Il blog di Luigi Accattoli Posts

Ha detto tutto, non ha taciuto nulla, non ha cercato accomodamenti: un Papa davvero globale e a tutto tondo quello che abbiamo ascoltato ieri sulla libertà religiosa. Ha nominato i Paesi che la violano, a partire da quelli delle recenti stragi di Ognissanti (Iraq) e di Capodanno (Egitto). Ha chiesto al mondo di agire a difesa dei cristiani. È stato concreto, si direbbe tagliente, nei riferimenti. Ha spronato il Pakistan ad abrogare la legge sulla blasfemia e ha ricordato «il tragico assassinio del Governatore del Punjab» – un musulmano favorevole a quell’abrogazione – che «mostra quanto sia urgente procedere in tal senso». Agli Stati della Penisola Arabica ha chiesto spazio per le attività “pastorali” della Chiesa. Non solo non è stato accomodante ma ha persino alzato il tiro, introducendo temi relativamente nuovi e fortemente conflittuali. – E’ il passabile attacco di un mio articolo pubblicato oggi da Liberal con l’impossibile titolo in prima pagina IL RATZINGER ARRABBIATO: METAMORFOSI DI UN PAPA e questa ragionevole ripresa a pagina 11: IL PAPA ALZA IL TIRO CONTRO LA PERSECUZIONE.

“Ogni battezzato acquista il carattere di figlio a partire dal nome cristiano, segno inconfondibile che lo Spirito Santo fa nascere ‘di nuovo’ l’uomo dal grembo della Chiesa”: così ha parlato oggi il papa all’angelus, nella domenica del Battesimo di Gesù e dopo aver battezzato 21 bambini nella Cappella Sistina. Da quella frase sono venuti titoli di agenzia, di siti e – forse – verranno titoli di giornali che suonano così: “Date ai vostri figli nomi cristiani“. Ma con quella frase il papa teologo non voleva polemizzare con la moda dei nomi esotici: di sicuro egli preferisce che i bambini vengano chiamati Maria, Giuseppe o Giorgio (sono i nomi dei tre fratelli Ratzinger) piuttosto che Melito, Romina o Vanessa, tuttavia stamane volava alto e intendeva dire che “ogni battezzato acquista il carattere di figlio a partire dal nome di cristiano con il quale viene chiamato entrando a far parte della Chiesa”. Il “nome cristiano”: cioè l’essere chiamato cristiano, l’assumere il nome che viene da Cristo. Ai colleghi frettolosi che gli hanno fatto dire non ciò che egli intendeva ma ciò che loro erano preparati a intendere – ognuno infatti porta il papa al proprio livello – segnalo questo testo che si trova alla pagina 31 del volume del teologo Joseph Ratzinger intitolato ELEMENTI DI TEOLOGIA FONDAMENTALE (Morcelliana 1986): “Essere battezzato vuol dire assumere il nome di Cristo, vuol dire diventare figlio con lui e in lui. L’esigenza posta dal nome che qui si assume è più radicale di quella posta da qualsiasi nome umano“.

«L’islam non promuove la violenza contro le minoranze, ma ordina il rispetto dei loro diritti e le difende. È per questo che aiuto Asia Bibi»: parole di Salman Taseer, governatore musulmano del Punjab, ucciso il 4 gennaio per la sua difesa dei cristiani del Pakistan. Ne parlo in Vino Nuovo. Taseer si era esposto in difesa di Asia Bibi, cristiana condannata a morte per blasfemia, l’aveva incontrata in carcere il 20 novembre, aveva presentato di persona al presidente Zardari una domanda di grazia per lei dichiarandosi convinto che sarebbe stata accettata. Lo considero un martire della libertà religiosa: a chiamarlo “martire” è stato, per primo, il settimanale cattolico inglese The Tablet. Riusciremo a onorarlo come merita?

Mi piacciono gli ossimori e dunque faccio mio questo saluto di una componente dell’islam italiano ai cristiani d’Oriente nel giorno del loro Natale: “In un momento drammatico per tutti i credenti, ebrei, cristiani o musulmani, e per i cittadini di ogni Paese del mondo, d’Oriente e d’Occidente, i musulmani della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana vogliono ribadire con forza e senza lasciare spazio ad ambiguità o confusioni i propri sentimenti di fratellanza religiosa con i credenti di ogni confessione, esprimendo solidarietà e vicinanza alle comunità cristiane d’Oriente. Siamo tutti uniti nella condanna della violenza, del terrorismo, della discriminazione, uniti nel sostegno alla conoscenza reciproca e al dialogo fraterno fra i credenti, alla libertà di culto, al rispetto interculturale, uniti contro la propaganda antispirituale che vorrebbe alimentare mistificazioni della religione autentica, strumentalizzazioni di ogni segno e conflitti fondati sull’odio tra creature dello Stesso e Unico Dio. Nel giorno del Natale Ortodosso del 7 gennaio, Buon Natale ai cristiani d’Oriente dai musulmani d’Occidente! Yunus Distefano, portavoce della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana”.

