Ieri nella basilica di San Giovanni in Laterano è stato fatto «beato» un frate del sei-settecento romano che fu un genio della carità e che anticipò di tre secoli le case famiglia, le mense della Caritas, il recupero degli ex carcerati e persino la clownterapia per allietare gli ospedali: il carmelitano Angelo Paoli, che nasce ad Argigliano, Massa Carrara nel 1642 e vive per 33 anni a Roma, dove muore nel 1720: è il didascalico attacco di un mio articolo pubblicato ieri dalla cronaca di Roma del “Corriere dela Sera” a pagina 1 con il titolo IL FRATE PAOLI GENIO DELLA CARITA’. Angelo Paoli è sepolto nella chiesa di San Martino ai Monti della quale era sacrista e organista e che è la mia parrocchia.
Il blog di Luigi Accattoli Posts
Ad Arcavàcata, Cosenza, su invito dei padri dehoniani per parlare a un’ottantina di ragazzi con gita al lago Cecita in Sila. Lassù qualche traccia di neve e già tutti i fiori. Ho fatto una scorta di colori. Occhi neri ad ascoltare e fuori le ginestre verdi e gialle.
“Senza timori vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesa. Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete”: lo ha detto oggi papa Benedetto al convegno della Cei sui TESTIMONI DIGITALI. “La rete – ha continuato – potrà così diventare una sorta di ‘portico dei gentili’, dove fare spazio anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto”. “Prendere il largo nel mare digitale” mi pare una scommessa già quasi vinta per la Chiesa cattolica italiana, ma quella di “dare spazio” ai non credenti nelle maglie cattoliche della rete mi pare – qui da noi – un’utopia. E’ bello che il papa l’affermi, ma al momento non c’è nessuno che si ingegni a darle corpo. Se mi sbaglio correggetemi.
Finalmente nel Pdl si discute. Non ho trovato indecorosi – ma anzi utili – lo scontro e i botti tra Fini e Berlusconi. Essendo io un giornalista, senza competenza in altri campi, azzardo un’osservazione sul consiglio del premier all’antagonista che lamentava gli attacchi di Feltri – e pareva di sentire il Dino Boffo dei primi giorni dopo l’eruzione: che problema c’è, fallo comprare ai tuoi amici danarosi! Qui c’è Berlusconi a 18 carati la cui prima degnità – come direbbe il Vico – potrebbe essere così formulata: “Non conviene discutere quando si può comprare“.
“La mattina del Giovedì Santo don Sergio ha voluto essere presente alla Messa Crismale e durante il Canone farsi di nuovo consacrare con l’olio come era avvenuto quarantotto anni prima, quando ricevette la consegna di ‘conformare la propria vita alla Passione del Signore’. Tutti i sacerdoti gli hanno imposto le mani per invocare su di Lui la Pazienza di Cristo per la salvezza di tutto il popolo“: così l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani racconta con lettera al settimanale IL PORTICO l’ultima uscita di don Sergio Pintus dall’ospedale dov’era costretto dalla Sclerosi laterale amiotrofica. Don Sergio è morto mercoledì scorso. La lettera dell’arcivescovo è stata ripresa ieri da AVVENIRE a pagina 21. Di don Sergio e della sua accettazione della tracheotomia avevamo parlato qui in un post del 24 febbraio: IL VESCOVO MANI E SERGIO “INSPIEGABILMENTE CONTENTO”.
Si presentava ieri a Roma, nella Sala Santa Rita in via Montanara, quel documento appassionato della tragedia dell’Uganda che è il volume del missionario statunitense Donald H. Dunson, Uccidi o sarai ucciso. I bambini soldato (Paoline 2009, 214 pagine, 14 euro). C’è una prefazione al calor bianco dell’arcivescovo di Gulu, John Baptist Odama, che noi giornalisti abbiamo conosciuto all’ultimo Sinodo africano: “Le cifre dei bambini rapiti vanno da una stima di trentamila ai sessantamila”. Rapiti dai ribelli del Lord’s Resistance Army [si chiama purtroppo così: “Esercito di resistenza del Signore”] per farne soldati e mogli dei “bambini soldato”. Ai dieci migliori nell’uccidere vengono date undici adolescenti perchè ognuno scelga la sua “moglie” e per costringerli all’accoppiamento viene posta la regola che “domenica sera quella delle undici che non viene scelta verrà giustiziata” (il fatto è a p. 168). Ai maschi ordinano: uccidete il fuggiasco altrimenti verrete uccisi voi, Uccidi o sarai ucciso (alle pp. 170-172). Un inferno che dura da vent’anni, ignorato da Dio e da noi: a chi va la maggiore responsabilità? Tra i presentatori del volume c’era Alex Zanotelli che ha detto: “L’Italia è il paese dell’Occidente meno informato sull’Africa“. Una settimana addietro l’Ocse documentava che l’Italia è “il paese occidentale che destina meno fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo”. E’ di oggi il rapporto di Medici senza frontiere che segnala come il conflitto congolese abbia prodotto sui telegiornali Rai e Mediaset nel 2009 appena 7 notize.
