Anno: <span>2011</span>

Avevo in liceo un professore che per segnalare una posizione ad excessum diceva: “E’ più cattolico del papa”. E’ quanto mi viene da dire per i nove storici e giornalisti di orientamento tradizionalista che hanno scritto al papa per chiedergli di rinunciare all’annunciata quarta Giornata interreligiosa di Assisi, che si farà il prossimo ottobre, nel venticinquesimo di quella del 1986 e dopo quelle del 1993 e del 2002. Gli hanno fatto quella richiesta sostenendo che qualunque cosa egli abbia a dire o fare, il programmato appuntamento non potrà che favorire il relativismo e il sincretismo. Tranne De Mattei questi signori mi sono sconosciuti ma mi fanno l’impressione dei tanti di orientamento progressista che si affannano a ricordare al papa l’importanza del Vaticano II. Io ero ad Assisi 1986 e sono felice di aver avuto quella possibilità. Ero anche ad Assisi 1993 ugualmente felice e felicissimo ad Assisi 2002, dopo il crollo delle Torri, alla quale era presente anche il cardinale Ratzinger. Considerai la presenza del custode della fede un capolavoro di papa Wojtyla. Sono sicuro che Benedetto non rinuncerà al proposito annunciato il 1° dell’anno e saprà condurre la prossima giornata senza “cedimenti”. Ma voglio aggiungere che non mi preoccupa che vi siano nove – e chissà quanti altri – che obiettano questo e quello. Il confronto delle opinioni non può che giovare. [Segue nel primo commento]

Ho conosciuto e conosco l’amore di mia moglie per me, per i miei figli, per la mia famiglia, per gli altri, per i fiori, per la natura. Vivo con la speranza di rivederla un giorno e di restare per sempre con lei”: così scriveva Armando Drago – con riferiemto all’amatissima Angelina che se ne era andata lasciandolo solo – nel libretto CREDO IN DIO PERCHE’ E’ IL PIU’ BRAVO (EDB 2009), il più naif e il più bello dei libri sulla fede cristiana che io abbia letto negli ultimi dieci anni. L’avevo recensito con entusiasmo per IL REGNO. E Armando, che non ho mai visto,  si era entusiasmato per la mia recensione e mi aveva chiesto di andare a Bonistallo (Poggio a Caiano, Pistoia) a parlare del suo libretto. Bonistallo dev’essere un luogo bellissimo e io avevo detto subito di sì e aspettavo che Armando mi indicasse una data. Ma ecco che mi arriva la notizia della sua morte, avvenuta lunedì, a 61 anni. In questo momento si sta celebrando a Bonistallo la sua messa di addio. Era più giovane di me. piango e lo prego di tenermi d’occhio. – Ma anche segnalo ai visitatori distratti l’opportunità – se vogliono occuparsi di qualcosa di serio – di andare alla pagina di questo blog intitolata CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, di cliccare sul capitolo 20 PREGHIERA PUBBLICA e di leggere il testo riguardante il caro Armando, intitolato “Credo perché mi sento amata”. Inchiesta sulla fede di Armando Drago.

Ha detto tutto, non ha taciuto nulla, non ha cercato accomodamenti: un Papa davvero globale e a tutto tondo quello che abbiamo ascoltato ieri sulla libertà religiosa. Ha nominato i Paesi che la violano, a partire da quelli delle recenti stragi di Ognissanti (Iraq) e di Capodanno (Egitto). Ha chiesto al mondo di agire a difesa dei cristiani. È stato concreto, si direbbe tagliente, nei riferimenti. Ha spronato il Pakistan ad abrogare la legge sulla blasfemia e ha ricordato «il tragico assassinio del Governatore del Punjab» – un musulmano favorevole a quell’abrogazione – che «mostra quanto sia urgente procedere in tal senso». Agli Stati della Penisola Arabica ha chiesto spazio per le attività “pastorali” della Chiesa. Non solo non è stato accomodante ma ha persino alzato il tiro, introducendo temi relativamente nuovi e fortemente conflittuali. – E’ il passabile attacco di un mio articolo pubblicato oggi da Liberal con l’impossibile titolo in prima pagina IL RATZINGER ARRABBIATO: METAMORFOSI DI UN PAPA e questa ragionevole ripresa a pagina 11: IL PAPA ALZA IL TIRO CONTRO LA PERSECUZIONE.

“Ogni battezzato acquista il carattere di figlio a partire dal nome cristiano, segno inconfondibile che lo Spirito Santo fa nascere ‘di nuovo’ l’uomo dal grembo della Chiesa”: così ha parlato oggi il papa all’angelus, nella domenica del Battesimo di Gesù e dopo aver battezzato 21 bambini nella Cappella Sistina. Da quella frase sono venuti titoli di agenzia, di siti e – forse – verranno titoli di giornali che suonano così: “Date ai vostri figli nomi cristiani“. Ma con quella frase il papa teologo non voleva polemizzare con la moda dei nomi esotici: di sicuro egli preferisce che i bambini vengano chiamati Maria, Giuseppe o Giorgio (sono i nomi dei tre fratelli Ratzinger) piuttosto che Melito, Romina o Vanessa, tuttavia stamane volava alto e intendeva dire che “ogni battezzato acquista il carattere di figlio a partire dal nome di cristiano con il quale viene chiamato entrando a far parte della Chiesa”. Il “nome cristiano”: cioè l’essere chiamato cristiano, l’assumere il nome che viene da Cristo. Ai colleghi frettolosi che gli hanno fatto dire non ciò che egli intendeva ma ciò che loro erano preparati a intendere – ognuno infatti porta il papa al proprio livello – segnalo questo testo che si trova alla pagina 31 del volume del teologo Joseph Ratzinger intitolato ELEMENTI DI TEOLOGIA FONDAMENTALE (Morcelliana 1986): “Essere battezzato vuol dire assumere il nome di Cristo, vuol dire diventare figlio con lui e in lui. L’esigenza posta dal nome che qui si assume è più radicale di quella posta da qualsiasi nome umano“.

