Anno: <span>2017</span>

Di nuovo in treno. Lunedì e martedì ho traversato Lazio Umbria Marche per una conferenza ad Ancona. Oggi sono salito al Nord per un’altra a Riva del Garda. Mia festa ai boschi d’autunno come ai dolci con l’alkermes. A motivo della stagione e dei suoi rossi nel primo commento mi bisticcio con Leopardi.

Sta scritto: “Colui che le nostre mani hanno toccato” (Prima lettera dell’apostolo Giovanni) ed è un fatto che sempre i cristiani sono sedotti dal toccare Dio. Anche i Papi, non solo i pellegrini che baciano reliquie e porte sante. “Tutti abbiamo bisogno di vederlo e toccarlo per poterlo riconoscere”, ha detto Francesco il pastore l’8 novembre, ma non era stato da meno Benedetto il teologo: “Mediante la fede possiamo toccare Dio” (26 maggio 2006).

Ero una volta un renziano impunito, quando Renzi vinceva. Ora che perde mi considero un renziano ferito. Avrei qualche suggerimento ma lui non ascolta nessuno e figuriamoci se ascolterebbe me. Il primo suggerimento sarebbe di mettere come candidato premier Gentiloni e il secondo di seguire i consigli di Fassino l’esploratore. Tutti.

Visitatori belli nella giornata di oggi, 20 novembre, non potevo moderare i commenti per essere io prima in viaggio e poi impegnato in un convegno, ad Ancona, del quale do il titolo e una battuta nei primi commenti. Ma da domani torna la nota disciplina. Non stateve a fa’ idee: era solo una vacanza.

La Giornata dei Poveri è stato Papa Francesco a volerla, a conclusione del Giubileo della Misericordia e come suo prolungamento, con l’intento di educare noi cristiani a usare misericordia verso gli ultimi e i più bisognosi. Vedo un bell’insegnamento in questo fatto che un Papa venuto dall’America Latina, un continente di poveri, ci ammaestri a onorare i poveri. Non solo a servirli, come già facevamo, ma anche a segnalarli e a onorarli con una loro giornata: così l’arcivescovo Matteo Zuppi intervistato da me per Corriere.it. Nel primo commento il link all’intervista e dopo il Papa e la sua omelia.

Colui che presiede lava i piedi alla prima persona e gli dona l’abbraccio di pace: questa a sua volta ripete il gesto verso colui che gli sta accanto: così è previsto nel libretto della “Veglia per la Giornata mondiale dei Poveri” del Consiglio per la nuova Evangelizzazione. Nei commenti altri elementi.

Francesco ha inviato ieri al Meeting Regionale Europeo della “World Medical Association” sul fine vita un messaggio importante, che riporto per intero nei sette primi commenti facendoli corrispondere ai sette paragrafi del documento. I titoletti sono miei. In coda svolgerò una mia considerazione che anticipo in breve: non c’è una nuova impostazione ma vi sono due novità di accento che rendono meno astratto il rifiuto dell’accanimento terapeutico e meno ardua la ricerca di soluzioni legislative “il più possibile condivise”.


Mia foto del lato destro di un sarcofago con le storie di Pietro, secolo IV, allocato senza didascalia in un portico dell’Ospedale delle Donne, nel complesso di San Giovanni. Nei primi due commenti altre foto, entusiasmi e lamenti. Com’è ragionevole che sia sulla terra.

Il gesuita – spiega Bergoglio – si esercita a “sopportare le antinomie” e “armonizzare i contrasti”. Sarà per questo che di sé dice: “Ho faccia tosta ma sono anche timido” (introduzione al volume “Adesso fate le vostre domande”, Rizzoli 2017); e già aveva detto: “Sono un po’ furbo ma anche un po’ ingenuo”. Per i contrasti che ha dentro pare che l’armonizzazione l’abbia raggiunta ma la domanda è: riuscirà a comporre lo strepito che gli arriva dalle sacrestie?