cristiano.

Senza quella speciale benedizione – forse – non avremmo potuto adottare il nostro piccolo Francesco, non ci saremmo messi a disposizione dell’affido per altri “figli” che hanno bisogno di affetto e di essere seguiti, non avremmo potuto tenere in casa mio suocero, assisterlo nella vecchiaia e poterlo seguire e preparare all’incontro con il Padre, non potremmo seguire le tante coppie di fidanzati che dal 1990 accompagniamo al matrimonio, non avremmo potuto seguire i numerosi bambini e ragazzi nella catechesi, nelle attività parrocchiali, nei campiscuola. – E’ la conclusione di un racconto di guarigione che una mia conoscente – Adriana Malacchini – attribuisce  a una benezione di papa Wojtyla: leggi per intero il racconto nel capitolo 20 PREGHIERA PUBBLICA della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

Veduta in skype la figlia lontana il papà si rallegrava: “Mi ha mostrato il gatto”. La mamma quasi piangeva: “Perchè la vedo e non la posso toccare”.

Tutto si è concentrato nei dialoghi con il mio dolce amore. Senza di lei sarebbe tutto un deserto; ma la sua “divina” fedeltà riempie di vita, di oggetti, di piante, di acque, di vita tutto ciò che mi circonda“: è la dichiarazione d’amore di un ragazzo di 24 anni, di nome Flavio Chemello, fatta quattro mesi prima  di morire. Flavio sa di avere un tumore e di non avere scampo. E’ stupito dall’amore di Marta, del quale tutto lo incanta, ma soprattutto la fedeltà nella «cattiva sorte». Trova che quella fedeltà sia «divina», cioè simile a quella di Dio e applica ad essa la lode che il salmista tributa alla fedeltà del Signore. – L’intera storia è nel capitolo 9 LA VOCE DELLO SPOSO E LA VOCE DELLA SPOSA della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

Il cane imbruttì il cerbiatto che non ebbe il coraggio di bere. Questi ragazzi non sanno il valore dell’acqua, ringhiò.

Guardando più ampiamente all’attuale rimescolamento dei popoli, troviamo anche qui il conflitto tra due principi ugualmente importanti, che la politica e la legislazione devono contemperare: il diritto a emigrare – i veneti lo hanno ampiamente esercitato nella storia – e il diritto a non essere invasi. In questo momento la fortissima maggioranza politica regionale si fa paladina del secondo di questi diritti ed è dunque vitale che l’opposizione rivendichi il primo. – E’ un passaggio di un mio commento alla sindrome PRIMA I VENETI – vedi post precedente – pubblicato oggi dal “Corriere Veneto” con il titolo IL PRINCIPIO DI CITTADINANZA E QUELLO DI UMANITA’.