«L’islam non promuove la violenza contro le minoranze, ma ordina il rispetto dei loro diritti e le difende. È per questo che aiuto Asia Bibi»: parole di Salman Taseer, governatore musulmano del Punjab, ucciso il 4 gennaio per la sua difesa dei cristiani del Pakistan. Ne parlo in Vino Nuovo. Taseer si era esposto in difesa di Asia Bibi, cristiana condannata a morte per blasfemia, l’aveva incontrata in carcere il 20 novembre, aveva presentato di persona al presidente Zardari una domanda di grazia per lei dichiarandosi convinto che sarebbe stata accettata. Lo considero un martire della libertà religiosa: a chiamarlo “martire” è stato, per primo, il settimanale cattolico inglese The Tablet. Riusciremo a onorarlo come merita?

Mi piacciono gli ossimori e dunque faccio mio questo saluto di una componente dell’islam italiano ai cristiani d’Oriente nel giorno del loro Natale: “In un momento drammatico per tutti i credenti, ebrei, cristiani o musulmani, e per i cittadini di ogni Paese del mondo, d’Oriente e d’Occidente, i musulmani della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana vogliono ribadire con forza e senza lasciare spazio ad ambiguità o confusioni i propri sentimenti di fratellanza religiosa con i credenti di ogni confessione, esprimendo solidarietà e vicinanza alle comunità cristiane d’Oriente. Siamo tutti uniti nella condanna della violenza, del terrorismo, della discriminazione, uniti nel sostegno alla conoscenza reciproca e al dialogo fraterno fra i credenti, alla libertà di culto, al rispetto interculturale, uniti contro la propaganda antispirituale che vorrebbe alimentare mistificazioni della religione autentica, strumentalizzazioni di ogni segno e conflitti fondati sull’odio tra creature dello Stesso e Unico Dio. Nel giorno del Natale Ortodosso del 7 gennaio, Buon Natale ai cristiani d’Oriente dai musulmani d’Occidente! Yunus Distefano, portavoce della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana”.

Ieri sono stato all’ex mercato di Piazza Vittorio dove a vendere arance sedani caciotte abbacchi e pangiallo ci sono due stranieri su tre [vedi post del 20 marzo 2008: Le meraviglie di piazza Vittorio da Gadda ai cinesi]. Tornando ho preso un caffè in un bar sulla piazza di Santa Maria Maggiore dove al banco servivano una polacca, una filippina e una cinese. Infine ho augurato buon Natale alla nostra colf che è copta – viene dall’Eritrea – e dunque festeggia il Natale domani. Nel giorno dei Magi venuti dall’Oriente mi sento a casa in questa Roma planetaria.

Mi paiono azzeccate le due mosse di Berlusconi su Battisti: l’incontro a Linate con Torregiani e l’impegno a portare il caso all’Unione Europea. Considero invece impropria la minaccia di “ritorsioni” commerciali e sportive. Loderò dunque il premier contro il quale ho manifestato l’11 dicembre [vedi post di quel giorno: Sono fuori Roma ma sono anche in piazza con il Pd]? In questo lo lodo. Ed è un gesto – questo mio di lodarlo, come altre volte qui nei mesi e negli anni – che risponde a un metodo: uscire dai blocchi mentali per movimentare una politica che dorme.

Il Papa stesso è attento, quando affronta certi argomenti, a parlare per i cristiani e a non mettere in risalto in maniera specifica la dimensione cattolica; per quest’ultima vi è un altro posto”: così Benedetto parlava nel libro intervista LUCE DEL MONDO a pagina 135. Un esempio di quell’attenzione l’abbiamo negli appelli a difesa dei cristiani che ha fatto lungo l’ultimo mese, fino a quello di domenica per i copti d’Egitto. Indago quel ruolo del papa come defensor christianitatis in un articolo pubblicato oggi da LIBERAL alle pagine 1 e 10 con il singolare titolo UN SUMMIT PER LA PACE. BENEDETTO XVI PARLA A NOME DI TUTTA LA CRISTIANITA’ E CHIEDE UNA NUOVA PACE RELIGIOSA. CHE DOVREBBE SORGERE AD ASSISI.

«Il 2010 è ormai passato. Quest’anno porta con sé i migliori ricordi della mia vita. Spero che il 2011 sia ancora meglio. Ho così tanti desideri per il 2011. Per favore, Dio, stammi vicino e aiutami a realizzarli»: così Maryam Fekry aveva scritto su Facebook prima di andare in chiesa per la messa di mezzanotte. Maryam, Mariouma per gli amici di Facebook, 22 anni, a messa è andata nella chiesa copta dei Santi Marco e Pietro, ad Alessandria d’Egitto il 31 dicembre. A casa non è più tornata: è una delle 21 vittime della strage di Capodanno. Ho preso la sua storia dal Corriere on line.