Ieri sono stato all’ex mercato di Piazza Vittorio dove a vendere arance sedani caciotte abbacchi e pangiallo ci sono due stranieri su tre [vedi post del 20 marzo 2008: Le meraviglie di piazza Vittorio da Gadda ai cinesi]. Tornando ho preso un caffè in un bar sulla piazza di Santa Maria Maggiore dove al banco servivano una polacca, una filippina e una cinese. Infine ho augurato buon Natale alla nostra colf che è copta – viene dall’Eritrea – e dunque festeggia il Natale domani. Nel giorno dei Magi venuti dall’Oriente mi sento a casa in questa Roma planetaria.

Mi paiono azzeccate le due mosse di Berlusconi su Battisti: l’incontro a Linate con Torregiani e l’impegno a portare il caso all’Unione Europea. Considero invece impropria la minaccia di “ritorsioni” commerciali e sportive. Loderò dunque il premier contro il quale ho manifestato l’11 dicembre [vedi post di quel giorno: Sono fuori Roma ma sono anche in piazza con il Pd]? In questo lo lodo. Ed è un gesto – questo mio di lodarlo, come altre volte qui nei mesi e negli anni – che risponde a un metodo: uscire dai blocchi mentali per movimentare una politica che dorme.

Il Papa stesso è attento, quando affronta certi argomenti, a parlare per i cristiani e a non mettere in risalto in maniera specifica la dimensione cattolica; per quest’ultima vi è un altro posto”: così Benedetto parlava nel libro intervista LUCE DEL MONDO a pagina 135. Un esempio di quell’attenzione l’abbiamo negli appelli a difesa dei cristiani che ha fatto lungo l’ultimo mese, fino a quello di domenica per i copti d’Egitto. Indago quel ruolo del papa come defensor christianitatis in un articolo pubblicato oggi da LIBERAL alle pagine 1 e 10 con il singolare titolo UN SUMMIT PER LA PACE. BENEDETTO XVI PARLA A NOME DI TUTTA LA CRISTIANITA’ E CHIEDE UNA NUOVA PACE RELIGIOSA. CHE DOVREBBE SORGERE AD ASSISI.

«Il 2010 è ormai passato. Quest’anno porta con sé i migliori ricordi della mia vita. Spero che il 2011 sia ancora meglio. Ho così tanti desideri per il 2011. Per favore, Dio, stammi vicino e aiutami a realizzarli»: così Maryam Fekry aveva scritto su Facebook prima di andare in chiesa per la messa di mezzanotte. Maryam, Mariouma per gli amici di Facebook, 22 anni, a messa è andata nella chiesa copta dei Santi Marco e Pietro, ad Alessandria d’Egitto il 31 dicembre. A casa non è più tornata: è una delle 21 vittime della strage di Capodanno. Ho preso la sua storia dal Corriere on line.

Ho visto la mostra di Marc Chagall IL MONDO SOTTOSOPRA all’Ara Pacis e ancora una volta ho cercato il segreto di Marc, il suo mondo riflesso nell’occhio di una mucca o di una capra, i suoi amanti in volo sulla terra. Mi sono appuntato le scritte che a ogni parete riportavano l’intenzione del pittore: “L’esercito avanzava, e via via la popolazione ebraica si allontanava, abbandonando le città e i villaggi. Volevo farli trasportare sulle mie tele, per portarli in salvo”. Ce n’era una in cui il caro vecchio – è vissuto quasi cent’anni – invece di rispondere interrogava: “Perché la mucca è verde, e perché il cavallo s’invola nel cielo?” Ancora: “Mi tuffo nei miei pensieri, volo sopra il mondo”. Infine: “Cammino per il mondo come in una foresta, sui piedi, sulle mani, di qua e di là”. La più rivelatrice: “Voglio vedere un mondo nuovo”. Anch’io. Marc aiutami.

Capodanno da soli, io e mia moglie, essendo i figli di qua e di là a festeggiarlo. Uscendo di casa la più giovane ci ha detto “vedetevi questo” e ci ha dato il film INTO THE WILD – NELLE TERRE SELVAGGE (scritto e diretto da Sean Penn, Usa 2007) che abbiamo visto e che ci è piaciuto. E’ tratto dalla storia vera di un ragazzo, Christopher McCandless, che dopo la laurea abbandona la famiglia – per contrasti e risentimenti – e si mette all’avventura, con l’idea di cercare la verità e la felicità lontando dai condizionamenti e dalle convenzioni sociali. Vagabonda per due anni negli Usa, in Messico e nel Canada fino all’Alaska, dove muore forse per ingestione di semi velenosi. Con due frasi prese da appunti che Christopher ha lasciato nei libri che aveva con sè auguro il buon anno ai visitatori. La prima è della fase di avvio della sua esperienza solitaria, una volta che ha salutato ogni altro essere umano per vivere in solitudine: “Dio ha messo la felicità dappertutto“. La seconda è degli ultimi giorni, quando arriva a comprendere che cosa sia il perdono e riesce a riconciliarsi con la memoria dei genitori: “La felicità è reale solo quando è condivisa“.