Da quasi un mese è attivo in questo blog il servizio AdSense di Google che associa a un sito annunci “pertinenti”. I miei figli informatici dicono che sta fruttando pochissimo ma che conviene mantenerlo in vista di un qualche affinamento. Lascio fare e intanto mi diverto – come scrivevo il 1° aprile – con le “pertinenze” captate dal mio blog. Se nomino il cardinale Bagnasco viene fuori un provocatorio Sei anche tu del Pdl? Metto in un altro post i “muratori senza paga” e salta su una proposta volenterosa di Lavoro nel non profit. “Berlusconi sempre più ricco” scatena una molestia da partito dell’amore: Voti Silvio Berlusconi? Vedo che il premier e il Pdl sono “pertinenze” spontanee nella Rete. La “Parabola delle due figlie” mi dà un simpatetico Sconfiggi l’ansia. “Io non prendo lezioni” squaderna Corsi di inglese a Roma. “Antonia Curcio ospita i barboni nel suo albergo” attira il Lavaggio Biancheria Hotel. Alex Zanardi – il pilota che non ha le gambe – richiama Protesi dentisti Croazia con Prezzi scontati. “Il carcerato e la sua donna” porta proposte sensatissime per lei che al momento è sola: Vuoi conoscere single della tua zona? Questa del partner da scovare on line è risposta frequente: al lettore del post “Che voglio io?” viene offerta l’alternativa: Cerco donna – Cerco uomo. Nel titolo c’è “il piatto dei bambini” ed ecco il negretto con la scritta: Cosa ti costa darmi un domani? Il post dell’altro ieri che domandava “Preti pedofili anche a Malta?” ha dato il risultato più appropriato: Balbuzie ansia parola. A senso o controsenso, il caleidoscopio della Rete aiuta alle risate.
Malta è piccola: poco più di quatttrocentomila abitanti, come una nostra diocesi media, tipo Reggio Emilia o Salerno. E allora uno dice – sperando di respirare un momento – “almeno lì non ci saranno abusi di preti su minori”: e invece no, ci sono e anche per Malta dobbiamo fare penitenza come bene ha detto e fatto – a nome di tutti – papa Benedetto. Dunque quella sporcizia c’è dappertutto e dunque è una fortuna che il chiasso dei media ci abbia aperto gli occhi, ma soprattutto dovremmo essere riconoscenti a chi ha denunciato. Al primo dei maltesi che ha protestato, il papa ha detto ieri che è “orgoglioso” di lui: ne riferisce un collega del Corriere della Sera di oggi: “Mi ha detto che non era facile fare quello che ho fatto“. E lui, l’uomo che subì l’oltraggio da piccolo, ora piange e dice: “Finalmente posso andare dalle mie figlie e dire che ho ritrovato la fede“. Quest’uomo si chiama Lawrence Grech e come gli voglio bene! Sempre sul Corsera di oggi si può leggere un mio commento all’incontro del papa con otto “vittime” avvenuto ieri alla Valletta, intitolato LA RICONCILIAZIONE E IL MESSAGGIO AI VESCOVI.
Bologna, autobus 14, direzione Barca, ora di punta: salgono due giovani donne di colore. Una si issa sui due gradini che, nella parte posteriore, permettono di accedere ai sedili, e inizia a predicare, con accento latinoamericano: «Gesù ci ama». Prosegue con un certo calore per tre fermate; poi un ragazzo l’apostrofa, dal centro dell’autobus: «Basta, abbiamo capito!» Allora scende dal pulpito e con l’amica si mette a distribuire dei foglietti che ribadiscono, citando Giovanni 3,16, che «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito» e sul retro qualificano la loro comunità come la «Chiesa di Bologna» (se lo sa mons. Vecchi, penso, le denuncia per violazione di copyright), «Movimento Missionario Europeo». Seguono l’indirizzo, i giorni e gli orari di culto e quattro recapiti telefonici cellulari. Una delle due mi si siede a fianco e risponde al mio sorriso. «Che bella idea», le dico. «Eh sì, bello che Gesù ci ami». «Sì, certo; ma è bella anche l’idea del pulpito che avete scelto». Poi scendono perché devono andare a un funerale e mi invitano a visitare la loro comunità. Rispondo che sono già attivo nella mia e tutte contente mi salutano: «Ah, sei cristiano! Dio ti benedica».
La voce della liberazione di Marco e dei due Matteo di Emergency è stata confermata dal ministro degli Esteri Franco Frattini: “Abbiamo ottenuto quello che era il nostro obiettivo prioritario, e cioè la libertà per i nostri connazionali senza mettere in discussione la nostra posizione di ferma solidarietà con le istituzioni afgane e la coalizione internazionale nella lotta contro il terrorismo in Afghanistan“. Bravo Frattini, brava Emergency.
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